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Cambia la Davis Cup, e se ne va un pezzo di cuore di tutti gli appassionati…

Cambia la Davis, cambia la coppa, e diciamolo pure, senza timore di smentita: se ne va anche una parte di noi appassionati, di noi addetti ai lavori. Molte volte ci siamo lamentati un pò tutti che questa formula era difettosa per un motivo o per un altro, ma vederla rivoluzionata fa sempre un certo effetto. Doveva succedere, è successo. C’è chi la penserà in un modo o in un altro, e ognuno dirà la propria. Chi vi scrive, è un nostalgico, e quindi, diciamo così, non è che abbia preso la notizia con entusiasmo…

Dunque, dopo 118 anni di storia, anche la competizione a squadre maschile più antica e prestigiosa del mondo, la Coppa Davis cambia pelle e diventa una sorta di Mondiale del tennis. La svolta arriva dall’assemblea annuale dell’ITF, l’organismo internazione che riunisce 144 federazioni nazionali, svoltasi a Orlando, in Florida.

Il vecchio format va in pensione e dal 2019 sarà rivoluzionato da un nuovo sistema che vedrà concentrate in una sola settimana 18 nazionali, suddivise in sei gironi da tre all’ italiana, seguiti da quarti di finale, semifinali e finale, in un’unica location europea. La prima città ad ospitare la “nuova” Davis sarà nel 2019 lo stadio Pierre-Mauroy di Lille, che ha già ospitato le finali di Davis del 2014 e del 2017.

Per l’approvazione definitiva era necessaria una maggioranza dei due terzi, ma i voti favorevoli alla riforma sono stati 71,43% (ogni Paese ha un ‘peso’ tennistico proporzionale, quelli che ospitano gli Slam hanno 12 voti e via via a scendere, con l’Italia subito dietro i big con 9 voti). Decisivi per la riforma sono stati quelli dei Paesi del continente americano, come pure la federazione francese, mentre il pollice ‘versò è arrivato da Australia, Gran Bretagna e Germania.

Per la nuova Coppa Davis, l’ITF ha un piano di partnership di 25 anni, per un valore totale di 3 miliardi di dollari, con la Kosmos, il gruppo di investimenti fondato e presieduto da Gerard Piqué, il difensore del Barcellona. L’accordo prevede obiettivi a scadenze annuali in termini di audience tv, pubblico e top player: se non dovessero essere raggiunti per due volte di fila, l’ITF ha la facoltà di rescindere il contratto.

Con il nuovo format, che premierà l’ascolto televisivo, si deciderà tutto in una settimana, con sei gironi da tre squadre e qualificazione ai quarti delle prime classificate e delle due migliori seconde. Ogni incontro si disputerà al meglio delle tre partite, due singolari e un doppio, tutte al meglio dei tre set, con quozienti set e game per evitare eventuali “combine” all’ultima giornata di gare: così una sconfitta 3-0 darà zero punti, una per 2-1 ne assegnerà uno, un pò come avviene nella pallavolo dove in caso di tiebreak si assegnano due punti ai vincitori e uno agli sconfitti.

Luigi Ansaloni

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Luigi Ansaloni
Tags: Davis Cup

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