[9] A. Barty b. [11] Q. Wang 6-3 6-4
Il 2018 finisce nel segno di Ashleigh Barty. L’australiana, classe 1996, completa la sua ottima settimana a Zhuhai col successo per 6-3 6-4 contro Qiang Wang nella finale del WTA Elite Trophy di Zhuhai e “consegna” al proprio paese il titolo più importante in singolare dallo US Open 2011 quando si impose Samantha Stosur.
Al di là della sconfitta nel match d’esordio del girone, contro Aryna Sabalenka, Barty ha avuto un percorso netto di ottimo livello dove soltanto Julia Goerges, campionessa uscente, ha saputo toglierle un set. La tedesca, tra l’altro, era presente oggi nel box della giocatrice nativa di Ipswich, nel Queensland, ad applaudire all’importante traguardo della collega. Per quanto questo evento sia piuttosto bistrattato, come collocazione (anche se dal prossimo anno sarà posizionato prima delle WTA Finals) e come appeal, quest anno ha avuto un discreto boom causato dal parco-giocatrici più importante degli ultimi 4 anni e dalla presenza di due cinesi tra cui una, proprio Wang, proveniente da un momento magico di forma.
Il risultato è stato una settimana di tanto bel tennis, gironi super equilibrati e un pizzico di rammarico per come Madison Keys si sia dovuta ritirare poco prima delle semifinali. Al suo posto, secondo la regola, è subentrata la numero 2 del girone della statunitense e Wang aveva colto al volo l’occasione travolgendo una Garbine Muguruza molto negativa. In finale, le tribune del campo centrale di Zhuhai erano stracolme per sostenere la beniamina di casa che celebrava lo storico accesso alla top-20: si tratta della quarta cinese a raggiungere questo traguardo dopo Na Li, Jie Zheng e Shuai Peng.
Purtroppo per la giocatrice di Tianjin, non c’è stato il vero lieto fine. È mancata la lode al voto già ottimo, con un match mai giocato veramente al suo massimo e dove nelle diverse fasi ha avuto probabilmente più tensione e paura della sua avversaria che malgrado un momento negativo nella seconda metà del primo set ha sempre avuto la carta giusta da giocare per emergere come la migliore in campo.
Se ieri contro Muguruza non c’era alcun pensiero all’esito del match, visto che era stata ripescata poco prima e quella partita era di fatto un jolly, oggi fin dai primi game si è visto come fosse più bloccata. Anche per lei, come Barty, l’eventuale successo avrebbe rappresentato il titolo più importante in carriera. Tanti errori, un nervosismo crescente, e l’australiana che saliva abbastanza velocemente sul 4-0 e servizio. Qui qualcosa è cambiato: qualche buon colpo, unito a qualche errore di troppo dell’avversaria, le dava indietro il primo break. Poi il secondo. Come la numero 9 del seeding non aveva fatto molto di più che tenere un buon ritmo e sbagliare poco, adesso era la cinese che raccoglieva i regali della sua avversaria e arrivava fino alla palla del 4-4. Un dritto colpito male, trascinato in corridoio dal nastro, le ha negato questa chance e poi una Barty maggiormente efficace con lo slice di rovescio ha trovato il nuovo vantaggio. Al servizio per il primo set non ha avuto grandi difficoltà e ha chiuso al primo set point.
Nel secondo parziale la partita ha visto un progressivo aumento del livello. Ogni tanto le due tendevano ad abbassare il ritmo cercando di trascinare l’altra all’errore, ma rispetto al primo set Wang colpiva molto meglio e sapeva rendersi molto più offensiva, cosa che portava Barty a dover essere sempre concentrata per replicare con un tennis più vario agli attacchi della cinese. Bellissima, da questo punto di vista, la demivoleè di rovescio con cui ha salvato la prima delle due palle break (consecutive) sull’1-2. Era un momento molto favorevole all’avversaria, che teneva con agio i propri turni di battuta e sapeva farsi pericolosa in risposta. Non è mai riuscita, però, ad approfittarne e sul 3-3 è arrivata la nuova spaccatura. Wang ha pagato caro due momenti: sul 15-15 un nastro favorevole all’australiana e sul 15-30 un rischio forse eccessivo con un rovescio dal centro verso l’angolo sinistro, colpo già riuscito in diverse circostanze fino a poco prima ma che lì è terminato abbondantemente in corridoio. Barty ha preso il vantaggio e malgrado il tentativo di rimonta dell’avversaria (resasi pericolosa sul 30-30) ha trovato due ottime soluzioni per chiudere la partita.
È suo dunque l’ultimo titolo WTA del 2018, che la proietterà in top-15. Sembra quasi di parlare di una veterana, vista l’intera stagione vissuta nei piani alti della classifica, eppure ha soltanto 22 anni. Ottima doppista, adesso sta prendendo fiducia anche in singolare e con l’inizio della prossima stagione avrà subito il banco di prova per lei più importante: la trasferta australiana. Nell’universo down-under le vogliono un gran bene, adottata per il suo carattere e per il passato fatto di una fuga dal tennis (verso il cricket) che ha aperto gli occhi di molti nei suoi confronti. Adesso, con le soddisfazioni che inizia a togliersi, ci sarà ancor più interesse nel seguire la sua crescita.
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