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Statistiche della settimana: del Potro torna in paradiso, Osaka da sogno

Stesso film a distanza di nove anni: i due successi più prestigiosi nella carriera di Juan Martin del Potro, lo Slam americano nel 2009 e il torneo di Indian Wells della settimana scorsa, primo Masters 1000 conquistato in carriera, sono ingigantiti dal valore dell’avversario battuto in finale, Roger Federer, che in entrambe le occasioni era il numero uno del mondo.

La finale più attesa tra Federer e del Potro, vinta da quest’ultimo al tie break del set decisivo dopo aver annullato 3 match point allo svizzero, ha riscattato un torneo nel complesso deludente caratterizzato dalla caduta precoce di molti dei principali favoriti, col record negativo di sole 6 tra le prime 16 teste di serie approdate agli ottavi. L’esito finale ha premiato il tennista più sfortunato tra quelli più talentuosi degli ultimi 10 anni. In una fase come quella che stiamo vivendo, in cui Federer, in attesa della piena realizzazione del cambio generazionale e con un infermeria affollata di nomi illustri, era rimasto solo al comando, il ritorno dell’argentino ai massimi livelli arriva al momento giusto e riceve il plauso di tutti gli appassionati di tennis che sicuramente amano il gigante argentino.

Sono 6 le finali giocate tra Federer e Del Potro in 25 head to head disputati dal 2007 ad oggi. Il bilancio complessivo è favorevole allo svizzero (18 a 7) ma negli incontri decisivi Del Potro ha avuto la meglio in ben 4 occasioni:

Per Roger Federer, che resta fermo a cinque vittorie al pari di Djokovic nel torneo californiano, trattasi dell’ottava finale:

Con la generazione di mezzo (i nati tra il 1989 e il 1995) sempre più latitante, si guadagnano spazio alcuni dei più giovani. Nel torneo in cui il canadese Auger-Aliassime (classe 2001) battendo il connazionale Pospisil, diventa il primo tennista nato nel terzo millennio a vincere un match in un Masters 1000, abbiamo assistito all’ottimo risultato ottenuto dal croato Borna Coric giunto in semifinale sfiorando la vittoria clamorosa contro Federer, che sotto la sapiente guida di Piatti e di Ljubicic sembra aver fatto il salto di qualità definitivo. Grazie a questo risultato il tennista croato risale al numero 36 della classifica e appare finalmente pronto a migliorare il suo best ranking che risale al 2015 quando aveva 18 anni.

Continua senza tentennamenti anche l’avanzata di Hyeon Chung spintosi fino ai quarti dove ha dovuto inchinarsi per la seconda volta quest’anno a Federer, manifestandosi tuttavia molto più competitivo rispetto a quanto avvenuto nella semifinale degli Australian Open, quando fu costretto al ritiro per problemi di vesciche ai piedi. Per il coreano nuovo best ranking al numero 23.

Esplode la Next Gen anche tra le donne

Da oggi si parla di Next Gen anche al femminile. Sulla scia della Ostapenko, che sorprese tutti al Roland Garros vincendo a 20 anni lo Slam su terra rossa, ecco in un colpo solo consacrarsi agli occhi del mondo due tenniste che, pur avendo già dato negli ultimi anni chiari segnali di talento elevato, non avevano ancora dato la zampata convincente. Ebbene Naomi Osaka e Daria Kasatkina, entrambe classe ’97 come la Ostapenko, nello splendido impianto che troneggia nel deserto californiano, si sono prese la scena del Premier Mandatory più importante impressionando per la disinvoltura con cui hanno dominato in sequenza avversarie ben più blasonate.

La Kasatkina nel suo cammino verso la finale ha raccolto gli scalpi, tra gli altri, della Stephens vincitrice degli ultimi US Open, e di tre top 10, Wozniacki (2), Kerber (10) e Venus Williams (8), lasciando per strada un solo set all’americana in semifinale dopo aver mortificato la tedesca nei quarti, infliggendole una cocente sconfitta (6-0 6-2). La giapponese a sua volta, dopo aver eliminato la Sharapova all’esordio, ha superato tra le altre la Radwanska, e in sequenza due top 10: Karolina Pliskova (5) nei quarti e la numero uno del mondo Simona Halep, stritolata in semifinale (6-3 6-0).

L’atto finale è risultato di facile appannaggio della tennista giapponese, al suo primo successo in carriera nel circuito maggiore. La Osaka, esempio di stile e di sportività, ha vinto pur non essendo compresa tra le teste di serie così come in passato nella storia del torneo era accaduto solo a due campionesse assolute come Serena Williams nel 1999 e Kim Clijsters nel 2005. A 20 anni e 153 giorni, è la più giovane vincitrice del torneo dal 2008 quando si impose la serba Ivanovic all’età di 20 anni 138 giorni.

