[1] N Djokovic b. [2] R. Nadal 6-3 6-2 6-3
Niente “epici”, nessuno sgomento, zero termini inflazionati. Stavolta il tanto atteso scontro tra Novak Djokovic e Rafael Nadal si è concluso con la vittoria più netta del serbo in un incontro dello Slam contro lo spagnolo.
Era dal 2003 che Melbourne Park non aveva una finale così a senso unico, dove lo sconfitto era capace di raccogliere così pochi game. In quell’occasione Andre Agassi divorò Rainer Schuttler, che raccolse solo 5 game, mentre oggi Nadal ne ha fatti appena 8, nella peggiore finale di un Major disputata.
Tutte le attese, tutti i proclami e le speranze di un match che rispecchiasse quantomeno in parte la loro battaglia del 2012, le 5 ore e 53 minuti che passarono alla storia come la finale Slam più lunga di sempre, sono svaniti fin dai primi minuti. Già nei game iniziali la palla dello spagnolo non correva, rimbalzava spesso a metà campo, non incideva, e per Djokovic è stato un attimo prendere subito vantaggio fermandosi solo quando ha mancato 2 chance del 4-0.
Lo spagnolo ha contenuto il distacco, ma la valanga serba ha finito per travolgerlo comunque. Era a tratti irriconoscibile, per i tanti gratuiti commessi già in un set e mezzo (16 fino al 6-3 3-2 e servizio per l’avversario) e per un atteggiamento che non rispecchiava il suo carattere che ha sempre messo in campo. C’era volontà, a tratti, ma il tutto non veniva mai seguito da una buona riuscita del piano. Passati due set aveva raccolto 5 game, contro un Djokovic neppure così irresistibile come accaduto altre volte in passato. Proprio su questo campo, nel 2016, giocò i due set forse più belli della carriera rifilando 6-1 6-2 a Roger Federer prima di completare l’opera in 4 (6-1 6-2 3-6 6-3). Quella versione del serbo era mostruosa, quella di oggi per lunghi tratti è stata una buona versione, molto efficace da fondo campo nel controllo della palla dello spagnolo e nella capacità di gestire gli scambi, ma i picchi erano ben lontani da allora.
Eppure tutto ciò sta funzionando, perché ora si trova nella stessa situazione di tante altre volte in carriera quando l’Australian Open diventava il terzo Slam vinto consecutivamente. L’ultima volta nel momento magico 2015-2016, quando poi riuscì anche a spezzare il tabù per lui tremendo del Roland Garros. Quattro Slam di fila, il primo a riuscirci da Rod Laver quasi 50 anni fa. Altro tempo, altro tennis. Adesso, 3 anni dopo, Djokovic è di nuovo in quella posizione: 3 Slam consecutivi vinti, la chance di completare il quadro a Parigi. È davvero quel Djokovic? Difficile crederci, eppure partite come questa, e un terzo set giocato finalmente ad alto livello, vorrebbero dimostrare il contrario.
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