R. Albot b. [Q] D. Evans 3-6 6-3 7-6(7)
L’atlante del tennis accoglie la piccola Moldavia, che da oggi può vantare un titolo ATP: merito di Radu Albot, 29 anni, una carriera passata ad arrangiarsi tra Futures e Challenger senza troppa gloria. Il suo riscatto arriva a Delray Beach, al termine di una finale lunghissima (due ore e 51 minuti) intervallata dalla pioggia.
La parola fine la scrive però Daniel Evans, il bad boy inglese dal gioco elegante, riemerso dagli inferi di una squalifica per cocaina e vicinissimo a mettere le mani sul trofeo: tre match point mancati nel tie break decisivo (due consecutivi) prima di suicidarsi con un clamoroso doppio fallo alla prima chance di gloria per Albot.
Alto appena un metro e settantacinque, un’inezia rispetto alla media del tennis moderno, Albot si era guadagnato un posto in finale battendo tra gli altri Nick Kyrgios e Steve Johnson. Da domani avrà una classifica (numero 52) che gli assicurerà il main draw di tanti tornei, anche quelli più remunerativi.
In un paese con tradizione tennistica quasi inesistente Radu ha dovuto faticare tanto per emergere. Il papà è stato il primo a mettergli in mano una racchetta, poi una volta adolescente ha lasciato Chisinau per trasferirsi in Germania. Da lì un lungo peregrinaggio frequentando i tornei minori: oggi porta in alto la bandiera moldava più fiero che mai.
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