Saranno Kiki Bertens e Donna Vekic a contendersi il titolo nel WTA Premier di San Pietroburgo. A conti fatti, due delle giocatrici che meglio hanno figurato in questo inizio di stagione ma che causalmente sono uscite forse troppo presto nell’appuntamento più importante: l’Australian Open.
Eppure entrambe avevano dato da subito segnali di quanto avessero lavorato bene in off season per cercare di confermare, o migliorare (come nel caso della croata) l’ottima seconda metà di 2018. Parliamo di obiettivi diversi, di situazioni di classifica distanti tra loro, ma se Bertens è stata un po’ la rivelazione ai piani alti (Naomi Osaka a parte), Vekic ha cominciato una crescita costante, rimanendo fuori dai radar anche malgrado una finale giocata a Washington e ad altre prestazioni comunque di alto livello.
Le carriere di entrambe sembrano cambiate. L’olandese fino alla primavera dello scorso anno era vista come una specialista della terra battuta, la croata un oggetto alla deriva, per alcuni nota solo per essere la ragazza di Stan Wawrinka. Eppure se Bertens, più esperta, ha saputo reinventarsi giocatrice polivalente, per Vekic il grande cambiamento è arrivato con Torben Beltz al suo fianco dopo che il tedesco aveva portato Angelique Kerber fino al numero 1 del mondo e con 2 titoli Slam in bacheca.
Ci ha messo qualche mese, Beltz, ma dall’inizio dello scorso giugno ha dato a Vekic una costanza di risultati che, seppur nella seconda fascia, stanno aiutando la croata a crescere sempre più e in questo 2019, passate 5 settimane di tornei, ha già raccolto una semifinale e ora la prima finale a livello Premier in carriera che le vale l’accesso per la prima volta alla top-25.
Nella prima partita, c’è voluta un’ottima Bertens per battere la miglior Aryna Sabalenka della settimana. Un 7-6(5) 6-2 maturato grazie all’ennesima ottima prestazione al servizio, con 9 ace che la proiettano al primo posto nella speciale classifica WTA (lei è a 88, Naomi Osaka a 87, entrambe con 10 partite giocate) e 120 punti che la portano a 4680 nel ranking mondiale. Diventerà molto interessante la finale di domani, perché al di là di un possibile nuovo titolo avrebbe anche la chance di salire a 4845 punti: sarebbe sempre in ottava posizione, ma aggancerebbe il trenino composto da Karolina Pliskova, Angelique Kerber ed Elina Svitolina, cullando sogni di diventare n.5 del mondo dopo Dubai, posizione che la farebbe diventare la miglior giocatrice olandese della storia al pari di Betty Stöve che arrivò a quel traguardo dopo la finale di Wimbledon del 1977.
Bertens ha giocato un’ottima partita, soprattutto nei momenti delicati della prima frazione dove Sabalenka, rientrata da un break di ritardo, ha provato in tutti i modi a staccarsi con palle break sia sul 3-2 che sul 4-3. Perfetta, la numero 2 del seeding ha sempre dominato lo scambio e impedito alla bielorussa di prendere il comando del punto. Un primo set così equilibrato, ben giocato da entrambe, ha avuto lo sbocco finale nel tie-break che Bertens si è aggiudicata per 7-5. A quel punto Sabalenka, che anche lei festeggerà il best ranking lunedì al numero 9, ha avuto un leggero calo, cedendo il primo turno di servizio della seconda frazione e non riuscendo a contenere sotto 0-3, ma recuperando immediatamente un break di ritardo ha provato a rifarsi sotto. Ottima Bertens a riprendersi dal 15-30 sul 4-2, ancor di più a evitare di trovarsi a servire per il match sul 5-3 chiudendo un lungo ottavo gioco in proprio favore, al quarto match point.
Vekic ha avuto vita molto più facile, anche se ha voluto comunque elogiare Vera Zvonareva nell’intervista a bordo campo dicendo di aver dovuto mettere in campo un livello molto alto per batterla. Il 6-2 6-2 racconta di una sfida completamente ad appannaggio della numero 8 del seeding, che domani ritroverà l’olandese già battuta nella prima settimana del 2019 a Brisbane 7-6(5) 1-6 7-5 salvando due match point quando l’olandese serviva per il match sul 5-4.
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