dai nostri inviati al Foro Italico
K. Nishikori b. [3] G. Dimitrov 6-7(4) 7-5 6-4 (Simone Milioti)
Continua il momento no per Grigor Dimitrov, il bulgaro nel giorno del suo 28° compleanno viene sconfitto da Nishikori in un match che con un po’ più di attenzione avrebbe portato a casa e probabilmente chiuso in non più di due set. È sempre lo stesso Dimitrov che abbiamo “ammirato” a Madrid uscire al primo turno contro Raonic, lo stesso che aveva polemizzato dopo la sconfitta contro Carreno Busta a Barcellona la settimana prima ancora. Un giocatore al momento sperduto, dopo l’acuto del Masters dello scorso anno non è semplicemente tornato ai suoi livelli, come se la settimana londinese fosse stata solo un exploit, ma addirittura sembra essere regredito.
Dall’altra parte Nishikori solita costanza e solita lotta senza arrendersi mai. Dopo la finale a Monte Carlo due tornei in cui era uscito al primo turno, probabilmente per un riacutizzarsi di qualche problema fisico, sconfitta contro Garcia-Lopez a Barcellona grave e sconfitta contro Djokovic a Madrid che potrebbe anche starci. Qui a Roma però sembra essere tornato quello di Monte Carlo e quest’oggi ha fatto la festa lui a Dimitrov, non proprio il compleanno dei sogni per il bulgaro.
Il match si era messo tutta dalla parte del numero tre del seeding. I due nel primo parziale erano arrivati al tie-break e Nishikori aveva sprecato un vantaggio di 4 giochi a 2 e poi nel tie-break un altro 4-2 buttato al vento, Dimitrov vinceva il set al tie-break per sette punti a quattro. Nel secondo il bulgaro aveva a fatica conquistato il break di vantaggio. Sul 4-3 e servizio un Grisha non ottimo in forma non avrebbe concesso all’avversario di rientrare a meno che questo non alzasse oltre l’inverosimile il suo livello di gioco. Invece Dimitrov si è bloccato conquistando un solo gioco dei cinque che hanno chiuso il set. Nel terzo con la situazione forse sbilanciata in favore del nipponico era ancora Dimitrov a ottenere il break e scappare nel punteggio, 4-2 avanti, viene rimontato nuovamente e nell’ottavo gioco ha anche una palla break che lo porterebbe a servire per il match, che però Nishikori annulla. A quel punto si incarta nuovamente il bulgaro che da 40-15 perde quattro punti di fila consegnando l’incontro nelle mani del giapponese.
[1] R. Nadal b. D. Dzumhur 6-1 6-0 (Fabrizio Fidecaro)
Rafa spazza via ogni dubbio (sempre che a qualcuno ne fossero affiorati). A chi si domandava se avrebbe risentito in una certa maniera della sconfitta nei quarti di Madrid con Thiem, costatagli per il momento il numero uno ATP, Nadal ha riservato la più eloquente delle risposte: 6-1 6-0 al malcapitato Damir Dzumhur sul centrale del Foro Italico. Semplice routine, un’ordinaria giornata trascorsa in uno degli uffici dislocati in mezzo mondo che a turno ospitano il fenomeno spagnolo.
L’avversario non era certo in grado di preoccuparlo, anche se, per la verità, vanta nel palmarés un successo proprio sul maiorchino, ottenuto per ritiro (ma era comunque avanti per 3-0 al terzo) a Miami nel 2016. Altri tempi, altro Rafa: quello di oggi è fatto di pasta ben diversa rispetto al periodo più buio della carriera. Nel frattempo, poi, i due avevano incrociato le racchette lo scorso gennaio al terzo round degli Australian Open, e il bosniaco non era riuscito a racimolare più di cinque game.
Oggi gli è andata molto peggio, seppure nell’arco di soli due set. E, se consideriamo che Nadal ha avuto la chance per aggiudicarsi anche il parziale d’avvio con un “cappotto”, possiamo persino dire che al bosniaco, in fondo, non sia andata troppo male. Sulla terra, nel 2018, il quasi ventiseienne Dzumhur era stato in tre occasioni vittima degli azzurri, battuto all’esordio per due volte da Cecchinato (Monte-Carlo e Budapest) e per una da Fabbiano (Istanbul). Si era sbloccato la settimana scorsa a Madrid, dove aveva superato Benneteau arrendendosi subito dopo a del Potro, mentre qui al primo turno era giunta una buona affermazione su Verdasco. Difficile, a ogni modo, sperare di impensierire sulla superficie prediletta colui che si è meritato l’appellativo di “King of Clay” (come ricordava anche il colorato cartellone di una tifosa sugli spalti), e il verdetto del campo è stato impietoso.
Insomma, Rafa, che ha chiuso l’incontro con l’ennesimo imprendibile drittone lungolinea riservando poi un sorriso e un abbraccio consolatorio a Damir, appare più determinato che mai a conquistare l’ottavo titolo al Foro Italico. L’ultimo successo risale al 2013 quando dominò Federer nel match clou; poi la finale persa con Djokovic l’anno seguente e tre uscite nei quarti, con Wawrinka, lo stesso serbo e Thiem. Un nuovo centro gli varrebbe la riconquista della prima posizione nel ranking mondiale ai danni del rivale di sempre, e le motivazioni sono altissime. Intanto, negli ottavi, lo attende il vincente tra Robin Haase e Denis Shapovalov.
