[6] E. Svitolina b. [8] K. Bertens 7-5 6-7(5) 6-4
Corre, corre ovunque, e arriva fino alla finale. Il torneo di Elina Svitolina non è ancora finito e l’ucraina, con tanto cuore e spirito di sacrificio, è arrivata fino alla finale del Master femminile di Singapore con il quarto successo della sua settimana.
C’è stato un po’ di tutto nelle due ore e trentasette minuti di partita vissuti su un equilibrio sottilissimo, con un grande dispendio di energie mentali e atletiche da parte di entrambe e numeri che non rendono troppa giustizia al tipo di partita che le due giocatrici hanno voluto mettere in campo. Bertens ha commesso 63 errori gratuiti, molti concentrati in momenti precisi della partita dove era costretta a superarsi per sfondare il muro difensivo dell’ucraina e incappava nell’errore. Svitolina ha giocato una quindicina di vincenti, pochi visti nell’ottica generale ma nella perfetta media di chi per tutta la partita ha cercato maggiori risorse nel proprio lato atletico fidandosi nel momento del bisogno del gioco che, fondamentalmente, applicava a inizio carriera. Una soluzione più difensiva, un palleggio prolungato, una palla profonda, una più insidiosa. E corsa, tantissima corsa, come quella che ha generosamente messo in campo sulla prima palla break salvata nel game chiave, il decimo del terzo set, dove è andata più volte da un lato all’altro del campo a riprendere i colpi dell’olandese fino a costringerla al gratuito.
Su questo campo si può portare una soluzione di questo genere, probabilmente viene premiata di più rispetto a un gioco più offensivo. Al di là di Serena Williams e, forse, Dominika Cibulkova hanno sempre avuto la meglio giocatrici più “ribattenti”: Agnieszka Radwanska nel 2015, Caroline Wozniacki nella scorsa edizione. Il gioco paga, e oggi nelle fasi chiave Svitolina è diventata un muro. Il suo obiettivo era di tenersi invalicabile, come nel secondo set quando è rientrata nel parziale nel momento in cui Bertens serviva sul 5-4 ed era avanti 40-0. Il segreto lì è stato soprattutto rimettere sempre la palla in campo, portare l’avversaria all’errore. Per una ventina di minuti, la numero 6 del seeding non sbagliava nulla. Bertens, invece, con l’aumentare delle chance non sfruttate sentiva sempre più pressione e gli errori, purtroppo per lei, in questi momenti sono stati diversi.
Il match in sé ha avuto momenti cruciali, e Bertens è stata quella che ne è sempre uscita peggio. Nel primo set, sul 4-5 l’olandese teneva il servizio con un set point mancato dalla sua avversaria che cercava una difficile accelerazione in lungolinea col rovescio, appena la seconda del suo match fin lì. Kiki teneva la battuta, ma da lì il gioco si faceva più irregolare e Svitolina, approfittando di un brutto game di battuta della sua avversaria poco dopo, si portava avanti 7-5. Un inizio di secondo set più lento, però, dava il vantaggio all’olandese che anche grazie a qualche game senza sussulti arrivava comodamente a servire sul 5-4. Aveva mancato un set point sul 5-3, ma quel 40-0 sembrava garanzia di terzo set. Lì però Svitolina ha cominciato a ributtare tutto di là nel momento probabilmente migliore della sua partita, non solo da un punto di vista atletico. Dal 40-0 al 2-0 in suo favore nel tie-break non c’erano errori ne esitazioni, mentre per Bertens la situazione era più traballante. Eppure, da lì in avanti, un paio di colpi frettolosi e una seconda di servizio molto penalizzante non le consentivano di evitarsi il terzo set decisivo della sua settimana.
I primi game del terzo set sono stati fondamentali. Bertens sbagliava tanto, ma Svitolina non riusciva a chiudere un game di battuta sull’1-0 e servizio durato 13 minuti. Un po’ la seconda, che nei momenti chiave era molto debole e priva di sostanza, un po’ la sua ostinazione a rimanere molto dietro la linea di fondo e a colpire sul dritto dell’avversaria: gli tanto riusciva a crearle problemi, ma per tutte le chance che concedeva sembrava un gioco troppo rischioso. Brava, molto brava, a cambiare tattica prima di ritrovarsi in svantaggio al successivo cambio campo. Sull’1-1 ha cominciato a cercare un po’ di più il rovescio dell’olandese, il colpo forse meno solido oggi. Elina ha ritrovato la testa della gara e per qualche game non ha più sofferto. Una maggiore percentuale di prime e un momento di calo le consentivano di portarsi fino al 5-4 e servizio. Qui Bertens ha tentato il tutto per tutto, sfruttando la tensione dell’ucraina che concedeva due palle break. Nel momento chiave, però, ha messo in campo tutta la velocità e l’atleticità per raggiungere da un lato all’altro i colpi dell’avversaria e poi, sul match point, ha trovato la forza per colpire col dritto lungolinea e mettere fine a una battaglia estenuante.
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