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WTA Mosca: Danilovic fa centro al primo tentativo, battuta Potapova dopo una gran finale

[LL] O. Danilovic b. [WC] A. Potapova 7-5 6-7(1) 6-4

Ripetiamolo tutti con estrema soddisfazione: questo è solo l’inizio. Non solo per Olga Danilovic, che realizza il sogno personale di vincere il primo torneo WTA al primo tentativo, in un tabellone dove è stata ammessa come lucky loser, ma anche per Anastasia Potapova, anch’essa vicinissima al traguardo ma a cui non è bastato trovarsi avanti 4-3 e servizio, 40-0, nel set decisivo. Se queste sono le premesse, però, di quello che sarà la prossima generazione di tenniste, ci sarà da divertirsi.

Due diciassettenni così, con questo potenziale, con questo carattere, possono rappresentare una nuova boccata d’aria fresca per il circuito femminile che ha scoperto appena un anno fa di cosa sono capaci di fare le giocatrici classe ’97, ’98 e ’99, e non c’è un attimo di tregua visto che ora stiamo affrontando chi sono queste nuove protagoniste, ancor più giovani ma tremendamente affamate.

A Mosca, nel primo torneo WTA della carriera, la serba ha compiuto un percorso magistrale imponendosi contro 4 giocatrici in top-100 (3 di queste in top-50 e una addirittura top-10) e in finale si è imposta in poco più di due ore contro un’avversaria che da junior l’aveva sempre superata, dagli under-12 fino a due anni fa, con il 6-1 6-2 al primo turno dell’Australian Open juniores nel giorno del quindicesimo compleanno di Danilovic. Oggi, in casa di Potapova, la figlia di Predrag ha messo la firma sulla vittoria più importante, che apre il conto dei suoi successi nel circuito WTA e la fa diventare la prima giocatrice (maschi e femmine) nata nel nuovo millennio a compiere questa impresa.

La partita è stata di straordinaria intensità, dove nessuna delle due voleva cedere un centimetro all’altra. Emozioni continue in una serie di ribaltamenti di fronte che hanno tenuto tutti con il fiato sospeso fino all’ultimo punto. Danilovic sembrava non riuscire a concretizzare una superiorità che alle volte sembrava essere netta: la sua risposta, a tratti, distruggeva i servizi della russa, forse il vero colpo da correggere per essere veramente letale in maniera continua. In un match così importante per entrambe, però, molte variabili entrano in gioco. Non era casuale, infatti, che il servizio di Olga, il colpo forse più importante del suo repertorio (e per come colpisce dritto e rovescio, fa capire quanto sia dotata questa ragazza) abbia cominciato a vacillare dal secondo set di ieri contro Aliaksandra Sasnovich. Grazie però a una mentalità molto più solida della sua avversaria risaliva da 0-3 nel primo set per aggiudicarsi il parziale nel dodicesimo gioco, alla seconda chance di chiudere l’incontro. Come nei giorni scorsi, la sua risposta stava facendo la differenza in un match molto alla pari.

Il secondo set faceva trasparire come la tensione stesse montando game dopo game, man mano lo striscione dell’arrivo si faceva sempre più vicino. Dal 3-3 in avanti si è avuto forse il picco emotivo dell’incontro, con anche alcune soluzioni spettacolari: il dritto in allungo della serba, sul 4-4, per salire 15-40 e il rovescio lungolinea successivo della russa ad annullare la prima chance di break. In questi momenti, però, è emersa la maggior forza mentale della serba. Dopo aver preso il break è andata a servire per chiudere l’incontro e dal 30-0 ha subito il rientro dell’avversaria con tanto di bruttissimo match point buttato alle ortiche con un doppio fallo di un metro e perso nettamente il tie-break. Invece di farsi prendere dallo scoramento si è rialzata e ha ricominciato a giocare continuando ad andare in pressione sui servizi della sua avversaria. Ieri era successo qualcosa di molto simile, anche senza il match point sprecato: quel secondo set perso contro Sasnovich fu soprattutto colpa della tensione affiorata sul 5-6, eppure anche lì aveva saputo cancellare tutto e ricominciare. Oggi, se possibile, è stata ancor più tosta. Al di là del match point e di un secondo set sfuggito così, dopo l’iniziale break del 2-0 nel set decisivo è stata rimontata da una Potapova che ha provato in tutti i modi a far sua la partita, giocando tutto il tempo con le proprie emozioni, facendosi trascinare e continuando a coinvolgere il pubblico, ma anche lei mostrando un grande livello di gioco tra accelerazioni mortifere e angoli stretti.

Era difficile dire chi tra le due potesse prevalere, ma ripensando anche al copione di ieri Danilovic non poteva essere tagliata fuori dai giochi pur trovandosi per due volte con un break di ritardo nel set decisivo ed essere stata indietro 40-30 nell’ottavo game. Punto dopo punto, la serba è rientrata completamente nell’incontro, si è ripresa il break, e con un ace nell’ultimo punto del nono gioco si è riportata avanti dopo tanta sofferenza. Potapova, al cambio campo mentre parlava col proprio coach, sembrava aver accusato pesantemente il contraccolpo e forse, a quel punto, il fatto che alla sua avversaria bastasse vincere un nuovo game in risposta ha pesato tantissimo. Da destra il suo servizio aveva perso completamente efficacia, ma pur scivolando indietro sul 15-40 è risalita con altri due colpi della sua avversaria falliti a causa di braccio che stava sentendo il momento. Non è riuscita a concretizzare la chance di 5-5 perché il suo servizio è stato vittima di una nuova risposta vincente della serba. C’era tanta differenza tra match point e punto “normale”, ma Olga ha continuato a crederci e alla quarta chance ha avuto la forza di tirare il dritto lungolinea che ha fatto compiere un allungo estremo a Potapova: era il momento decisivo. La palla è tornata, uno slice di rovescio l’ha rimandata dall’altra parte con grande profondità e solo un nuovo allungo disperato della russa ha ritardato la chiusura del match di un colpo, uno smash giocato con tutta la calma possibile nel campo vuoto.

È finita così la prima finale tra due tenniste nate nel nuovo millennio, con un abbraccio lunghissimo tra le due a rete al termine di una partita dalle mille emozioni. E questo, in fondo, è solo l’inizio.

Diego Barbiani

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