Dopo una giornata molto intensa e qualche risultato a sorpresa, ecco due semifinali che ancora una volta definiremmo “veramente interessanti”, ormai un ritornello per le fasi finali dei tabelloni femminili di ogni torneo WTA. La quantità di ottime giocatrici, la “profondità dei tabelloni” (quel fattore che ha permesso per esempio a Wimbledon di avere come semifinaliste una 23 volte campionessa Siam, una bi-campionessa e una campionessa Slam già vincitrice del torneo junior, nonostante i flop di tante protagoniste attese ai primi turni) ha colpito ancora.
A Cincinnati, nel quarto WTA Premier 5 della stagione, le 4 giocatrici rimaste sono Simona Halep, Aryna Sabalenka, Petra Kvitova e Kiki Bertens: c’è la numero 1 del mondo (Halep), la giocatrice con più titoli in stagione (Kvitova), la miglior giovane dell’annata 1998 (Sabalenka, che da un paio di mesi sta ottenendo vittorie di grande valore), e la tennista tra le più migliorate in assoluto negli ultimi 6 mesi (Bertens).
Halep, come a Montreal, ha speso il proprio bonus vincendo 2 partite in un giorno trasformando in poco più che una formalità il secondo impegno contro Lesia Tsurenko (6-4 6-1) mentre nel primo match di giornata ha vinto di forza contro Ashleigh Barty, rientrando da 1-3 nel primo parziale e spuntandola al dodicesimo game, prima di chiudere 7-5 6-4. Viene difficile pensare che la rumena, la prossima settimana, possa giocare a New Haven visto quante energie sta spendendo in questa fase nei due tornei Premier 5 consecutivi, ma sta mettendo in cascina un capitale molto importante a livello di ranking per concludere al numero 1 del mondo anche il 2018 e diventare la prima tennista da Serena Williams (periodo tra il 2013 e 2015) a concludere in vetta al ranking per più di una stagione consecutiva. Il vantaggio, ora, è di 1600 punti su Angelique Kerber e dopo questo torneo rimarranno solo 3 eventi “pesanti” prima del Master di Singapore: US Open, Wuhan e Pechino.
Contro di lei, ora, Aryna Sabalenka. La bielorussa dall’inizio della stagione su erba ha commesso un solo errore: l’essersi messa troppa pressione a Wimbledon 48 ore dopo la grande settimana di Eastbourne. Tolto quel match perso contro Mihaela Buzarnescu, Aryna ha battuto 8 volte una top-20, 4 volte una top-10 (Karolina Pliskova in due circostanze). La tennista nata nel 1998 ha battuto, in Ohio, Pliskova e Caroline Garcia tra secondo e terzo turno, in entrambi i casi 7-5 al terzo e salvando un match point, e ieri si è confermata contro Madison Keys, con una straordinaria prova al servizio. Nessun break subito e tre momenti che hanno pesato tantissimo nell’ottica del 6-3 6-4 finale: nel primo set è rientrata per due volte da 15-40 quando ancora il punteggio non aveva avuto scossoni (sullo 0-0 e sul 2-2) mentre nel parziale successivo ha confermato il break conquistato nel primo game vincendo 5 punti di fila dallo 0-40. A queste aggiungiamo altre 2 palle break salvate sul 4-3 nel secondo set, nel game più lungo dell’incontro, e un’ultima nel momento di servire per il match sul 5-4. Lei chirurgica nel capitalizzare 2 delle 3 chance avute, e perfetta nell’annullarne 10 e rimanere immacolata.
È probabilmente il volto del momento, non fosse che davanti a lei c’è una numero 1 che sta macinando vittorie e da inizio anno ha sbagliato forse un paio di partite. E proprio loro due si ritroveranno l’una contro l’altra in una sfida che si era già verificata a Shenzhen a inizio anno: in quella circostanza vinse facile Halep (6-2 6-2), ma da allora è cambiato il mondo. L’idea di gioco rimane comunque favorevole alla rumena, che è un mago a capovolgere a suo favore sfide dove alla potenza frappone velocità di gambe e la capacità di disinnescare le avversarie, ma Sabalenka ora comincia a fare tanta paura: in una settimana ha battuto 3 top-10 (Wozniacki a Montreal, Pliskova e Garcia a Cincinnati) annullando in tutto 5 match point (3 solo alla danese) e vedere come trasferisce il peso del corpo sulla palla pur provando a trasformarsi in una giocatrice più completa è un processo di crescita molto interessante.
L’altra semifinale avrà di fronte Petra Kvitova e Kiki Bertens in un incontro già verificatosi 2 volte in stagione: a Madrid la ceca impiegò 3 ore per concludere a suo favore una delle finali più belle del 2018 mentre l’olandese la travolse una settimana fa a Montreal. La numero 8 del seeding, che tornerà al numero 5 del mondo dopo questa settimana, ha faticato tanto per avere la meglio di Elise Mertens in una giornata dove non riusciva ad alzare il proprio livello. 7-5 5-7 6-3 il punteggio finale in due ore e 42 minuti fatti di allunghi e riprese costanti: il primo set è stato emblematico con Kvitova avanti 5-0 e poi ripresa e scivolata sotto 15-40 nell’undicesimo game. Si è salvata e ha strappato per la terza volta la battuta alla sua avversaria nel game successivo chiudendo il parziale in suo favore. Nel secondo è stata Mertens a partire meglio, ma dal 4-0 ha visto il rientro dell’avversaria fino al 4-3 e sul 5-4 ha perso un brutto game alla battuta con anche due doppi falli. Stavolta, però, nel rush finale è stata lei a prevalere e sfruttando il momento positivo ha allungato fino al 2-0 nel terzo set prima di vedersi rimontata e vincere solo uno dei successivi 6 game. Non una Kvitova stellare, protagonista di ben 11 doppi falli e che metteva in campo solo una prima su due, con tanti errori, ma alla fine la vittoria è arrivata.
Bertens, invece, ha avuto una nuova piccola conferma che può levarsi l’etichetta di specialista della terra battuta: da Wimbledon in avanti è sempre arrivata almeno ai quarti di finale e ora anche la Race sorride perché in questo momento il suo ritmo le garantirebbe l’accesso in top-10. L’olandese, da che sapeva raccogliere il massimo del suo gioco soltanto sulla terra rossa, adesso sta mettendo insieme prove molto incoraggianti anche sul cemento e ieri ha superato prima Anett Kontaveit e poi, in serata, Elina Svitolina. Curioso come prima del 6-2 6-3 a Karolina Pliskova a Montreal fosse ancora a secco di vittorie contro le top-10 sul cemento (in carriera) e adesso è già salita a 4: Pliskova, Kvitova, Wozniacki (con il ritiro) e Svitolina le sue vittime nelle ultime 2 settimane, nessuna di loro capace di vincere più di 4 game a set. Il 6-3 2-6 6-3 contro l’estone è stato seguito dal 6-4 6-3 contro l’ucraina e ora la grande chance per una nuova finale di alto livello in una stagione dove non vuol smettere di stupire.
Risultati
quarti di finale
[1] S. Halep b. L. Tsurenko 6-4 6-1
A. Sabalenka b. [13] M. Keys 6-3 6-4
[8] P. Kvitova b. [14] E. Mertens 7-5 5-7 6-3
K. Bertens b. [5] E. Svitolina 6-4 6-3
terzo turno
[1] S. Halep b. [16] A. Barty 7-5 6-4
[5] E. Svitolina b. [WC] A. Anisimova 6-4 6-4
K. Bertens b. A. Kontaveit 6-3 2-6 6-3
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