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WTA Indian Wells: Serena Williams e Azarenka, rientri vincenti

S. Williams b. Z. Diyas 7-5 6-3

Rivedendo Serena Williams percorrere il campo centrale di Indian Wells verso la propria panchina, è venuto in mente un dato abbastanza particolare. Erano 14 mesi che la statunitense non giocava un match ufficiale, 14 come il numero degli anni trascorsi tra il 2001 e il 2015, quando la stessa Williams decise di rompere il boicottaggio verso il torneo californiano, nato dai fischi e gli insulti razzisti ricevuti dal pubblico nell’edizione poi vinta in finale contro Kim Cljisters.

Nonostante anche stasera la pelle d’oca sia giunta un po’ per tutti, quella volta, 3 anni fa, ci fu una carica emotiva incredibilmente superiore. Quella partita fu un concentrato di significati che trascendevano dal semplice gioco: molti afroamericani sulle tribune festeggiavano come forsennati, un ragazzino è stato inquadrato per due volte dal cameran a un cambio campo e sventolava fiero il poster con scritto “Straight outta Compton” (“Dritto fuori da Compton”, il nome del film che rappresenta la ribellione al razzismo e parla della località dove è cresciuta la ex numero 1 del mondo). Quella sera c’era un ambiente che ribolliva e si accendeva a ogni suo gesto.

Era anche una Serena molto diversa da oggi. In forma straripante, che sarebbe arrivata a sole 2 partite dal completare il Grande Slam. Stasera invece, alla prima in veste ufficiale da mamma nel circuito WTA, la situazione era molto diversa. Questa Williams sembra ancora abbastanza in ritardo nella condizione e molte delle difficoltà le si notavano già nell’allenamento del pomeriggio: scomposta, in difficoltà quando era chiamata a fare degli spostamenti laterali veri, che non richiedevaono solo un paio di passi di posizionamento. Il suo sparring le giocava per lo più al centro, evitando di andare a pizzicare continuamente il lato del dritto, dove il passo si allungava e la camminata era subito affannosa.

In tutto ciò, l’esordio contro Zarina Diyas è parso da subito una benedizione: una giocatrice leggerina, con un servizio giocabile soprattutto se chiamata a mettere la seconda dove a stento arriva alle 85 miglia orarie. Tre anni fa giocarono proprio su questo campo e la statunitense le lasciò due game, stasera per trovare il primo break sono passati 45 minuti, sul punteggio di 5-5. In quel frangente aveva buttato anche uno 0-40 sul 2-2 e molto spesso si affidava soprattutto al servizio per cavarsi da possibili momenti d’impaccio, visto che quel colpo anche adesso rimane una garanzia. Sul 4-5, nel primo set, è stata a 2 punti dal perdere il parziale quando da 30-0 ha sparato ben largo due colpi in uscita dal servizio. Da lì una prima all’incrocio delle righe e un’altra battuta che ha creato i presupposti per ritornare in parità. Qualche seconda di troppo, poi, ha condannato la kazaka

Al di là di questi confronti con il momento forse migliore della sua carriera, rimane la sensazione che Serena ci sia e le partite che andrà ad affrontare serviranno ad alzare le prestazioni, passo dopo passo. È un’ipotesi sul lungo periodo, perché al momento quello di cui ha tanto bisogno è impostare delle partite sulla grande potenza e sul suo ritmo, per evitare che le avversarie possano mettere a nudo tutte le sue difficoltà. Le basi per tornare in alto ci sono, e non potrebbe essere altrimenti, ma ora ci sono state anche le difficoltà nel tenere a bada un’avversaria che facendo il suo compitino, senza neppure strafare, l’ha tenuta sull’attenti fino alla fine.

Kiki Bertens al secondo turno sarà un’avversaria di natura un po’ più solida della kazaka, ma comunque una giocatrice che nel 2017 fuori dalla terra ha raccolto veramente poco (8 vittorie su 32) e ultimamente a livello fisico rappresenta sempre un’incognita.

V. Azarenka b. H. Watson 6-4 6-3

Non riusciremo a esprimere a parole quanto ci faccia piacere rivedere Victoria Azarenka. L’altra mamma impegnata in questa speciale night session a Indian Wells, al rientro dopo 8 mesi vissuti nell’incubo di perdere tutto quello che aveva. Riapparsa qui nel deserto della Coachella Valley con un corpo più snello, un volto visibilmente provato, ma un carattere indomito come sempre è stato. Si è quasi commossa in un momento molto toccante all’ingresso in campo: c’era bisogno di essere qui, stasera, per accantonare tutto e pensare solo a fare quello che ama fin da quando era bambina.

