È stato un Australian Open femminile ricco di spunti che confermano la vivacità di un settore nel quale c’è un grande equilibrio, salgono alla ribalta continuamente nuovi talenti e manca attualmente una leadership dominante dopo quella straripante di Serena Williams, ormai 37enne, rientrata in questa occasione, dopo la cocente sconfitta nella finale degli Us Open per mano della Osaka.
L’americana che non perdeva una partita con match point a favore dal 2010 (Stosur nei quarti a Parigi), si è fatta sorprendere nei quarti di finale da Karolina Pliskova, sprecando un vantaggio di 5-1 e match point nel set decisivo (ne avrà altri due sul 5-4) ma ha dimostrato di essere ancora molto competitiva e in grado di sorprendere anche le migliori. Grazie ai 430 punti conquistati torna in classifica a ridosso delle top 10, all’11° posto, posizione più consona al suo reale valore attuale.
Negli ultimi otto Slam disputati a partire dagli Australian Open del 2017 si erano susseguite otto diverse vincitrici, cinque delle quali al loro primo successo in un Major (nel 2017 Ostapenko a Parigi e Stephens agli Us Open e nel 2018 Wozniacki in Australia, Halep a Parigi e Osaka agli Us Open). Ebbene con il primo Slam di questa stagione, la striscia si è interrotta in quanto Naomi Osaka, al termine di una sofferta finale contro Petra Kvitova, ha saputo confermarsi vincendo il suo secondo slam, consecutivo al primo assoluto, compiendo in tal senso un impresa che nel terzo millennio era riuscita soltanto alla americana Capriati nel 2001.
Di seguito tutte le vittorie consecutive ottenute dal 2001 da sei tenniste:
Vincendo il torneo, la Osaka è anche diventata numero uno del mondo succedendo alla rumena Halep, che ha detenuto lo scettro per 48 settimane. Con l’avvento della giapponese, dall’inizio del 2017 diventano 10 gli avvicendamenti registrati al vertice del ranking, con 7 tenniste diverse.
Il mondo del tennis plaude anche il ritorno nella finale di uno Slam di Petra Kvitova dopo 5 anni, da quando a Wimbledon nel 2014 vinse per la seconda volta i Championships. È un risultato che premia la tenacia di un atleta che rischiò di dover lasciare l’attività a seguito delle conseguenze di un’aggressione sanguinosa subìta nel dicembre 2016 che la costrinse a restare lontano dal circuito per oltre 7 mesi. La tennista ceca risale al secondo posto del ranking, posizione occupata per l’ultima volta il 29 giugno 2015, a 740 punti dalla Osaka.
Il torneo ha fatto registrare sorprese inattese, portando alla ribalta anche nuovi talenti. L’americana Danielle Collins (25 anni), numero 35 del ranking che non aveva mai vinto una partita in uno Slam (bilancio 0-5), alla sua prima apparizione in Australia, è approdata a sorpresa in semifinale dove però si è dovuta arrendere ai colpi della Kvitova. La Collins è la settima tennista dal 2001 ad approdare in semifinale a Melbourne senza essere compresa tra le teste di serie.
Anche la 17enne Amanda Anisimova, americana di origini russe e numero 87 in classifica, era alla sua prima apparizione nello Slam australiano e non aveva alla vigilia mai vinto in uno Slam (due soli i match disputati). È approdata agli ottavi di finale lasciando complessivamente soltanto 14 game alle tre avversarie incontrate tra cui anche la bielorussa Sabalenka, compresa alla vigilia nella rosa delle aspiranti alla vittoria finale e liquidata al termine di una prestazione sbalorditiva col punteggio di 6-3 6-2 . Nulla da fare contro la Kvitova (2-6 1-6 alla fine), ma intanto Amanda guadagna 25 posizioni in classifica e avvicina la top 50.
Altri numeri del torneo:
3 – Gli anni consecutivi in cui al termine degli Australian Open si è registrato un avvicendamento in testa al ranking: nel 2017 Serena Williams successe ad Angelique Kerber e lo scorso anno Caroline Wozniacki avvicendò Simona Halep, scavalcata a sua volta quest’anno da Naomi Osaka.
5 – Le tenniste americane approdate agli ottavi di finale, non succedeva dal 2003 (S. Williams, Collins, Keys, Anisimova e Stephens).
7 – Le tenniste non comprese tra le teste di serie ad approdare ai quarti di finale del torneo dal 2000, almeno una negli ultimi 5 anni:
8 – La striscia di finali consecutive vinte dalla Kvitova, iniziata con il Master B di Zhuhai nel 2016, durata fino alla vittoria a Birmingham dello scorso anno e interrotta dalla sconfitta con la Osaka.
19 – Il record di presenze agli Australian Open di Venus Williams.
26 – Le numero 1 Wta dal 1975, quando fu introdotto il ranking computerizzato. La Osaka con i suoi 21 anni e tre mesi è la più giovane da quando nell’ottobre 2010 salì sul tetto del mondo la Wozniacki a 20 anni e tre mesi.
34 – Le finali disputate dalla Kvitova nel circuito maggiore con un bilancio di 26 vittorie e 8 sconfitte.
120 – Le tenniste ad aver vinto almeno uno Slam.
196 – I cambi della guardia in testa alla classifica Wta. La prima n.1 fu Chris Evert il 3 novembre 1975.
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