[1] S. Halep b. [3] G. Muguruza 6-1 6-4
“La cosa più bella per me è che so che qui posso tirare fuori il mio miglior tennis anche contro le migliori del mondo come Garbine oggi” queste parole di Simona Halep subito dopo una grande vittoria contro Garbine Muguruza. Si giocava il numero 1, si giocava una buona parte del suo torneo contro un’avversaria ieri apparsa in grande condizione, e ha finito per impressionare a sua volta.
È la prima giocatrice da Serena Williams (Australian Open e Roland Garros 2016) a fare due finali Slam consecutive, la prima “non” Williams da Victoria Azarenka a riuscirci (Australian Open e Roland Garros 2013). C’è sempre il pallino di quel successo che ancora manca, sfuggitole 3 volte in altrettante finali molto simili tra loro, in bilico fino a metà del terzo e poi scappate letteralmente nelle mani della rivale di turno, che fosse Maria Sharapova, Alona Ostapenko o Caroline Wozniacki. Sabato avrà un nuovo tentativo, intanto però deve godersi questo successo non così scontato, visti anche i precedenti nettamente a favore della spagnola (3-1 prima di oggi, con un 6-1 6-0 nell’ultimo incontro) e viste le prestazioni degli ultimi giorni.
Oggi si è presa una bella rivincita, dominando un primo parziale dove Muguruza non è mai stata in partita, ma lei non le ha mai dato una chance di prendere fiducia. La propria profondità di palla, la precisione dei colpi, la gestione degli scambi era ottima e raccogliendo anche i tanti gratuiti della rivale è volata sul 6-1 in 35 minuti. Le condizioni erano molto diverse da ieri, quando Garbine aveva dominato Maria Sharapova con freddo, campo molto umido e pesante, con una palla che non scorreva all’impatto col terreno e la russa aveva grandi difficoltà sia negli spostamenti che nella gestione dell’avvicinamento alla palla. Oggi era caldo, terreno asciutto e già “rodato” dalla partita maschile di prima: Halep non aveva alcun problema nel gestire il palleggio, i suoi movimenti erano molto rapidi e trovava sempre la risposta giusta ai tentativi di attacco della sua avversaria.
Qualcosa è cambiato a inizio della seconda frazione, quando Muguruza ha alzato un po’ il ritmo ma soprattutto ha trovato maggiore profondità coi propri colpi in spinta. Dopo tante chance mancate nei giorni scorsi con i vari big match spezzati da un disequilibrio quasi sorprendente, finalmente avevamo una partita molto interessante. La spagnola prendeva un iniziale break di vantaggio quando Halep mostrava un attimo di incertezze. In uno scambio, quello sull’1-1 che ha portato la numero 3 del seeding a due palle break, aveva tutta la zona di campo alla sua sinistra per piazzare un comodo dritto dal centro, ma il braccio non è stato così sciolto e la palla è andata frontale, con un rimbalzo docile, facile preda di Muguruza che ha giocato il vincente sul vertice destro della linea di fondo campo. Quello che sembrava però un momento in cui la bilancia cominciava a pendere in favore della nativa di Caracas si è rivelato un sostanziale livellamento dei valori in campo. Si sono scontrate alla pari da lì, dal terzo game del secondo set, fino al nono game. Scambi di alto ritmo e grande profondità, tentativi continui di aprire il campo da parte di entrambe, le qualità difensive della rumena che si scontravano con gli attacchi di una spagnola pienamente nel match.
Ha pesato tantissimo, alla fine, il turno di battuta che Halep ha salvato sul 4-4. Aveva appena ripreso il turno di battuta di ritardo grazie anche ad alcuni errori della rivale ed era immediatamente salita sul 40-15. A quel punto due attacchi della spagnola hanno creato la prima parità. Stava mancando la prima di servizio alla rumena, talvolta anche la seconda, ma soprattutto continuavano gli errori da parte sua sulle palle game. Due doppi falli, un rovescio incrociato spinto un po’ troppo in là. Più passavano le chance più Muguruza cominciava a crederci ed ha avuto in tutto 3 palle break, ma Halep si è superata in almeno due di queste, soprattutto con un dritto in allungo sulla terza chance. All’ottava parità i due punti che l’hanno portata 5-4 e poi, dopo il cambio campo, il game che ha sancito la sua vittoria, giocato in maniera perfetta dal primo punto, spostando continuamente l’avversaria da lato a lato e arrivando subito allo 0-40.
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