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Renzo Furlan entusiasta di Olga Danilovic: “Impressionato dal salto di qualità mentale”

“Olga Danilovic? Per me è la miglior giovane a livello internazionale”. È cominciata così la chiacchierata telefonica con Renzo Furlan, ex numero 19 del mondo a livello ATP e oggi responsabile del settore under-20 della federazione serba.

L’exploit a Mosca, il primo titolo WTA a 17 anni dopo la durissima e appassionante finale contro Anastasia Potapova, hanno portato alla ribalta la serba in un momento in cui il tennis in patria aveva appena vissuto il ritorno ai vertici di Novak Djokovic.

Quella che abbiamo visto sollevare il trofeo in Russia è il risultato di una giocatrice che ha fatto passi in avanti giganteschi. Ha detto Furlan: “Non molti sanno che a inizio anno, in Fed Cup, Olga ha battuto 6-2 6-4 Anastasija Sevastova che allora era numero 15 del mondo. Il talento c’è, c’è sempre stato, ma quello che mi ha impressionato nell’ultimo periodo è stato il salto di qualità a livello mentale”. Le ultime tre settimane di Danilovic sono state, effettivamente, da incorniciare. Al di là di un’eliminazione precoce a Olomuc, in un ITF da 80.000 dollari dove perse 6-4 al terzo contro la futura campionessa Fiona Ferro, c’è stato il titolo a Versmold (torneo ITF da 60.000 dollari) e ora questo a Mosca, il primo sigillo WTA. In Germania, quando ancora era 246 del mondo, distrusse le sue avversarie con parziali molto netti fino alla finale, quando dal 5-3 nel primo set venne rimontata fino al 7-5 contro un’esperta della terra battuta come Laura Siegemund, ex top-30. Si riprese immediatamente rifilando alla tedesca 6-1 e 6-3. “Ha preso una consapevolezza enorme e questa vittoria a Mosca non può che darle ancor più spinta: un conto è se ci si sente dire di essere forti dopo aver vinto un torneo minore, un conto è dopo aver vinto in questo modo il primo titolo nel circuito maggiore. È straordinario”. Proprio come il percorso della serba, con quattro vittorie contro avversarie in top-100, per di più da lucky loser, e la ciliegina del successo contro Julia Goerges, sottolineata da Furlan con un “e come l’ha battuta…” che dice tutto.

Chiedendo qualcosa su quello che potrà essere da adesso in avanti la reazione della giovane Olga, Furlan non si è sbilanciato, ma conta molto sulla sua personalità per mantenere chiaro l’obiettivo davanti a sé: “Danilovic ha un carattere molto spiccato. Alle volte è forse un problema però lei è così, ha una personalità estremamente forte e competitiva. In questo è molto simile al padre”. Già, Predrag ‘Saša’ Danilovic, “un monumento per lo sport serbo, e aveva anche lui un carattere niente male. Per spiegarci: se lui è fuoco, pure Olga è fuoco. Se due così si incontrano, si scatena un incendio”. A Mosca con Danilovic c’era invece la mamma, Svetlana: “Lei è perfetta nell’ottica di un equilibrio. Ha un carattere molto più tranquillo, viaggia spesso con Olga e questo è fondamentale”. Saša non era lì, non viaggia quasi mai con la figlia, ma la figlia già nel 2017 a Melbourne ebbe parole d’oro: “Mio padre rimane il mio fan numero uno. L’aver praticato sport ad alto livello lo porta anche a capire bene il mio stato d’animo se perdo, come sono prima della partita, cosa deve dirmi. Mi manda sempre dei messaggi di conforto quando perdo aiutandomi a guardare avanti e rimanere positiva”. Predrag si è fatto vedere solo una volta, al centro federale serbo e a proposito Furlan ha detto: “Non influisce nella sua carriera, non per come la penso io”.

