Hai iniziato molto bene il primo set. Quanto dura è stata per te dover ricominciare da capo dopo un inizio così spettacolare?
Non è stato facile ovviamente ma lei ha fatto davvero una cosa giusta: ha cambiato completamente il suo gioco e mi ha obbligata a competere con una tattica diversa, mostrandomi un tennis del tutto differente.
Qual è la chiave per rimanere sempre concentrata anche in una situazione con così tante aspettative?
Beh fortunatamente non sentivo la pressione, in questo periodo non la sento proprio perché sono nel viaggio di ritorno verso quella che ero. Per essere onesta ho solo cercato di divertirmi.
Puoi parlarci un po’ di cosa è cambiato con la maternità, come hai gestito il tennis?
È fantastico, credo che la maternità sia la cosa migliore che mi sia capitata, ne godo ogni singolo momento. Non avrei mai pensato che mi facesse questo effetto, di coinvolgermi completamente, che mi avrebbe sopraffatto, quella non ero io. Io sono una di quelle che non si fanno travolgere (ridendo). Sono davvero contenta: ho avuto tanto dalla vita ma non pensavo che avere quel qualcosa in più mi avrebbe reso così felice.
Quali parti del gioco di Pliskova consideri migliori?
Ovviamente il suo servizio. Lei ha un dritto fenomenale e non fa molti errori. Era numero uno l’anno scorso e non credo ci sia arrivata senza meriti. Sì ha un sacco di punti forti nel suo gioco.
Hai detto in campo che fisicamente tornare è stato più difficile di quanto ti aspettassi. Mi chiedo cosa sia stato più difficile per te e cosa ti aspettassi quando hai iniziato ad allenarti…
Penso che la società te la metta là come un basta che rientri ed in breve tornerai agli stessi livelli ma questa è solo una favola.
Vorrei far sapere alle donne che non accade come nel mondo Instagram. Nel mondo reale ci vuole un po’ perché il tuo corpo ritorni come prima. E non è solo un problema di fisico e di testa ma ha anche a che vedere con le emozioni, con una nuova creatura con cui all’improvviso hai a che fare.
Ci sono molte cose con cui confrontarsi e io vivevo in quel mondo in cui tutte le cose automaticamente si riunivano insieme. Come con i miei vestiti: cercavo in un certo senso di stare dentro una favola ma non è accaduto. Perciò ho dovuto realizzare il tutto e iniziare a vivere nella realtà.
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