A. Pavlyuchenkova b. D. Cibulkova 6-7(5) 7-6(3) 7-6(6)
Tre ore e trentacinque minuti di gioco. Una partita incredibile, che ha vissuto di capovolgimenti di fronte quasi tutti concentrati in un terzo set che non voleva sapere di prendere una vera via, con il punteggio che rimaneva incolla su un equilibrio bellissimo da vedere e, probabilmente, tremendo da vivere per le protagoniste in campo.
Anastasia Pavlyuchenkova ha vinto il titolo WTA International di Strasburgo perché forse è rimasta più “fredda” nei momenti chiave, quando è riemersa da una buca sul 4-5 per Dominika Cibulkova al terzo set, quando era indietro 15-40. 6-7(5) 7-6(3) 7-6(6) il punteggio finale di una finale record, perché è veramente complicato andare a ritroso nel tempo e trovare un’altra sfida tra due finalisti conclusasi con 3 tie-break e che sia durata ben tre ore e trentacinque minuti. Fino a oggi, la finale più lunga che si ricorda è quella persa ancora dalla slovacca a Kuala Lumpur 2014 contro Donna Vekic, 6-7 7-5 7-6. Lì durò (effettivamente) tre ore e ventinove minuti, ma ci furono anche diverse interruzioni causate dagli scrosci di pioggia.
Pavlyuchenokva porta a casa il primo titolo del suo 2018 dopo un’altra finale fiume, anche per lei, a Hong Kong lo scorso autunno, vinta contro Daria Gavrilova dopo tre ore e tredici minuti effettive, sei ore (quasi) in totale a causa del tifone che si abbatté sulla località asiatica. “Dobbiamo essere orgogliose di quello che abbiamo fatto” ha detto Anastasia durante la premiazione. Non sappiamo se Cibulkova saprà mettersi alle spalle velocemente questo momento, visto che le sue ultime finali dopo Singapore 2016 sono state tutte delle maratone perse sul filo di lana: 6-4 al terzo set per Gavrilova a New Haven, 7-5 al terzo set per Alison Van Uytvanck quest anno a Budapest, addirittura 7-6 al terzo e le tre ore e trentacinque minuti odierne. 73 i vincenti messi a segno dalla russa in tutto il match che poteva forse essere più “rapido” se nel primo tie-break non avesse sperperato un vantaggio di 5-2 e se nel secondo set avesse chiuso col servizio a disposizione sul 5-4.
L’ultima volta che il tennis femminile ebbe una finale che durò per 39 game fu a Wimbledon nel 2015, quando Venus Williams superò Lindsay Davenport 4-6 7-6 9-7 mentre l’ultima volta che se ne registrarono di più fu nell’1-6 6-4 12-10 che portò Jennifer Capriati a battere Kim Cljisters al Roland Garros del 2001.
Grazie a questo risultato Pavlyuchenkova torna in top-30, mentre Cibulkova si ferma appena fuori (al numero 31). Per entrambe, però, il Roland Garros comincerà un certo fardello di fatica sulle spalle.
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