[11] N. Djokovic b. [Q] N. Basilashvili 6-4 6-2 (Simone Milioti)
Novak Djokovic avanza al terzo turno dove affronterà Ramos-Vinolas, il serbo oggi ha superato in due set il qualificato georgiano Nikoloz Basilashvili. Non sta certo giocando il suo miglior tennis l’ex numero uno del mondo, che però contro un avversario non di prima fascia come quello affrontato in questo secondo turno non ha avuto bisogno di sfoderare un altissimo livello di tennis.
Ha comunque sofferto, specie nel primo set dove non è riuscito subito a strappare il servizio all’avversario. I due sono rimasti in parità per quasi tutto il set, con Basilashvili che ha dovuto salvare palla break nel sesto game. Non da meno Djokovic che concedeva anche lui un’opportunità all’avversario. Il set si è deciso soltanto nel decimo gioco, quando Basilashvili ha servito per restare nel set e ha ceduto la battuta. Nel secondo tutto filava più liscio per Nole che scappava immediatamente sul 3-0, controllando la situazione non senza qualche difficoltà rappresentata da un paio di servizi tenuti ai vantaggi. Basilashvili tornava però a tremare nell’ultimo game del match, cedendo per la terza volta il servizio nell’ottavo gioco regalando il passaggio del turno a Djokovic.
Il gioco del serbo ancora non convince ma quello che Nole non regala a livello di emozioni per il pubblico in partita lo regala a match concluso. Il serbo infatti si è intrattenuto qualche minuto in più del solito nel saluto d’onore del vincitore e non pago prima di uscire dal Pietrangeli si è fiondato sul microfono da cui i giocatori vengono annunciati e in italiano ha ringraziato tutto il pubblico.
[5] J.M. del Potro b. [Q] S. Tsitsipas 7-5 6-3 (Simone Milioti)
Dura solo un set il match tra del Potro e Tsitsipas il greco non ha retto la delusione di vedersi strappare un set che in larga parte ha dominato. Dall’altra parte della rete Delpo ha mostrato una prestazione molto solida, nel finale di match non sbagliava più nulla, martellava come suo solito di dritto e si è permesso anche qualche tocco delicatissimo che non è proprio la specialità della casa.
La fase di studio iniziale, tra due giocatori che non si erano mai incontrati, dura solo due game. Al terzo Tsitsipas si trova 0-40 sul servizio dell’argentino e arriva il break. La partita resta sopita fino al 4-3, in quel momento Tsitsipas serve per mantenere le distanze, ma si distrae, commette un doppio fallo letale sull’unica palla break concessa ai vantaggi ed è tutto da rifare. Palito, che da quel momento non ha concesso più nulla on serve, passa finalmente avanti e sul 6-5 Tsitsipas serve per restare nel set e ha tutta la pressione addosso. I due giocano un game bellissimo, Stefanos concede cinque set point, un paio annullati in modo superbo. Specie il terzo quando i due si ritrovano in uno scambio ravvicinato a rete e il quarto in cui il greco ha mosso benissimo l’avversario prima di chiudere con un vincente di dritto definitivo, il quinto però è stato trasformato da Delpo che si è portato a casa il primo set per 7-5. Quel game tiratissimo è diventato così importante che era prevedibile capire che se lo avesse vinto Tsitsipas, raggiungendo il tie-break del Potro avrebbe potuto subire il colpo. È accaduto invece il contrario e il greco ne ha fatte le spese. Molto più distaccato dal match, occhi bassi e quasi aspettasse che dopo aver concesso il break al quarto gioco fosse l’argentino a rimetterlo in partita. Così non è stato, troppo più solido quest’oggi Juan Martin del Potro che si guadagna il terzo turno dove incontrerà David Goffin.
Altre partite
Sul Centrale è ripresa la partita tra Cilic e Harrison che era stata sospesa martedì oltre la mezzanotte per un nuovo scroscio di pioggia in mezzo al tie-break. La ripresa ha favorito l’americano che uscendo meglio dai blocchi ha portato dalla sua parte il set. Nel secondo Cilic l’ha annichilito e nel terzo i due sono giunti nuovamente al tie-break che Cilic ha gestito vincendolo con largo margine per 7 punti a 1.
Bene gli spagnoli Ramos-Vinolas e Carreno Busta che hanno superato rispettivamente gli americani Isner, in tre tie-break, e Johnson, in tre set. Inoltre si è ritirato Kevin Anderson, testa di serie numero sei del seeding si è ritirato sul Campo 1 dopo aver perso il primo set contro Bedene.
Risultati secondo turno
[1] R. Nadal b. D. Dzumhur 6-1 6-0
D. Shapovalov vs R. Haase
F. Fognini b. [6] D. Thiem 6-4 1-6 6-3
K. Nishikori b. [3] G. Dimitrov 6-7(4) 7-5 6-4
[11] N. Djokovic b. [Q] N. Basilashvili 6-4 6-2
A. Ramos b. [8] J. Isner 6-7(4) 7-6(2) 7-6(5)
A. Bedene b. [7] K. Anderson 6-4 Rit.
[10] P. Carreno Busta b. S. Johnson 6-4 2-6 6-4
[Q] B. Paire b. [14] D. Schwartzman 2-6 6-4 6-2
[4] M. Cilic b. R. Harrison 6-7(3) 6-1 7-6(1)
[5] J.M. del Potro b. [Q] S. Tsitsipas 7-5 6-3
[16] L. Pouille vs K. Edmond
[2] A. Zverev vs [WC] M. Berrettini
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