Il trionfo della Osaka rappresenta il risultato più prestigioso ottenuto nell’Era Open da una tennista giapponese. In virtù del risultato ottenuto a Indian Wells, Osaka e Kasatkina vanno ad occupare la sesta e la settima posizione della Race per Singapore.

Al di là della performance delle due finaliste il torneo ha esaltato le doti di molte tenniste di nuova generazione. Ben 8 under 21 erano comprese tra le 32 tenniste approdate al terzo turno ed alcune di queste hanno raccolto scalpi di valore:

È plausibile ipotizzare che alle Finals di Singapore di quest’anno possano esserci diverse debuttanti di ultima generazione.

Il torneo degli italiani: in realtà non c’è stato. Alla totale assenza di nostre tenniste nel main draw femminile (prima volta dal 1995), si è aggiunta la sconfitta all’esordio di Fabio Fognini, contro il francese Chardy. Si è trattato di una sconfitta inattesa e tanto più dolorosa tenuto conto delle alte aspettative riposte sul tennista di Arma di Taggia dopo i buoni risultato delle ultime settimane. Nulla ha potuto Thomas Fabbiano che ha comunque vinto il primo match in carriera in un Masters 1000 (5 le sconfitte) superando all’esordio la wild card americana Klahn prima di arrendersi alla testa di serie numero 8 Jack Sock. Dovrà rimandare l’appuntamento con la prima vittoria in un Masters 1000 Matteo Berrettini che tuttavia nelle due settimane appena concluse ha capitalizzato fiducia e risultati prima a Indian Wells dove, ripescato come lucky loser, ha sfiorato la vittoria di fronte al coetaneo ma più esperto Medvedev, (6-7 7-5 6-4 il punteggio finale) e poi al Challenger di Irving dove è giunto in finale sconfitto dal kazako Kukushkin. Con questo risultato il tennista romano, a 21 anni e 11 mesi, diventa il più giovane italiano dopo Fognini nel 2007 (a 20 anni e 5 mesi), ad entrare nei Top 100 (al numero 92) e si prepara all’assalto al main draw di Miami attraverso il torneo di qualificazione.

Il bilancio combined alla fine, in termini di perfomance, è il peggiore dal 2005 e soprattutto è terribilmente più modesto di quello che solo 4 anni fa registrò il miglior bottino azzurro nel torneo californiano grazie anche alla splendida vittoria di Flavia Pennetta:

Altri numeri del torneo

1 – tornei vinti in carriera da Noemi Osaka. Prima di ieri la tennista giapponese aveva disputato una sola finale, nel 2016 al torneo di Tokyo.

2 – le tenniste americane a raggiungere la finale a Indian Wells dal 2000: Lindsay Davenport (vittoria nel 2000 e finale dal 2003 al 2005) e Serena Williams (vittoria nel 2001 e finale nel 2016).

3 – le tenniste non comprese tra le teste di serie a vincere il torneo: Serena Williams (21) nel 1999 (ultimo anno col torneo a 64 giocatrici e 16 teste di serie), Kim Clijsters (133) nel 2005 e Naomi Osaka nel 2018.

4 – le finali disputate in carriera nel circuito WTA dalla Kasatkina che ha vinto in una sola occasione, a Charleston lo scorso anno superando in finale la Ostapenko.

8 – le finali disputate da Federer a Indian Wells, con 5 vittorie: 2004, 2005, 2006, 2012 e 2017.

10 – le presenze in finale di tenniste russe a Indian Wells: Sharapova e Dementieva nel 2006 con vittoria della prima, Kuznetsova nel 2007 e 2008, sconfitta da Hantuchova e da Ivanovic, la Zvonareva vittoriosa nel 2009 sulla Ivanovic, la Sharapova finalista nel 2012 sconfitta dalla Azarenka e vittoriosa nel 2013 superando la Wozniacki, la finale tutta russa dello scorso anno tra Vesnina (vincitrice) e la Kuznetsova fino alla finale della Kasatkina di ieri.

17 – gli anni trascorsi dall’ultima semifinale raggiunta a Indian Wells da Venus Williams che nel 2001 si ritirò prima di scendere in campo contro la sorella Serena. Venus a 37 anni è la più anziana semifinalista nella storia del torneo.

17 – il nuovo record personale stabilito da Federer relativo ai matche vinti consecutivamente dall’inizio dell’anno.

17 – i tie break giocati tra Federer e del Potro. Il bilancio è di 9-8 per lo svizzero.

21 – le tenniste che hanno vinto il torneo dal 1989.

29 – gli head to head tra le sorelle Williams, che si sono affrontare al terzo turno con vittoria di Venus: il bilancio complessivo vede avanti Serena per 17 a 12.

39 – i tennisti italiani entrati nei top 100 da quando nel 1973 è stato introdotto il ranking computerizzato.

41 – i games persi dalla Osaka nei 7 incontri disputati, 16 dai quarti in poi contro Pliskova, Halep e Kasatkina.

Giancarlo Di Leva

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Giancarlo Di Leva

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