È questo il miglior Djokovic che tu abbia mai affrontato?
È difficile avere una chiara idea. Penso che lui abbia giocato in maniera perfetta, in un modo che mi doveva portare a fare qualcosa di più, che invece non ho fatto. Non sono stato in grado di mettere in campo qualcosa più di così. È stato incredibile come lui abbia giocato, davvero, ma è anche vero che fisicamente non sono stato in grado di tenergli testa. Ho giocato in maniera fantastica per due settimane, però forse il non aver avuto problemi mi ha portato qui oggi non preparato al meglio. Sono stato 5 mesi senza giocare, questa era una sfida molto grande e avrei avuto bisogno di qualcosa di più. Penso di aver giocato in maniera eccezionale, nelle due settimane, nella fase offensiva. In quella difensiva invece mi sono allenato per quello che ho potuto. Ho lavorato abbastanza, ma forse a causa dell’intervento e di quanto accaduto ad Abu Dhabi non è stato sufficiente. Per affrontare uno come lui, come ha giocato oggi, mi serviva un gioco difensivo per avere poi la chance di essere offensivo, no? Per la maniera in cui stava colpendo sarebbe stato difficile batterlo anche se io fossi stato al 100%, ma ci sarebbe stata più battaglia.
Puoi spiegare cosa significa avere di fronte un giocatore che ha tutte le risposte pronte?
No è più una questione personale, o comunque legata al gioco. Tu vai in campo, sai che puoi vincere o puoi perdere se un avversario è così bravo. Devi solo saperlo accettare.
Tsitsipas ha detto che lo hai distrutto.
Sì ma Stefanos è molto giovane. Probabilmente deve ancora farsi le ossa con partite così. Io non sono nuovo a questo, so che sono situazioni che possono capitare. Capitano anche ai migliori della storia. Non sto dicendo che sono stato distrutto, ma ho giocato contro uno che era al massimo possibile della sua condizione. È stato meglio di me stasera, questo è lo sport. Possiamo dire ciò che vogliamo, ma se un giocatore è capace di fare tutto così bene non c’è granché di cui tu ti possa lamentare. L’unica cosa che posso dire è “congratulazioni, ben giocato”. Dalla mia parte non posso che essere soddisfatto di queste due settimane. È bello aver potuto giocare la finale. Dopo lo US Open sono andato incontro a situazioni molto difficili. Non ho giocato per 3/4 settimane a causa del ginocchio, sono tornato e 2/3 giorni prima di Bercy sentivo che qualcosa non andava col piede. Sono andato a Bercy e avevo un problema all’addome, sono tornato a casa e ho dovuto fare l’intervento al piede perché una piccola parte della caviglia era andata. Poi a inizio stagione ho cercato di ricominciare ma ho avuto un problema alla coscia. Anche se cerco di essere sempre positivo, è molto dura. Alla fine, se analizziamo un po’ tutto, queste due settimane sono state fantastiche e stasera non ero pronto a dovere a questa sfida. Forse, se riuscirò ad allenarmi bene, nel giro di 2 mesi potrei essere sui miei livelli.
È più facile dimenticare una sconfitta di questo genere piuttosto che quella di Wimbledon?
A dir la verità sono tornato a casa più orgoglioso del mio livello di Wimbledon, rispetto ai miei sentimenti ora. Però come dolore e dispiacere mentale è più forte dopo quel match. Lì ero vicinissimo, e stavo giocando veramente bene dopo aver vinto a Parigi e aver ottenuto tanti successi consecutivi. Quella era una chance di vincere un altro Wimbledon. Eppure forse era più difficile qui che a Wimbledon, perché lì venivo da un ottimo momento mentre qui ero fermo da mesi.
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