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ATP Roma: troppo Nadal per Shapo, Zverev si complica la vita ma non cede set

dai nostri inviati al Foro Italico

[1] R. Nadal b. D. Shapovalov 6-4 6-1 (Fabrizio Fidecaro)

Rafa vince piuttosto in scioltezza, ma Denis non sfigura affatto. Questo il verdetto, tutto sommato previsto, di uno dei match più attesi della giornata, che ha chiuso il programma pomeridiano sul centrale del Foro Italico. La sfida tra Nadal e Shapovalov aveva un unico precedente, favorevole al ragazzino nordamericano, che l’anno scorso, scendendo in campo senza alcun timore reverenziale, si era imposto negli ottavi di Montreal, in rimonta al tie-break decisivo, rimandando così di una settimana il ritorno in vetta al ranking mondiale dell’avversario. Ora un nuovo ottavo Master 1000, ma su una superficie ben diversa, la più favorevole allo spagnolo, che si è preso una immaginabile rivincita.

La cronaca. Shapovalov, spesso paragonato a una sorta di “Federer allo specchio”, cerca di applicare, almeno nei propri turni di battuta, il classico “tira forte sulle righe”. Con questo Rafa, però, non basta: ogni bolide, anche il più potente e preciso, torna puntualmente indietro a velocità doppia. Denis, comunque, salva tre palle break in apertura e ben cinque nel terzo game, aggrappandosi molto bene al servizio nei momenti difficili. Sulla solidissima battuta di Nadal, però, non si gioca: per assistere al primo punto in risposta bisogna attendere la bellezza di quaranta minuti esatti, quando, sul 4-3 40-0, Rafa si distrae un attimo e sbaglia un innocuo rovescio. A quel punto il maiorchino è già tranquillo perché ha in cascina il break, giunto nel game precedente, al nono tentativo in assoluto, quando, dal 30 pari, il giovanissimo canadese, che fin lì aveva retto alla grande, ha commesso un doppio fallo e affondato in rete un rovescio.

Il primo set si chiude sul 6-4, il secondo comincia con un break a zero. Il nativo di Tel Aviv suggella l’inevitabile resa con un doppio fallo sullo 0-40 ed esce via via dal match, psicologicamente annichilito dall’incapacità del rivale di lasciar andare una palla o commettere un errore. Al di là dell’età un ruolo lo gioca forse anche la maggiore stanchezza: Denis, che la settimana scorsa ha raggiunto la semifinale a Madrid, è reduce qui da tre set durissimi con Berdych e altrettanti con Haase, Rafa dopo il bye iniziale ha concesso un game a Dzumhur. Finisce 6-4 6-1, con quattro game di fila del superman iberico.

Shapovalov, a ogni modo, è forte davvero e potrà consolarsi prendendo atto che dall’altra parte della rete, per fortuna, non troverà sempre Nadal sulla terra. Quanto a Rafa, domani affronterà nei quarti il nostro Fabio Fognini, con il quale in passato ha perso per tre volte, tutte nel 2015: Rio de Janeiro, Barcellona e US Open. Dopo la sconfitta da due set a zero patita tre anni fa a New York, Nadal si è imposto in cinque incontri consecutivi, lasciando per strada solo un parziale, nel 2017 sul rosso di Madrid e conduce il bilancio complessivo per 10-3. All’azzurro il quanto mai arduo compito di tornare a infliggere un dispiacere al rivale.

[2] A. Zverev b. K. Edmund 7-5 7-6(11) (Simone Milioti)

Prosegue la rincorsa alla difesa del titolo di Sascha Zverev, il tedesco oggi ha più volte disfatto il vantaggio e rischiato di giocarsi un pericoloso terzo set contro un Kyle Edmund che pian piano stava prendendo fiducia nei propri colpi. Alla fine il numero tre del mondo ha chiuso in due set tiratissimi, nel secondo un tie-break infinito e la vittoria che arrivava soltanto all’ottavo match point a disposizione.

Già nel primo Zverev si è andato a complicare la vita, avanti un break ha servito per il set sul 5-4 salvo farsi scippare il servizio dal britannico che però lo rimetteva subito nelle condizioni di tornare a servire per chiudere il parziale, come effettivamente avveniva al dodicesimo gioco.

Nel secondo Edmund non pago degli aiuti si permetteva di sbagliare tre dritti in un solo game, il terzo, concedendo il break a Sascha. Zverev invece di allungare immediatamente una volta andato 40-0 sul proprio servizio faceva sentire l’odore della palla break al britannico prima di annullarla. Edmund continuava a faticare e salvava due palle del possibile doppio break, Zverev da fondo campo dominava – specie col rovescio lungolinea – salvo poi decidere di venire a giocare a rete commettendo disastri. Edmund dal 2-4 infilava una serie di tre giochi riaprendo di fatto il set. Nel dodicesimo gioco in particolare ha provato il tutto per tutto arrivando fino ad ottenere un set point in risposta che però veniva annullato.

