Le prime tre giornate del Roland Garros non sono passate inutilmente, perché qualcosa si comincia a intravedere. Forse Nadal e Djokovic sono più favoriti di sabato, forse Fognini è più vicino alla top10, forse il vero outsider è Tsitsipas e non Thiem, forse il tennis italiano non è messo bene come dicono, anche se noi non l’abbiamo mai detto. Ma andiamo con ordine e partiamo, noblesse oblige, da Nadal e Djokovic. Il primo turno non era particolarmente insidioso, soprattutto per Nadal, alle prese con il qualificato Honfmann. Il tedesco è sceso in campo forse con l’unica tattica sensata: tirare fortissimo e ha racimolato qualche palla break e sei game. Il compito di Djokovic era un po’ più complicato e il serbo ha infatti perso un paio di game in più, dando l’impressione di essere centratissimo. Il tabellone di entrambi è una specie di autostrada e per evitare di leggere le viscere degli uccelli per trovare qualche segno più chiaro delle loro reali condizioni si dovrà attendere fino ai quarti di finale, perché davvero non si capisce come possano trovare degli intoppi prima. Persino perdere un set sarebbe una mezza sorpresa, anche se Coric o Goffin (o Pella) magari possono provarci.
Tra gli sfidanti è partito molto bene Tsitsipas così così Thiem, che sono gli unici due che hanno qualche carta da giocarsi. Il greco sembra sempre più convinto delle proprie potenzialità, e più che la vittoria in sè, ovvia, ha colpito il modo. Marterer è stato travolto nella prima ora e poi quando il greco si è calmato è riuscito a giocare un terzo set dignitoso. Non che l’avversario fosse pericolosissimo, il Marterer di oggi non è quello che l’anno scorso arrivò al quarto turno contro Nadal, ma non sembrava esserlo neanche quello di Thiem, lo statunitense Tommy Paul, eppure l’austriaco ha trovato modo di andare sotto di un set e di trascinarselo dietro fino ad un pericoloso tiebreak nel quarto. Ad ogni modo, da questo quartetto dovrebbe saltar fuori il nome di quello che alzerà la coppa il 9 giugno. Il torneo ha perso delle teste di serie minori, tra cui purtroppo il nostro Marco Cecchinato, che a differenza dello scorso anno, quando era stato lui a rimontare due set a Copil, non è riuscito a superare un ostacolo non certo complicato come quello di Mahut. La speranza è che questo l’aiuti a scaricare un po’ di pressione, e ripartire dalla quarantesima posizione potrebbe in fondo anche fargli bene. Ha perso Shapovalov, ma non è una gran sorpresa, visto che il canadese con la terra rossa non va d’accordissimo e aveva trovato anche un primo turno molto complicato contro Struff, e soprattutto ha perso Daniil Medvedev, un altro che non aveva combinato nulla sulla terra fino a Monte Carlo, quando arrivò ad un passo dalla finale, e a Barcellona, quando in finale c’è arrivato per poi perdere molto male contro Thiem. La sconfitta del russo, complici dei malanni fisici, rende ancora più semplice la corsa verso la tp10 di Fognini, cominciata con una vittoria abbastanza scontata contro Seppi. Fognini adesso dovrà giocare contro Delbonis, e poi dovrebbe avere Bautista Agut. gli ottavi di finale potrebbero bastare per coronare una rincorsa che prima di Monte Carlo pareva velleitaria.
A proposito di italiani vedete voi come considerare il bicchiere. Lasciando perdere il disastro femminile – dopo 37 anni nessuna giocatrice al secondo turno – avevamo cominciato le qualificazioni con 15 giocatori, e nel main draw erano in nove. Al secondo turno sono rimasti in tre, il già citato Fognini, Berrettini e Caruso. Di Fognini abbiamo già detto, Caruso trova Simon, non è detto che sia finita lì, ma naturalmente dipende da Gilou più che del siciliano di Avola. Per Berrettini c’è Casper Ruud, partita magari meno semplice di quello che sembra ma che davvero non dovrebbe impedire al romano di trovarsi venerdì davanti a sua maestà Roger Federer. Ah già Roger Federer. Tra una benedizione e l’altra ha trovato modo di intimidire Sonego e fino a Tsitsipas dovrebbe fare degli allenamenti con un grado di difficoltà via via più elevato. Chissà se basterà per arrivare da Nadal.
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