Restare nel mezzo, senza un’idea, senza un parere deciso è la situazione più triste che ognuno di noi può provare sulla sua pelle. E forse proprio per questo sentiamo l’esigenza di dover tifare, perché dopo tutto si potrebbe anche vivere lo sport, magari principalmente il calcio, godendo semplicemente del suo spettacolo inimitabile. Succede però che sentiamo l’esigenza di doverci dimenare, soffrire e sperare che una persona piuttosto che un’altra segni, faccia canestro, arrivi primo, faccia più punti e così fino all’infinito. I perché sono molteplici: la tradizione, l’appartenenza, il campanilismo, il piacere di vedere uno cosa piuttosto che un’altra, la simpatia.
Il perché di questo preambolo è presto svelato: facciamo il tifo per Nick Kyrgios e oggi, nel giorno del suo compleanno, vogliamo dirvi perché è l’unico tennista in grado di poter salvare il tennis da una crisi che pare irreversibile. Allo stesso tempo però siamo gente pacata e seppur non comprendendo i perché della vostra antipatia verso il tamarro di Canberra non staremo qui ad offendervi come di solito si usa fare in giro per la rete.
Forse qualcuno vi avrà già detto che i tennisti che avete amato per dieci e passa anni tra poco non giocheranno più. Qualcuno in realtà già lo fa, vedi Djokovic (!) oppure Federer per sei mesi all’anno; Murray poi non sappiamo nemmeno se sarà in grado di tornare un giocatore accettabile (ovviamente lo si spera, eh…). Dunque è giusto guardarsi alle spalle, però con calma perché quello che apparirà ai vostri occhi potrà non piacervi. Attualmente al posizione numero 8 e numero 9 del ranking ATP troviamo Kevin Anderson e John Isner, rispettivamente 31 e 32. Per carità non vogliamo mica accanirci su due veri professionisti della nostra disciplina, lungi da noi tale idea. Sta di fatto che i loro nomi sono emblematici perché testimoniano il deserto che dovrebbe essere trasformato in oasi dai vari Zverev, Thiem, Carreno Busta, Pouille, Sock… e chi ci crede! E a questo punto ci preme ricordarvi che sempre il nostro tamarrone di Canberra sarà anche 24esimo al mondo ma lo è a 23 anni appena compiuti e per scelta (purtroppo!).
Immaginiamo che vorrete sapere anche perché solo lui può salvare il tennis. Semplice, basta che andiate a vedere la sfida contro Dimitrov agli Australian Open. Tre ore e ventisei minuti di vero tennis, dove persino Dimitrov è passato per un tennista da poter vedere per così tanto tempo. Si, si, Dimitrov, lo stesso che ha vinto annullando match point a Jaziri proprio ieri a Barcellona (beato chi se l’è perso quel match). Ve l’avevamo detto che Nick è capace di tutto.
Certo il nostro beniamino non esula dalle tirate d’orecchie, soprattutto perché non capisce l’importanza della sua figura. “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. Bisogna farglielo capire però a uno che ha battuto al primo incontro sia Federer, che Nadal, che Djokovic (anzi al serbo gli ha fatto spaccare più di una racchetta). Ma purtroppo lui è così piange alla Laver Cup, gran torneo ma pur sempre un’esibizione, e poi gli frega se esce al primo turno di un torneo importante. Ma dopo tutto va bene anche così perché altrimenti sai che noia Zverev contro Thiem per i prossimi dieci anni…
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