[10] S. Stephens b. [14] D. Kasatkina 6-3 6-1
Perfetta e letale. Non vengono altre parole per spiegare la netta vittoria di Sloane Stephens contro Daria Kasatkina, un risultato forse inatteso (per come è maturato) ma che non può essere altrimenti visto il riscontro dell’unico vero giudice: il campo da gioco. Stephens, completamente fuori dai radar, torna in semifinale in un torneo Slam dopo la clamorosa scalata allo US Open dello scorso settembre e adesso può cominciare a sognare.
Netto il risultato odierno contro la ventunenne russa, sconfitta 6-3 6-1 e che fin dai primi punti si è scoperta quasi impossibilitata a vincere gli scambi contro un’avversaria che copriva il campo in maniera impeccabile in ogni occasione. Era quasi sconfortante, per Kasatkina, la differenza quando una delle due decideva di alzare il ritmo dello scambio: Daria per portare a casa il punto doveva inventarsi ogni volta qualcosa che oggi non è parsa in grado di trovare, Stephens nel giro di 3 colpi chiudeva il punto a proprio favore. Non è mai riuscita, la numero 14 del seeding, a imporre le sue variazioni tipiche negli scambi, forse talmente tanto in difficoltà mentalmente da affidarsi allo scambio da fondo senza abbozzare slice o palle corte. Eppure Sloane non era solo potenza, ma è stata ottima nella capacità di muoversi lungo il campo e arrivare sempre puntuale, perfetta, all’impatto con la palla. Pochissimi gli errori in fase di impostazione, cosa che ha spezzato gran parte delle speranze della russa.
Stephens sembra quasi non fare fatica durante il palleggio, eppure quel motorino che ha al posto le piedi le dava modo di essere ovunque. Kasatkina provava qua e là qualche slice, ma le tornava sempre una palla ancor più complicata. Ha ripreso un break sul 2-4 ma ne ha subito ceduto un secondo non appena l’avversaria ha ritrovato la calma e ha ripreso a fare gioco. La partita è finita lì, in un game di 8 minuti dove Daria era 40-0 ma non è riuscita a fare nulla per chiuderlo e agganciare la statunitense che ha messo la freccia anche a inizio del secondo game dopo aver tenuto un complicato turno di battuta e aver raccolto alcuni errori di troppa fretta dell’avversaria.
Ci sarà dunque un nuovo derby contro Madison Keys, proprio come nella finale dello US Open, stavolta però per decidere il nome della prima finalista del Roland Garros.
[13] M. Keys b. Y. Putintseva 7-6(5) 6-4
Grande vittoria per Madison Keys che è riuscita a prevalere in una giornata complicata contro un’ottima Yulia Putintseva, rimasta solida per tutto l’incontro, concentrata come forse poche altre volte e che ha dato diverso filo da torcere alla numero 13 del seeding. Ed è un ottimo risultato per la statunitense raggiungere le semifinali su questo terreno, in questo Slam che per lei era sempre stato nemico.
La terra rossa, in generale, Keys l’aveva sempre considerata un discreto fastidio. Anche quest anno a Charleston, in una delle prime interviste, diceva con ironia: “Che bello, due mesi sulla mia superficie preferita!”. Aspettava la stagione su erba, lei che ha raggiunta la prima finale importante della carriera proprio sulla terra battuta, a Roma nel 2016. Eppure si vede che ancora i movimenti sono un po’ macchinosi, ogni tanto ha delle pause che le fanno buttare via alcuni punti, o si fa prendere dalla fretta quando cerca di spingere su palle molto lavorate e che saltano al rimbalzo con il terreno. Sulla terra battuta tutto ciò viene forse enfatizzato, eppure ha vinto oggi la quinta partita senza cedere neanche un set, unica al momento nel tabellone femminile.
Sta forse crescendo in lei la sensazione che c’è la possibilità di far bene anche se quelle scivolate la portano sempre con un po’ di ritardo, anche se dall’altra parte ci sono giocatrici come Putintseva oggi, che faceva il proprio compito nella maniera migliore, alzando la traiettoria di dritto e servendo spesso al corpo, mantenendosi molto solida da fondo campo e lasciando che fosse l’altra a prendersi i rischi (idea ottima sul terreno meno congeniale dell’avversaria).
Così il primo set stava dando la sensazione che fosse proprio la kazaka quella con maggior agio e una risposta di dritto per il 15-30 sul 3-3 portava Keys a vivere momenti di tensione, dove gli errori stavano aumentando, il tempo che trascorreva tra un punto e l’altro era sempre meno. Una smorzata fuori momento sul 30-30 (appena al secondo scambio, con Putintseva ben salda a fondo) e un rovescio giocato con troppa fretta sul punto successivo regalavano il break all’avversaria che saliva poi 5-3. Madison si è ripresa quando nel decimo game ha trovato più volte la via del vincente, cominciando a far valere la maggior pesantezza e velocità di palla e si è spinta fino a 2 set point consecutivi sul 6-5. Il nastro le ha sporcato il primo, mentre sul secondo è caduta in uno dei tanti tranelli della sua avversaria volendo accelerare su una palla carica e complicata. Quel punto le è rimasto in testa fino allo 0-2 nel tie-break, ma rimarcando ancora una volta la superiorità nelle accelerazioni le è bastato un attimo per riportarsi nuovamente a un doppio set point. Il quarto tentativo complessivo è stato quello decisivo e il rovescio vincente ha messo la parola fine alla delicata frazione.
I problemi non erano finiti, perché Putintseva continuava a svolgere al meglio il suo compito nel tentativo di arrivare ad avere nuove opportunità in risposta. Keys era di nuovo sotto pressione per tutta la prima metà del secondo set, ma sul 3-3 alla prima occasione è riuscita a prendere il comando e senza concedere altre chance ha chiuso 7-6 6-4 con uno dei tanti servizi vincenti che stavano arrivando nell’ultimo frangente di gara, segno che anche la sua fiducia e la tranquillità erano ad alto livello. Nuova semifinale Slam per lei dopo lo US Open dello scorso anno, la terza in generale dopo l’Australian Open 2015. E come a New York, ci sarà il “derby” con l’amica Sloane Stephens.
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