[8] V. Williams b. [29] K. Bertens 5-7 6-3 7-5
Cosa rimane al termine di 3 ore di partita di questa portata? È maggiore la soddisfazione di Venus Williams per aver prevalso, a quasi 38 anni, nell’afa e l’umidità di Miami salvando 3 match point e cancellando, di fatto, il primo set perso da 5-0 o è maggiore la delusione di Kiki Bertens per aver faticato così tanto per rientrare nel match e crearsi la chance per una delle vittorie più belle (e importanti) della carriera? Pensieri che aleggiano nelle menti, domande a cui forse non daremo mai una concreta risposta. L’olandese, numero 29 del seeding, ha chiuso con molti più vincenti della sua avversaria, ma nei momenti chiave è venuto fuori il suo difetto principale: farsi travolgere dall’emotività.
È sempre stato così, ne parlavamo a Melbourne con un giornalista olandese che disse una frase significativa: Kiki preferisce essere la cacciatrice, piuttosto che la preda. Molto meglio, insomma, essere dalla parte di chi insegue, di chi è sfavorito e viene deresponsaibilizzato. Oggi la storia è stata abbastanza simile: un grande sforzo nel primo set per rientrare, vincere un incredibile parziale annullando 3 set point sul 4-5, e poi vanificare tutto nel terzo set che ha ricordato tanto il primo parziale giocato contro l’altra Williams, Serena, la scorsa settimana a Indian Wells. Se guardiamo le occasioni e i numeri, avrebbe dovuto portare entrambi i parziali a casa per 6-1, ma la realtà dei fatti dice che in California ha fatto l’errore di portarsi Serena in scia fino alle fasi finali, oggi invece il braccio ha tremato tanto sia sulla chance di 5-1 e servizio, sia poco più tardi quando ha mancato i primi 2 dei 3 match point avuti. 5-3 e sevizio, 40-15, e due errori di dritto di pura tensione.
Venus, che dopo aver subito il pesantissimo gancio di un set iniziale terminato così malamente, nel secondo stava andando enormemente in confusione: un vantaggio di 2-0 subito ricucito prima del secondo break per l’olandese, che si è trovata avanti 3-2 e con due chance per andare sul 4-2. Anche in quel momento, quando stava diventando sempre più netta la sensazione che per vincere, oggi, Williams avrebbe dovuto rimanere in campo ben oltre le due ore e mezza, la ex numero 1 del mondo ha sempre cercato con la testa di rimanere nel match, conscia probabilmente delle difficoltà della sua avversaria più i punti diventavano importanti.
Vinto il secondo set 6-3, Venus ha poi dovuto risalire da 1-4 e palla dell’1-5, completando una delle rimonte probabilmente più belle di quest ultima parte della carriera. Il calendario, però, non gioca dalla sua: domani dovrà già essere in campo contro la campionessa in carica, Johanna Konta. A 38 anni ha saputo gestire benissimo un match fisicamente molto provante come quello odierno, ma sulla fase di recupero qualche dubbio è quasi spontaneo porselo.
[11] J. Konta b. [22] E. Mertens 6-2 6-1
Possiamo forse considerare Miami come il torneo dove Johanna Konta vuole cominciare a macinare gioco e punti nel 2018. Le aspettative a inizio anno erano ben più alte, ma la britannica non ha quasi mai saputo infilare due o più vittorie consecutive. Prima di oggi c’era riuscita soltanto a Birbsane, nella prima settimana della stagione, e a Dubai, fallendo in tutti gli appuntamenti più importanti.
A Miami, nell’ultima edizione che si svolge a Crandon Park, Konta difende il titolo più importante della carriera, quel Premier Mandatory vinto contro Caroline Wozniacki che assieme alla semifinale a Wimbledon hanno rappresentato il fiore all’occhiello di una stagione, il 2017, che purtroppo per lei l’ha vista spegnersi troppo presto e proprio dallo Slam di casa “Jo” non ha più avuto picchi di rendimento rischiando, adesso, l’uscita dalla top-20 per la prima volta dall’inizio del 2016.
