M. Berrettini b. [Q] J. Zopp 6-4 7-6(6)
Ventidue anni, sette finali challenge (di cui cinque successi) e due futures, entrambi vinti. Fino a qualche ora fa era questo l’identikit di Matteo Berrettini, che sta affrontando la settimana più importante, a livello di risultati conseguiti, della sua giovane carriera sulla terra rossa di Gstaad, in Svizzera e impegnato nella semifinale contro Jurgen Zopp.
Nemmeno a dirlo, l’inizio di match rispecchia l’andamento nel torneo di Matteo: feroce, aggressivo e deciso. Conquista subito il break a zero, mette la testa avanti, ma, cosa più importante, gestisce con fermezza i momenti di flessione, i momenti delicati, quelli che potrebbero creare grattacapi nella mente di chi a questi livelli non è mai arrivato. Il primo, nel sesto gioco, scivolando 0-30, il secondo, molto, molto più delicato, quando deve servire per il parziale e concede due break point. Tuttavia, grazie ad un servizio massiccio e ad un dritto che fa i buchi per terra riesce a risalire la corrente e ad incassare il set, che in generale ha dominato togliendo quasi sempre il tempo a Zopp, spostandolo e costringendolo a colpi mai uguali.
La varietà gioca infatti un ruolo cruciale nel sistema dell’azzurro: prova tutte le soluzioni e gli riescono alla grande. Decisamente più equilibrato il secondo set, anche per merito dell’estone che pian piano si abitua allo schema dell’italiano. I due si concentrano sui propri turni di battuta, concedendo le briciole a chi risponde e sbarcando inesorabilmente al tiebreak. Lo strappo avviene quando Berrettini avanti 4-3, indovina un dritto e agguanta il minibreak, ma è solo provvisorio, perché lo restituirà e si cambierà campo sul 6-6. Batte Zopp, fa punto Matteo. È match point. Stavolta sfruttato. Ventidue anni, sette finali challenge, due futures e una prima storica finale ATP. È questo, ora, il nuovo profilo di un brillante, e si spera astro nascente, Matteo Berrettini.
In finale Matteo incontrerà Roberto Bautista Agut, che ha faticato moltissimo prima di avere ragione di Laslo Djere, sconfitto in rimonta dopo 2 ore e 43 minuti di vera battaglia. Solo il primo set è durato quasi un’ora e dieci ed è abbastanza curioso che il match sia stato deciso da un solo break nel terzo, quello che lo spagnolo ha ottenuto nel settimo game. Bautista, che se dovesse vincere scalzerebbe Fognini dal top15, è alla sua quindicesima finale ATP e non ne perde una da quasi due anni, quando a Shaghai venne sconfitto da Andy Murray. Abbastanza stranamente è solo alla sua seconda finale sul rosso, dopo quella vinta contro Rosol a Stoccarda nel 2014.
Semifinali
M. Berrettini b. [Q] J. Zopp 6-4 7-6(6)
[2] R. Bautista Sgut b. L. Djere 6-7(5) 6-4 6-4
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