[7] D. Thiem b. M. Cecchinato 7-5 7-6(10) 6-1
Le frasi di circostanza sono, da sempre, il nettare del dialogo quotidiano, ma in questo caso ne vorremmo tanto fare a meno, perché ci duole rimarcare come quella di ieri, al di là del punteggio finale, poteva e doveva essere una partita diversa. Con i se e con i ma, lo insegnano i nostri avi, non si vincono né le partite, né tantomeno il Roland Garros e allora ci limitiamo a dire che i tre setpoint falliti da Marco Cecchinato nel tie break del secondo set, uno sul proprio servizio, sono figli di quella volèe, facile facile, che Thiem, il suo dirimpettaio, sul setpoint a suo favore sul 6-4 sempre dello stesso tie break, si è “cacciato” nei pantaloni. La differenza è che l’austriaco, uno che sul “rosso” vale i primi tre del mondo, ha fatto tesoro di quell’errore e Marco no, ma si farà il palermitano, eccome se si farà. O almeno lo speriamo, per lui e per un movimento che ha bisogno di tennisti come il siciliano, coraggiosi e intraprendenti, al punto da arrivare in semifinale all’Open di Francia. Poteva andare in maniera diversa, ma non è stato così. Perché Thiem è forte, perché Cecchinato, dopo quel tie break del secondo set, ha mollato la presa, perché la differenza tra i due, al di là dell’impegno profuso e della volontà di restare in vita sul Philippe Chatrier, alla fine si è vista. Anche e soprattutto, e sta tutta qui la differenza, nei momenti importanti. Lì dove l’abitudine e l’attitudine, spostano inevitabilmente l’ago della bilancia. A Cecchinato, però, va detto grazie. Perché in questi giorni, il popolo italiano ha riscoperto il gusto di parlare di tennis, di andare dentro i bar, mettere da parte la Var e parlare di questo giovanottone di Palermo. Bello, bello da morire, come il suo torneo e, ci auguriamo, quello che verrà. Perché se da una parte una semifinale Slam può cambiarti la vita ed il conto in banca, dall’altra può anche indurti a capire che, forse, qualcosa di nuovo sta germogliando e che vale la pena continuare ad innaffiare una piantina che, oltre a fiori molto belli, può regalare frutti di assoluto valore. Lo pensiamo, lo scriviamo, ma ci vogliamo assolutamente credere. Altrimenti dovremmo pensare che il cammino sul Bois de Boulogne sia stata soltanto una fugace apparizione in una città meravigliosa e piena di sentimenti come Parigi. Gli stessi che Cecchinato ha resuscitato in noi, semplici portatori sani di notizie, in questo Roland Garros : 7-5 7-6 6-1 in due ore e diciassette minuti e Thiem primo finalista.
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