Il 6-2 6-1 contro Elise Mertens, che è valso l’approdo agli ottavi di finale, racconta di una partita dove la numero 11 del seeding ha impiegato un po’ prima di sbloccarsi, con la belga che è rimasta in scia per i primi 5 game, ma poi ha saputo dare lo scossone giusto per liberarsi della recente semifinalista dell’Australian Open che, a sua volta, ancora non ha ottenuto altri risultati di rilievo. Considerando il background della belga, la giovane età e forse un exploit molto importante senza la dovuta esperienza alle spalle, il tutto si sta illustrando in 4 tornei tra medio-oriente e nord-america dove ha saputo ottenere appena 2 successi.
Adesso, per Konta, l’avversaria più complicata nel quarto di tabellone: Venus Williams.
[4] E. Svitolina b. [26] D. Gavrilova 4-6 6-0 6-1
Elina Svitolina è al quarto turno di Miami, soffrendo e dando tutta se stessa per prevalere contro Daria Gavrilova in un match estremamente fisico e con un risultato molto bugiardo nel set decisivo. Tantissimi punti si sono trasformati in estenuanti braccio di ferro. Nessuna delle due prendeva il comando e continuavano a battagliare sulle diagonali nel tentativo di avere la chance di aprire il campo e dare un’accelerata alla propria azione.
Ha avuto la meglio l’ucraina, numero 4 del seeding, ma al cambio campo sul 4-1 al terzo set sembrava molto provata mentre il coach le spiegava che c’era ancora tanto da fare prima di poter pensare ad avere la vittoria in tasca. Il punteggio, fin lì, era di 4-6 6-0 4-1 e nonostante la serie di 10 game a 1 dall’inizio del secondo set, la sensazione era che tutto fosse ancora piuttosto in equilibrio. La stessa Gavrilova, due game prima, durante il cambio campo parlava con il proprio coach e diceva che faceva errori banali nel tentativo di cambiare gioco e prendere il comando, ma stava comunque cercando di fare la partita e capiva che c’era modo di risalire, di fatti si è subito proposta offensivamente, chiudendo agilmente il proprio turno di battuta e mettendo pressione in risposta. Svitolina ha dovuto impiegare, in quel frangente, 8 minuti per allungare sul 4-1. Non è stato neppure il game più lungo dell’incontro, visto che per strappare la battuta e salire 2-0 ci sono voluti 12 minuti e mezzo.
Questa parte così incerta, unita a un primo set dove si è combattuto punto a punto, non rendono veritiero quello score finale che appare così netto verso la numero 4 del mondo, bravissima in ogni caso a venire fuori da una sfida complicata, contro un’avversaria che l’aveva già battuta più volte e che sembra il prototipo ideale per ingaggiare battaglie fisiche, nervose ed estenuanti. Al prossimo turno avrà un’altra australiana, Ashleigh Barty.
Altri incontri
Nuova vittoria al terzo set per Petra Kvitova, che nell’ultimo match di giornata si è imposta 3-6 6-2 6-4 contro la qualificata Sofya Kenin. Dopo il difficile esordio contro Aryna Sabalenka, la ceca è chiamata alla rimonta anche contro la statunitense, che è stata avanti 4-2 nel terzo set prima di subire 4 game di fila. Agli ottavi l’interessante sfida a Jelena Ostapenko che ha disputato una delle migliori prestazioni stagionali contro Beatriz Haddad Maia (6-2 7-6) ma che contro la ceca dovrà in ogni caso superarsi visto che al di là dei primi 2 incontri poi ha sempre perso. Nota positiva per la lettone: non è la Kvitova devastante di San Pietroburgo. Nota negativa: il servizio rischia di essere preso d’assalto.
Risultati:
[6] J. Ostapenko b. B. Haddad Maia 6-2 7-6(2)
[9] P. Kvitova b. [Q] S. Kenin 3-6 6-2 6-4
[21] A. Barty b. P. Martic 6-3 6-4
[4] E. Svitolina b. [26] D. Gavrilova 4-6 6-0 6-1
[8] V. Williams b. [29] K. Bertens 5-7 6-3 7-5
[11] J. Konta b. [22] E. Mertens 6-2 6-1
[Q] D. Collins b. D. Vekic 4-6 6-2 6-1
M. Puig b. M. Sakkari 6-3 7-5
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