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Djokovic sta finalmente ritrovando la via di casa

dal nostro inviato dal Foro Italico

È stato un lungo calvario quello di Novak Djokovic ma dopo stasera probabilmente possiamo dire che il serbo è sulla via del ritorno: Nole sta tornando e lo sta facendo in casa. Non è da sottovalutare l’effetto che può fare un ambiente favorevole specie su un giocatore che comunque gioca e soprattutto vive di emozioni e più forti sono più lo possono condizionare in meglio.

Negli ultimi mesi Nole ha fatto un reset: via gli allenatori nuovi, dentro nuovamente Vajda. Sembrerà strano ma chi non vuole tornare dove è stato bene. Il ritorno a “casa” passa anche da questo, dal sentirsi a proprio agio, al poter essere sé stessi senza doversi preoccupare delle conseguenze. Non può essere neanche un caso che come lui stesso ha ammesso al termine della partita qui, a Roma, lui si senta a suo agio. Ha vinto quattro edizioni, parla benissimo la nostra lingua e il suo rapporto con il pubblico italiano è speciale anche perché è ricambiato. Lui col pubblico ci ha sempre saputo fare e noi italiani ci facciamo ammaliare bisogna ammetterlo.

La settimana è cominciata con le solite indecisioni in partite che in tempi migliori non avrebbe giocato, ma avrebbe usato come allenamenti. Torna protagonista sempre il pubblico ricordandosi delle sue passate imprese e della sua simpatia travolgente fuori dal match: la giornata coi bambini, l’impossessarsi del microfono sul Pietrangeli dopo il match e quel gesto a fine partita quando dal centro del campo abbraccia tutti. Il pubblico l’ha fatto sentire amato, importante, e lui si sta riavvicinando lentamente a casa.

La partita contro Ramos-Vinolas ne è un ulteriore conferma. Intanto per stessa ammissione del serbo è la miglior partita degli ultimi due mesi, l’avversario nei passati cinque scontri diretti era stato sempre battuto, ma sulla terra rossa resta comunque un giocatore ostico, soprattutto se non ne azzecchi una da qualche settimana. Novak però è sembrato cambiato, assomigliava più al giocatore che ha scalato la vetta del ranking: infiniti palleggi di pallina prima di servire, la risposta che torna a fare male, l’uso (e anche abuso) della palla corta e giusto un po’ di muro di gomma per far andare fuori giri quanto basta l’avversario.

Novak forse non vincerà il torneo, però potrebbe tornare già protagonista e lo sappiamo quanto abbiamo bisogno di lui in questo momento tennistico in cui siamo orfani di sicurezze. A proposito di (in)sicurezze Novak pare abbia indovinato anche un paio di smash nel suo match di ottavi. Quello che manca adesso potrebbe essere una bella imitazione, ma non una di quelle negli spogliatoi a prendere in giro qualche collega, bensì un’imitazione del sé migliore che torna a vincere partite importanti e prendersi i palcoscenici che contano anche col gioco. Avrà la prima possibilità domani quando affronterà in quarti Kei Nishikori per catapultarsi in una semifinale 1000 che gli manca da un anno esatto, era Roma 2017, sempre “casa” ma probabilmente il serbo stava uscendo solo un attimo.

Simone Milioti

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