Il suo è un caso abbastanza intricato: è qui solo perché il torneo si trova in California, da dove lei non vuole andarsene per non “abbandonare” il figlio Leo. Il futuro immediato è al momento avvolto da nubi: molto probabilmente prima di rivederla in campo da un’altra parte dovrà tornare in tribunale per l’appello dell’ex compagno. Però intanto è qui, gioca, si sente viva e alla fine si lascia andare alle lacrime: “Grazie a tutti, per me questo vuol dire il mondo. Per me questo è quello che amo. Quando sono uscita ho avvertito tutto l’affetto che mi avete trasmesso, essere qui è una sensazione bellissima”.

Una partita a due volti, contro Heather Watson: perfetta fino al 5-1 e servizio nel primo set, in grande affanno fino all’incredibile game di quasi 17 minuti che l’ha portata avanti 5-2 nel secondo parziale. Non poteva andare diversamente, vista la lunga pausa dal tour professionistico, ma lo spirito di abnegazione che ha messo in ogni punto spiegavano da soli tutta la voglia che aveva, Vika, di portare a casa un successo che mancava dal terzo turno di Wimbledon, guarda caso proprio contro Watson. Adesso ci sarà Sloane Stephens, e l’asticella sarà in ogni caso più alta. Un nuovo test, un nuovo momento dove emozionarsi.

Altri incontri

Si è scoperta l’avversaria di Venus Williams. La maggiore delle “Sisters” sfiderà Sorana Cirstea, che ha superato Monica Niculescu 6-2 6-3 con qualche brivido nel finale, quando ha mancato 3 match point sul 5-0 e sul 5-3 è stata vicinissima al black out totale, abbandonando ogni schema e decidendo di fare soltanto serve & volley per uscire dalla trappola del dritto in slice della connazionale. Buon per lei che nel nono game è rientrata da 0-30 ed è riuscita a chiudere. La possibile rimonta mancata da Niculescu è riuscita invece a Monica Puig, che nel secondo set ha recuperato un ritardo di 4-0 per battere Beatriz Haddad Maia 6-3 7-5.

Lara Arruabarrea, proveniente dalle qualificazioni, si è invece imposta 3-6 6-3 6-4 contro la campionessa del torneo International di Acapulco Lesia Tsurenko. Altra sorpresa sullo Stadium 1 dove Sofya Zhuk, classe 1999 e grande promessa a livello junior, ha ottenuto la prima vittoria in un tabellone principale WTA battendo Alizé Cornet 7-5 6-4. Grandissimo equilibrio anche tra Aliaksandra Sasnovich e Magda Linette, con la vittoria della prima per 5-7 7-6(2) 7-6(4) dopo quasi 3 ore e rientrando nel set deecisivo da 3-5, ma anche tra Christina McHale e Katerina Siniakova con la ceca che ha prevalso 3-6 6-2 7-6(6) rimediando a un momento complicato quando nel tie-break ha mancato 3 match point consecutivi.

Risultati

S. Cirstea b. [Q] M. Niculescu 6-2 6-3
S. Williams b. Z. Diyas 7-5 6-3
M. Puig b. B. Haddad Maia 6-3 7-5
N. Vikhlyantseva b. [Q] V. Zvonareva 6-3 6-2
[WC] D. Collins b. [Q] T. Townsend 6-2 4-6 6-3
[WC] S. Zhuk b. A. Cornet 7-5 6-4
[Q] S. W. Hsieh b. C. Witthoeft 5-4 ritiro
M. Barthel b. V. Cepede Royg 6-2 6-1
J. Brady b. M. Buzarnescu 2-6 6-4 6-2
[Q] Y. Wickmayer b. [WC] K. Day 6-3 6-1
C. Bellis b. [Q] S. Sorribes Tormo 6-0 6-3
E. Makarova b. K. Flipkens 6-2 6-4
[WC] V. Azarenka vs H. Watson
K. Siniakova b. C. McHale 3-6 6-2 7-6(6)
A. Sasnovich b. M. Linette 5-7 7-6(2) 7-6(4)
[Q] L. Arruabarrena b. L. Tsurenko 3-6 6-3 6-4

Diego Barbiani

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Diego Barbiani

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