Si giungeva al tie-break e dopo lo strappo iniziale di Zverev, scappato 3-0 e successivamente 6-3, sembrava che non commettesse altri atti di generosità, invece gioca malissimo i primi tre match point su cui viene tradito dal rovescio, quattro errori di rovescio consecutivi portano Edmund dalla doccia imminente alla possibilità di andare al terzo set. Zverev annulla il set point spostandosi, saggiamente, sul dritto. Seguono soltanto altri match point annullati da Edmund con accelerazioni coraggiose o dallo stesso Zverev come per esempio quando decide di giocare una palla corta in rete. Sull’ottavo, punteggio di 12-11 per Zverev, Edmund entra nello scambio e non riesce più a uscirne finché non deve forzare e sbagliare di metri l’ultimo dritto della sua avventura romana.

Prossimo turno Zverev incontrerà David Goffin e i due si sfideranno nel serale. I due hanno vinto due partite problematiche e Sascha deve dimostrare continuità dopo Madrid e soprattutto deve provare a difendere il titolo conquistato qui lo scorso anno e perché no provare a misurarsi contro Nadal su terra. D’altronde sulla carta è lui il numero due del mondo e al momento anche in campo si sta dimostrando il più degno rivale per l’eventuale sfida domenica in finale.

[9] D. Goffin b. [5] J.M. del Potro 6-2 4-5 Rit. (Simone Milioti)

Incontro condizionato dalle condizioni, su cui resterà il dubbio, di del Potro. L’argentino per tutto il primo set sembrava sempre in ritardo e ha subito diversi contropiedi, regalando così allo score di Goffin una marea di colpi vincenti. Già a fine set Delpo sembrava toccarsi l’interno della coscia, forse l’inguine o l’adduttore, chiamando poi in mezzo al terzo gioco del secondo set il fisioterapista che lo trattava fuori dal campo.

L’ottavo di finale tra la testa di serie numero 5 e la numero 9 era iniziato con grandi auspici, difficilissimo entrare sul campo, c’era quasi più gente in piedi fuori che provava a sbirciare, che si affannava solo per avere un minimo di visuale sotto il sole cocente di questo pomeriggio. Goffin brekkava quasi subito al terzo gioco nel primo set e subito dopo otteneva un secondo break pesante, chiudendo il parziale per 6-2. Sembrava che del Potro stesse accusando psicologicamente, quando invece molto semplicemente si stava logorando fisicamente.

Il primo stop arrivava con un gesto quasi definitivo di Delpo che sull’1-1 15-15 del secondo si va a sedere aspettando il fisioterapista, Goffin e tutto il Pietrangeli vengono così a conoscenza del problema. Il belga però non ne approfitta, sembra quasi gli dispiaccia continuare a giocargli in contropiede, e non se ne parla di provare a inserire qualche palla corta, decide così di giocargli o sulla stessa diagonale o centrale. Delpo ovviamente non sta meglio dopo il trattamento, da fermo tira e alle volte può anche far male, ma se mosso deve per forza rischiare e sbagliare, sempre che sulla palla ci vada. Memorabile il punto con cui si procura la quinta palla break nell’ottavo gioco, dopo aver colpito tremendamente 9(!) dritti consecutivamente.

Il match è molto confusionario e del Potro, per gentile concessione di Goffin in confusione totale, va a servire per il secondo set sul 5-3 fallendo. Sopra 5-4 l’argentino in risposta ha a disposizione due palle break, pesanti perché se trasformate gli consentirebbero di andare al terzo, ma Goffin le annulla e sul match point, il primo, Delpo non gioca nemmeno. Secondo stop, secondo gesto eloquente, braccia che si allargano con i palmi verso il basso a dire “basta così” non ce la faccio più. Quasi un’ora dopo il primo tentennamento il gigante di Tandil ha alzato definitivamente bandiera bianca. Passa quindi David Goffin che dovrà essere forse un po’ meno buono, essere più carogna se vuol vincere, e aspetterà adesso il vincente di Zverev-Edmund.

Risultati ottavi di finale

F. Fognini b. P. Gojowczyk 6-4 6-4
[1] R. Nadal b. D. Shapovalov 6-4 6-1
[11] N. Djokovic b. A. Ramos-Vinolas 6-1 7-5
[10] P. Carreno Busta b. A. Bedene 6-4 6-7(3) 6-2
[4] M. Cilic b. B. Paire 6-3 6-4
K. Nishikori b. P. Kohlschreiber 6-1 6-2
[9] D. Goffin b. [5] J. del Potro 6-2 4-5 Rit.
[2] A. Zverev b. K. Edmund 7-5 7-6(11)

Redazione

La redazione di Ok Tennis è formata da rappresentanti di tutte le minoranze tennistiche esistenti al mondo. Inoltre, è conforme alla Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen emanata il 26 agosto 1789.

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