Vorremmo poterci esprimere meglio, dire semplicemente sia stata una giornata complicata per entrambe le protagoniste, eppure la partita di Sara Errani contro Irina Bara è stata onestamente brutta. Molto brutta.
Di positivo, almeno per noi che vorremmo vedere una azzurra ritrovare una condizione accettabile, c’è che è arrivata una vittoria. Si prende questo, Sara, nella speranza di cogliere l’occasione datale dall’essere una delle 5 lucky loser a Bogotà, l’unica che può vantare una conoscenza e un’esperienza della terra rossa così grande da darle comunque possibilità di venirne fuori da vincitrice anche in giornate così brutte.
Diciotto doppi falli al primo turno di qualificazioni, come al secondo, e come oggi. 54 punti regalati al servizio, eppure è ancora lì, graziata se vogliamo dai tanti ritiri che hanno colpito l’evento colombiano, ma con la grande chance di prendersi quelle vittorie che fino a ora sono mancate. Mettendo da parte il basso livello di gioco complessivo, al prossimo turno avrà una tra Emiliana Arango che è in grande crisi di risultati, ma in tabellone con una wild-card, o l’olandese Bibianne Schoofs che comunque non è mai entrata nelle prime 150 del mondo a 28 anni, con cui tra l’altro Errani ha pure vinto un torneo di doppio a inizio 2018, ad Auckland.
Oggi però, nel 4-6 6-2 6-3 ai danni di Irina Bara, c’è pochissimo da prendere. Sara sta faticando da matti anche solo a far cominciare lo scambio. Cinque doppi falli nei primi sei punti giocati, costretta dalla fine del secondo set a servire dal basso per evitare di commetterne ancor di più (ed eravamo a 15 quando ha cominciato a servire da sotto, comunque non riuscendo a bloccare l’emorragia). Con un’avversaria così spalle al muro, Bara non sapeva che fare. Doveva dare il colpo finale e non ci riusciva, mostrando a sua volta tutta la fragilità di una carriera che a 24 anni la vede ancora appena dentro le prime 200 e senza esperienza nel circuito maggiore. Alta appena un metro e 60, non ha quasi mai spinto la palla per chiudere i punti, con l’abitudine ad alzare traiettorie di 3 metri oltre la rete che facevano paradossalmente il gioco di Sara, molto più a suo agio della rumena.
Probabilmente Bara non sa esprimersi in maniera più offensiva, ma alla fine questa situazione ha tenuto in partita l’azzurra consapevole che se lo scambio sarebbe cominciato le sue chance di vincere il punto alla lunga sarebbero aumentate. I problemi, per Sara, sono tutti soprattutto al servizio. Se comincia a muoversi e a coprire il campo, o ad avanzare, è di gran lunga superiore. Sfruttando queste poche circostanze favorevoli ha girato una partita cominciata malissimo. La rumena ha molto da recriminarsi, perché dal 4-4 del primo set non ha più tenuto la battuta e dal 2-2 nel secondo ha mancato 9 palle game consecutive, con due turni di servizio persi malgrado altrettanti 40-0 a disposizione. Incapace di gestire un momento di difficoltà crescente, Bara è franata in un terzo set dove non le riusciva nulla, mostrando grande impaccio nel capire cosa fare di palle corte. Una non poteva servire dall’alto, l’altra non riusciva a far nulla per portare la partita dalla sua. Così si è arrivati alla fine, con l’ultimo scambio dove entrambe, come spesso è successo, hanno impostato lunghi bracci di ferro da fondo campo a forza di caricare veri candelotti, con Errani che ha portato la sua avversaria a un nuovo errore che ha chiuso la sfida.
C’è poco da salvare se non l’esito finale e l’intelligenza mostrata da Errani nel capire che poteva vincerla malgrado 14 doppi falli in 7 turni di servizio, divenuti poi soltanto 18 su 13. Il conto aggiornato, però, parla di 137 doppi falli in 10 partite. Molto difficile pensare che questa prestazione basti, però c’è un tabellone che non la vedrà affrontare avversarie insormontabili. C’è una chance, e un buon risultato qui potrebbe anche salvarle buona parte del suo 2019. Mettiamo tutto alle spalle, per quanto possibile, perché da qui si può solo migliorare.
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