L’ex giocatore azzurro ha scoperto per la prima volta Danilovic nel 2016 e ne rimase folgorato: “Non c’è nessuna giocatrice giovane che colpisce come lei. Per me è la migliore giovane a livello internazionale, anche se fino a ora aveva avuto alti e bassi. Il suo servizio è un colpo già straordinario, e può migliorare in maniera esponenziale”. Eppure non si può parlare solo di talento tennistico: Olga ha fatto la differenza anche e soprattutto per come è ripartita sia in semifinale che in finale dopo aver perso il secondo set. L’ex numero 19 del mondo ha detto, abbozzando una risata: “È talmente forte come persona che reagisce subito. È veramente competitiva, non la batti con così poco”. In Serbia, insomma, potrebbe tornare in auge l’interesse per il tennis femminile dopo che sia Ana Ivanovic che Jelena Jankovic sono arrivate fino al numero 1 del mondo e Ivanovic aggiungendo anche uno Slam, il Roland Garros. “Talvolta sembra che in Serbia si parli soltanto di Djokovic, anche se lui rimane un grandissimo – ha detto Furlan – ma se tutto andrà per il verso giusto, avranno modo di divertirsi anche seguendo la carriera di Olga”.

Tra meno di un mese arriverà un passaggio chiave: le qualificazioni dello US Open, il primo appuntamento Slam da professionista per la serba. Dover passare dal tabellone cadetto rappresenta spesso un’incognita anche per chi magari proviene da risultati importanti come nel caso di Danilovic: Vera Lapko vinceva un ITF da 100.000 dollari a Khimki (battendo in finale proprio Potapova) e poi ha perso al primo turno delle qualificazioni al Roland Garros, nonostante fosse attorno al numero 80 del mondo; Tamara Zidansek è entrata in top-100 con il successo nel WTA 125k di Bol a inizio giugno ma ha perso anche lei nelle qualificazioni a Wimbledon. Danilovic sarà allo US Open con una testa di serie, visto il balzo al numero 112 del ranking, ma questo non le certifica alcun sorteggio facile viste anche molte delle protagoniste in ballo. “Poco male, secondo me – ha commentato Furlan – parlo con l’obiettivo di un allenatore: le qualificazioni sono molto più costruttive se vengono superate, ma non cambiano assolutamente il giudizio sull’atleta se si viene sconfitti. Non dimentichiamoci che Olga è una tennista ancora in costruzione, ha pur sempre 17 anni”. Quindici o vent’anni fa, il tennis femminile poteva annoverare campionesse Slam molto precoci. Ora è quasi impossibile e lo sport, in generale, ha subito un enorme cambiamento. Furlan lo sa, e senza dirlo chiaramente fa capire che ci sono tanti tasselli di un puzzle che devono ancora combinarsi assieme, partendo però da una base che è ottima.

È un momento questo dove tante giocatrici così giovani si stanno mettendo in luce. Furlan ne ha nominate 5. Oltre a Danilovic ha fatto il nome di: Claire Liu “che gioca davvero bene” e a Wimbledon fu l’unica a togliere un set ad Angelique Kerber, Marta Kostyuk “una giocatrice di grandissima qualità tecnica”, Potapova “che mi ha sorpreso in questa settimana. È una giocatrice molto regolare ma ha dimostrato di avere qualità importanti”, e Dayana Yastremska “prontissima per il circuito WTA, solo poche settimane fa ha vinto a Roma l’ITF da 60.000 dollari battendo proprio Potapova lasciandole un solo game”. È un momento molto dinamico e interessante, “non dimentichiamo le giocatrici classe 1998, che sono anche loro di altissimo livello: Aryna Sabalenka, Vera Lapko e Viktoria Kuzmova”. Per Furlan c’è davvero poca differenza, anche se il ranking ancora può non dare i veri meriti per la crescita di queste giocatrici: “Si tratta per lo più di avere equilibrio: non è un’ascesa regolare, ma ci sono alti e bassi che vanno affrontati e trattati nel miglior modo possibile”. Intanto, però, vale la pena ricordare quello che è stato il cammino nel ranking di Danilovic da quando a fine novembre 2016 ha preso i primi punti WTA: a inizio del 2017 era ancora 909 del mondo e 12 mesi più tardi era già al 328. Poi, in questo 2018, i titoli nei tornei ITF da 25.000 dollari di Santa Margherita di Pula e poi nel 60.000 dollari di Versmold prima del grande salto nel circuito WTA. Non è ancora top-100 (numero 112 questa settimana), ma da adesso fino a metà ottobre non avrà punti in uscita e nella Race è già al numero 85.

Diego Barbiani

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