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WTA Cincinnati: Giorgi travolta da Keys. Muguruza abdica all’esordio

[13] M. Keys b. [LL] C. Giorgi 6-2 6-2

Madison Keys sembrava apparentemente in difficoltà: qualche problema al polso maturato nelle ultime settimane, fastidi derivanti dalle due operazioni dello scorso anno, e la ghigliottina dei 1300 punti in uscita allo US Open che si avvicinavano inesorabili. La statunitense però ha trovato un buon viatico a Cincinnati, nel quarto Premier 5 della stagione WTA ed ha messo insieme due vittorie che sono anche frutto di quel lavoro che David Taylor vorrebbe sempre vedere da lei.

Il neo-coach australiano, substrate a Lindsay Davenport subito dopo il Roland Garros, sta cercando di predicare calma: non qualcosa che le impedirebbe di esprimersi in tutta la sua potenza, ma più una consapevolezza che nel proprio tennis c’è qualcosa di importante e bisogna farlo fruttare pur non andando al 100% a ogni colpo. Quello che ha Jelena Ostapenko e che lo stesso Taylor ha apprezzato tantissimo finché lui e la lettone hanno lavorato assieme (a Miami, contro Elina Svitolina, in una patita dove lei gli diceva “sto sbagliando troppo” lui le ripeteva “ti ricordi come hai vinto Parigi? 54 errori, ma anche 54 vincenti. Sei tu padrone del tuo destino, non preoccuparti”). Pressando, avendo il gioco in mano, ma senza voler sfondare come per liberarsi dallo scambio. Una filosofia di tennis che Madison sembra disposta ad accettare, una filosofia a cui Camila ha rinunciato da tempo.

A quasi 27 anni è pressoché impossibile correggere certe situazioni che l’azzurra ha finora sempre rifiutato. Ha fatto passi in avanti, ma tolti i quarti a Wimbledon la stagione è stata abbastanza povera (anche a causa di un problema fisico a inizio anno) e in Ohio ha avuto la fortuna di giocare nel main draw perché Venus Williams si è ritirata. Poi contro alcune giocatrici come Anastasija Sevastova, intelligenti ma pur sempre leggere, le basta (relativamente) poco per imporsi sul ritmo e sulla potenza, ma in un confronto quasi alla pari contro Keys era fondamentale scendere in campo in maniera completamente diversa, evitando una partenza disastrosa con i primi 10 punti regalati. Dal doppio break di ritardo, momento in cui la sfida è stata inizialmente sospesa per pioggia, è cambiato veramente poco. Anzi, pur con quel gioco spesso elogiato ma che non sta rendendo quanto dovrebbe visto che ancora siamo qui a sperare in un ingresso tra le top-30 (arrivò al numero 30 nel 2015, ma ci rimase lo spazio di un paio di settimane) nonostante i continui elogi, sembra incredibile come non sia riuscita ad arrivare neppure a una palla break.

6-2 6-2 in un’ora scarsa di gioco, con Keys letale ogni volta che ne ha avuto l’occasione e Giorgi in continuo affanno. Ora la statunitense avrà Angelique Kerber in uno degli scontri per lei più duri: essere in grado di non voler sfondare il muro della tedesca, ma di lavorarla con pazienza, essere rapida negli spostamenti e provare a non voler tirare a tutta quando l’altra, intelligentemente, la porta a colpire da posizioni per lei scomode. Fin qui, i precedenti sono 1-7 per la sua avversaria e l’unica vittoria risale a 4 anni fa.

L. Tsurenko b. [7] G. Muguruza 2-6 6-4 6-4

Si ferma subito il cammino di Garbine Muguruza da campionessa in carica nel WTA Premier 5 di Cincinnati, sconfitta in un match in cui era (sulla carta) grande favorita contro Lesia Tsurenko. Alla fine, però, i soliti passaggi a vuoto della spagnola le sono costati l’ennesima sconfitta pesante della sua stagione e dopo poco più di un anno sarà di nuovo fuori dalla top-10. Un’altalena, dal numero 15 WTA dopo il Roland Garros 2017 fino al numero 1 ottenuto dopo lo US Open di qualche mese più tardi fino ai nuovi momenti molto difficili vissuti da lì in avanti e una condizione che non è mai realmente tornata, con la spagnola che è andata avanti tra ritiri e sconfitte evitabili, dovute a un gioco raramente convincente.

Capace di giocare il miglior tennis soltanto a sprazzi, condizionata da un rendimento che non è mai stato costante se non per un breve periodo, in questo frangente ogni problema sembra accentuarsi ancor di più tra infortuni e musi lunghi, mascherati non proprio perfettamente nelle conferenze stampa. Questo quadro non può che portare a risultati come la sconfitta di oggi contro l’ucraina, protagonista fin qui di un discreto 2018 con un titolo e vari piazzamenti che a oggi la vedrebbero chiudere la stagione tranquillamente dentro la top-30. Tsurenko, che già 3 anni fa aveva superato Muguruza al primo turno del torneo di Toronto, ha saputo mettersi alle spalle un primo set dove ha potuto fare ben poco di fronte alla miglior versione dell’avversaria di questo pomeriggio statunitense, ma da inizio secondo set ha cominciato a ritagliarsi sempre più spazio.

L’iniziale break sull’1-1 è stato subito ripreso, ma quello sul 3-3 è stato decisivo per riequilibrare l’incontro. A inizio del terzo set ha subito un calo, ma dall’1-4 ha infilato 5 game consecutivi grazie anche a un crollo di nervi di Muguruza che ha perso due volte la battuta e non è mai riuscita a rendersi protagonista in risposta in una fase che invece avrebbe dovuto vederla molto più protagonista.

Si è chiusa così l’avventura della campionessa in carica, che arriverà allo US Open dopo un cammino da dimenticare negli ultimi 2 mesi. Servirà ben più di un cambio di marcia per cercare di fare buona figura a New York.

Tutti i risultati

[1] S. Halep vs [Q] A. Tomljanovic
[16] A. Barty b. [Q] K. Kanepi 7-5 6-3
E. Makarova b. [Q] A. Cornet 6-2 6-0
L. Tsurenko b. [7] G. Muguruza 2-6 6-4 6-4
[4] A. Kerber b. A. Pavlyuchenkova 4-6 7-5 6-4
[13] M. Keys b. [LL] C. Giorgi 6-2 6-2
A. Sabalenka b. [9] K. Pliskova 3-6 6-2 7-5
[15] E. Mertens b. [Q] R. Peterson 3-6 6-2 7-6(1)
[3] S. Stephens b. T. Maria 6-3 6-2
[WC] A. Anisimova vs [Q] P. Martic
A. Kontaveit b. M. Sakkari 6-1 6-3
K. Bertens b. [2] C. Wozniacki 6-4 rit.

Diego Barbiani

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Diego Barbiani

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