Pronostici rispettati a Milano: saranno Stefanos Tsitsipas e Alex de Minaur, rispettivamente numero uno e due, a giocarsi sabato sera la finale della seconda edizione delle NextGen ATP Finals. Due battaglie intense chiuse al quinto set durante le quali Jaume Munar e Andrey Rublev hanno lottato fino all’ultimo respiro ma che alla
fine hanno visto prevalere i due giocatori più forti, almeno per quanto fatto vedere in questa settimana.
[2] A. de Minaur b. [7] J. Munar 3-4(5) 4-1 4-1 3-4(4) 4-2
Il primo parziale, rotti gli indugi iniziali entra subito nel vivo. Munar è notevolmente cresciuto nel corso della settimana trovando gran fiducia al servizio servizio e maggior confidenza con la superficie. Inizialmente de Minaur fatica ad uscire dalla ragnatela di scambi tanto graditi e imposti da Munar. Lui è estremamente reattivo e da il meglio di se stesso quando reagisce d’istinto e sembra che con quel pizzico di tempo in più per pensare perda il suo timing. Consapevole di questo, nel terzo game decide di scendere a rete su ogni palla e la tattica funziona. Munar da parte sua è micidiale nel mettere in atto le sue contro misure di contenimento e senza concedere niente al servizio porta il parziale al tie break che fa suo rispecchiando le trame del set. de Minaur fa gioco, varia, scende a rete ma il muro spagnolo alla fine ha la meglio. All’inizio del secondo parziale de Minaur inizia a trovare il ritmo e a muovere i piedi più velocemente, entra in campo, aggredisce la palla e scende molto più spesso a rete mettendo a segno il break nel secondo game e chiudendo il parziale con medie da big server. Una volta prese le misure allo spagnolo, e trovata la chiave per mantenere alto e costante il livello d’attenzione, de Minaur domina anche il terzo aperto e chiuso con un break e nel mezzo colpi di straordinaria bellezza: smorzate, lob passanti millimetrici, risposte vincenti alla seconda con i piedi quasi sulla riga del servizio e un gioco al volo da manuale per tempismo nel scendere a rete anche se non sempre accompagnato dalla stessa perfezione nell’eseguire la volée. Ma ce ne fossero di giocatori capaci di variare così il gioco, di essere sempre positivi e propositivi e di non lasciarsi mai andare a manifestazioni di sconforto plateali quando le cose non funzionano. Lo stesso discorso vale per lo spagnolo che lotta fino alla fine mantenendo il quarto set in equilibrio fino all’ultimo game quando si salva portando il parziale al tie break dopo aver annullato quattro match point, di cui due sfortunatissimi per l’australiano finiti fuori di un soffio. Lo scampato pericolo carica lo spagnolo che vende cara la pelle e con due punti vinti in difesa degni del suo mentore, chiude 7-4. Lo sforzo però è grande e il calo arriva all’inizio del set decisivo. de Minaur è sempre attento come un falco e sfrutta subito l’occasione mettendo a segno il break. Restano solo due turni di battuta che lo separano alla finale e lui se li tiene ben stretti.
[1] S. Tsitsipas b. [5] A. Rublev 4-3(3) 3-4(5) 4-0 2-4 4-3(2)
Tsitsipas e Rublev danno fuoco alle polveri da subito e dominano i propri turni di battuta con ace, gran prime e vincenti in uscita dal servizio. Pochi scambi e durante quelli che si vedono si fa fatica a vedere la palla che viaggia a velocità impressionante da una parte all’altra. L’equilibrio porta al tie break che nel terzo punto vira verso il greco omaggiato di un mini break da un errore di dritto del russo. Il vantaggio permette a Tsitsipas di giocare più a cuor leggero e di spingere ancora di più e nel settimo punto strappa un’altra volta il servizio a Rublev andando a segno con un dritto vincente insidie in sulla riga dopo uno scambio di mazzate da fondo. Rublev recupera uno dei due mini break con un gran passante incrociato di dritto ma Tsitsipas è ormai troppo vicino al traguardo e lo raggiunge chiudendo con un ace. Il dominio al servizio continua nel secondo parziale e i punti che ottengono uno o l’altro in risposta sono sempre sporadici. Nel terzo game Tsitsipas indovina un paio di risposte anticipate di rovescio e vince un punto addormentando lo scambio con lo slice di rovescio e arrivando al deciding point che decide di giocarsi scendendo a rete ma Rublev lo passa con un passante lungo linea di rovescio sulla riga. Tutto ritorna sui binari del servizio e anche il secondo parziale si decide al tie break. Questa volta è Rublev a stare davanti dall’inizio e a convertire il terzo set point con uno schiaffo al volo di dritto dopo aver dominato lo scambio. Il primo break del match arriva nel secondo game del terzo parziale ed è Tsitsipas a metterlo a segno confermando una maggiore lucidità nel gestire le situazioni più delicate se Rublev glielo permette. Un dato su tutti è curioso: il russo colpisce il 43% dei punti con i piedi dentro la riga di fondo, Il greco il 17% ma così facendo ha quel margine in più che gli consente di ragionare e di invertire la tendenza dello scambio, ricorrendo allo slice di rovescio per spezzare il ritmo del gioco. La tattica paga e il quarto set finisce 4-0 per il greco. Il quarto parziale regala emozioni a ripetizioni. Rublev riapre i giochi con l’atteggiamento di chi ha niente da perdere e tutto da guadagnare strappando il servizio al greco nel terzo game che se lo riprende subito dopo al deciding point con una risposta vincente di dritto. Il russo però non ci sta e tirando ancora a mille come un forsennato mette a segno un altro break e poi chiude 4-2 con un turno di servizio sodissimo. Il set decisivo ripete le orme di quello che l’ha preceduto ma al contrario. Rublev perde il servizio nel secondo game sbagliando di un soffio un paio di punti giocati in controllo e praticamente chiusi e poi Tsitsipas restituisce il regalo commettendo doppio fallo sul deciding point dopo essere risalito da 15-40. Il servizio torna a dominare e si arriva al tie break che vede Tsitsipas in allungo nel secondo punto con un dritto vincente inside out in contropiede. Un punto pesante che il greco ottimizza con un rendimento micidiale al servizio.
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