Mosca, per il terzo anno di fila, racchiude in se qualche situazione non troppo chiara. La collocazione scomoda nel calendario femminile, che vede il torneo Premier la settimana prima del Master di Singapore, ha storicamente creato caos.
Nel 2016 il torneo non diede la wild-card a Johanna Konta, lasciando strada libera a una scatenata Svetlana Kuznetosva che vinse il torneo e superò la britannica, in quel momento numero 9 della Race e già a Singapore con le altre in attesa di scoprire se fosse stata lei l’ottava del gruppo o se, come avvenuto, la russa le avrebbe anche tolto il posto. Nel 2017 Johanna Konta era iscritta ed era lei nella condizione di dover far risultato per scavalcare Caroline Garcia, a cui il torneo negò la wild-card. La britannica, in un momento molto negativo di forma, non scese neppure in campo e regalò alla francese l’ultimo posto utile per le Finals.
Quest anno Simona Halep che ha preso uno dei due inviti riservati alle top-20 per evitare di pagare una multa e completare il numero minimo di tornei Premier semplici (470 punti alla vincitrice) da giocare in una stagione ha deciso comunque di volare in Russia malgrado abbia comunicato di avere un’ernia del disco. La scelta sembra quantomai azzardata, soprattutto perché la WTA ha annunciato che è matematicamente certo che finisca la stagione al numero 1 del mondo e sobbarcarsi Mosca-Singapore in due settimane potrebbe anche complicare la situazione della sua schiena. Il secondo è stato assegnato a Sloane Stephens a metà della scorsa settimana e malgrado la statunitense durante il fine settimana abbia visto la sua posizione prima sempre più vicina e poi, con la sconfitta di Karolina Pliskova nella finale di Tianjin, matematicamente dentro all’aereo per Singapore è rimasta comunque a Mosca.
In questo processo a pagare è Elina Svitolina, che con la sconfitta nei quarti di finale a Hong Kong è rimasta a 3850 punti e non potrà difendere le proprie chance nell’ultima settimana visto che in Lussemburgo le hanno preferito Garbine Muguruza e a Mosca non c’era più spazio. La richiesta dell’ucraina sembra sia arrivata prima che il torneo decidesse di assegnare l’invito alla statunitense, ma nelle 24 ore prima del sorteggio del tabellone principale la bi-campionessa di Roma è rimasta in attesa di una telefonata ben sapendo che la statunitense, inseritasi perché come lei aveva bisogno di punti per le Finals, a quel punto poteva non giocare per volare direttamente a Singapore. La scelta della statunitense è abbastanza singolare, anche perché già solo perdendo le 3 partite del Round Robin guadagna 375 punti e 151.000 dollari (prize money dello scorso anno, ma pensiamo non sia meno di così anche in questa stagione), l’equivalente di punti a una finale in Russia e in soldi al prize money riservato alla vincitrice. Nessuna delle big disputa il torneo di Olympiskiy Stadion se ha già il biglietto per volare nel Sud Est asiatico per la scomodità del viaggio, delle diverse condizioni e l’adattamento al fuso che è di 6 ore indietro.
Così, con Svitolina a piedi, Karolina Pliskova e Kiki Bertens hanno il destino nelle loro mani: due vittorie a testa e saranno la settima e l’ottava qualificata. Serve a entrambe una semifinale, ma partiranno dal secondo turno perché inserite tra le prime 4 teste di serie e con un bye a disposizione. Il cammino della ceca non è troppo complicato, con una qualificata all’esordio e poi probabilmente Anastasija Sevastova, lei in lotta invece per essere top-10 dopo questa settimana (anche lei ha bisogno di una semifinale per avere chance) mentre l’olandese aprirà contro Mihaela Buzarnesu o Aliaksandra Sasnovich e ai quarti avrebbe una tra Konta, Elise Mertens (anche lei in lotta per un posto in top-10 e anche lei con la semifinale come obiettivo minimo) e Daria Gavrilova, già in finale qui nel 2016.
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