Simona Halep ha impiegato soltanto un’ora per qualificarsi alla sua nuova finale canadese. Toronto o Montreal, alla numero 1 del mondo importa veramente poco: dal 2015 a oggi ha mancato la finale soltanto nella passata stagione quando fu sconfitta (pesantemente) in semifinale contro Elina Svitolina. Potrebbe avere di fronte proprio l’ucraina, domani, ma la numero 5 del mondo avrà una Sloane Stephens che ha fatto molto bene fin qui. Se non altro, avremo sicuramente o la riedizione della finale di Roma o del Roland Garros.
6-4 6-1 il punteggio con cui la rumena si è sbarazzata di Ashleigh Barty, spazzando via ogni possibile stralcio dopo le parole poco delicate di ieri verso gli organizzatori e la WTA per come erano stati gestiti gli ordini di gioco degli ultimi giorni. Purtroppo è stata tutta una conseguenza della pioggia di mercoledì e lei anche considerando che l’australiana dovrà giocare il doppio, non poteva essere messa in campo tranne che in questa fascia oraria. Se non altro, la partita ha dimostrato come Halep sia riuscita a togliersi la ruggine del primo match e ad alzare in maniera esponenziale il suo livello.
Il primo set è stato quasi perfetto, non fosse per un leggero passaggio a vuoto sul 4-1. Il punto è: in questo periodo Halep in risposta è forse la cliente più scomoda in assoluto. I break arrivano con oltre il 50% di media a partita sui turni di servizio giocati dalla sua avversaria. Volete il conteggio di questa sera? 5 break su 9 game di risposta giocati. Non è riuscita, Barty, a renderle la vita complicata con il proprio slice di rovescio e col dritto faceva poco male alla sua avversaria che sembra non aver tolto il piede dall’acceleratore dopo la fase finale del primo set e tutto il secondo set di ieri contro Caroline Garcia.
Adesso una nuova finale, la quinta della stagione con già 2 titoli portati a casa. Il Canada è un’oasi per lei molto amica, ma serve ancora una vittoria per chiudere nel migliore dei modi la sua prima settimana sul cemento nord-americano.
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