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WTA Indian Wells: strepitosa Bencic, Osaka abdica. Nona vittoria di fila per Belinda

[23] B. Bencic b. [1] N. Osaka 6-3 6-1

Ormai dovremmo cominciare a tenerle bene a mente: Aryna Sabalenka, Simona Halep, Elina Svitolina, Petra Kvitova, e ora anche Naomi Osaka. Cinque top-10 battute nelle ultime 7 partite, nona vittoria consecutiva, e stasera Belinda Bencic ha scoperto le proprie carte dopo due turni lontani dai riflettori: è lei la favorita almeno per un posto in finale.

Battere Alison Van Uytvanck ed Ekaterina Alexandrova, dopo tutto quello che è successo a Dubai, doveva soltanto essere normale prosecuzione degli eventi. Il 6-3 6-1 alla neo numero 1 del mondo, invece, risuona forte e chiaro: la svizzera è una giocatrice ormai completamente rigenerata, e considerato che nessuna finora è apparsa ancora al suo massimo del potenziale, nel deserto californiano, ci sono i presupposti perché sia lei una delle grandi favorite al titolo finale.

Sta tornando, Belinda, a quei livelli che ha toccato per un periodo tra l’estate 2015 e l’inizio del 2016, prima dell’inizio di tutti i problemi fisici e i due interventi chirurgici. Non deve creare tanto sgomento il risultato odierno, perché rispecchia in pieno quella che è a oggi la distanza tra una giocatrice al pieno delle sue forze psico fisiche e un’avversaria che malgrado la testa di serie ha bisogno ancora di tempo per arrivare al proprio massimo potenziale. La partita di ieri contro Danielle Collins non viene cancellata, le sensazioni di una Osaka che può arrivare a gestire tranquillamente questi momenti ci sono ancora, e se pensiamo ai suoi cammini prima di grandi exploit ricordiamo 3 sconfitte consecutive prima dello US Open o un brutto torneo a Brisbane prima del titolo a Melbourne. C’è tempo e modo per crescere, anche perché stasera in lei c’erano sì diversi errori, ma c’era soprattutto la mancanza di poter mettere le marce importanti, che si tramutava in una Bencic in costante controllo delle operazioni: perfetta al servizio, ma soprattutto capace di non lasciare mai alla giapponese qualche chance di entrare nel match.

A conti fatti Osaka ha giocato il primo bel punto dopo 16 minuti, nel tentativo di salvare una chance di doppio break in un laborioso turno di battuta sull’1-3, poi perso alla quarta chance concessa. L’elvetica è stata bravissima, e questo è forse il merito maggiore, nell’impedire alla giapponese di andare sulle diagonali. Ieri sera aveva dilagato, con l’andare del match, contro Collins perché la statunitense non aveva chance di uscire indenne nel momento in cui lo scambio cominciava a farsi sulla tracciante di destra o sinistra. Stasera altra avversaria, altro stato di forma, e il risultato è stato quello di una Bencic che non ha mai accettato l’idea di cominciare a scambiare su quelle vie: Osaka colpiva, lei dirigeva lo scambio, costantemente coi piedi sulla linea di fondo se non proprio dentro al campo.

La numero 1 del mondo ha avuto un sussulto, ma era già dietro 1-5. Una fase, quella, dove Bencic era anche abbastanza innervosita da un pubblico non troppo corretto nei confronti di entrambe le giocatrici, molto rumorosi durante gli scambi e mai in silenzio quando una delle due doveva servire. Belinda è stata molto infastidita, Osaka si è scossa, ma nell’economia dell’incontro è cambiato nulla. Le sarebbe servito, alla giapponese, mantenere il servizio sul 3-5 per provare a prendere fiducia, tentare una rimonta o partire nel secondo set con più tranquillità, ma questi discorsi ipotetici si scontrano con la grande concretezza di Bencic che prima ha chiuso il parziale evitando di trovarsi in un ipotetico stato d’affanno, poi nel secondo set ha gestito molto bene i primi 2 game dove ha nuovamente allargato la forbice con la sua avversaria e si è involata verso un nuovo importante successo.

Sarebbe servita un’altra Osaka, e comunque difficilmente sarebbe bastata. Non c’è bisogno di allarmismi per la giapponese: stasera sono stati molti di più i meriti di un’avversaria eccezionale, che adesso affronterà (da favorita) chiunque vinca tra Karolina Pliskova e Anett Kontaveit.

Diego Barbiani

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