[20] D. Kasatkina b. [8] V. Williams 4-6 6-4 7-5
È il torneo che cambierà la carriera di Daria Kasatkina per proiettarla verso nuovi e più ambiti obiettivi. Ormai gli indizi sono sempre più numerosi: da “semplice” promessa la russa ha sconfitto una dopo l’altra 4 campionesse Slam come Sloane Stephens, Caroline Wozniacki, Angelique Kerber e ora Venus Williams. Contro la statunitense è stata una battaglia durata quasi due ore e cinquanta minuti, proprio come le precedenti due sfide dove aveva in una prevalso (ad Auckland, 6-7 6-3 6-3) e nell’altra si era arresa soltanto al fotofinish (a Wimbledon, 7-5 4-6 10-8).
Un nuovo capolavoro della giovanissima russa, classe 1997, che si porta alla finale più importante della giovanissima carriera e lo fa da assoluta protagonista, imponendosi contro le migliori giocatrici al mondo lei che da lunedì prossimo sarà almeno al numero 11 del mondo e comincerà a strizzare l’occhio a quella top-10 che sembrerebbe quasi assegnatale di diritto dopo i tanti successi contro le big in questo 2018 che da dopo la trasferta australiana si sta trasformando in un crescendo costante.
Semifinale a San Pietroburgo, dove batté Wozniacki, poi la finale a Dubai dove ha sconfitto Johanna Konta, Agnieszka Radwanska e Garbine Muguruza, infine ora la nuova finale nel deserto della California, in una serata fredda ma resa più gradevole dal tanto pubblico assemblato sulle tribune dello Stadium 1, tutti pronti però a celebrare quella che sarebbe stata l’ennesima impresa della loro campionessa. Invece, lei, ha guastato i loro piani uscendo alla distanza, sfiancando l’avversaria e risalendo dalle macerie negli ultimi game di una partita che forse, tra qualche anno, ricorderemo come un punto di svolta.
Fin dai primi game Kasatkina ha cercato di costruire la propria tela di scambi e per una buona metà del parziale d’apertura il giochino funzionava. Venus non era entrata in partita, lei veleggiava fino al quinto game quando la statunitense si è scossa e ha cominciato ad alzare i giri del motore. Ripreso il break di ritardo, dal 3-3 ha giocato due game di altissimo livello dove trovava sempre più pericolosità con i propri fondamentali, soprattutto col dritto, colpo con cui ha costruito l’intero ottavo game: 5 vincenti e break per il 5-3. La chiusura del set è arrivata un po’ più tardi: Kasatkina aveva reagito, ma al servizio era ancora penalizzata dalla differenza tra una prima e una seconda e sul 30-30, decidendo di forzare, commetteva il primo doppio fallo.
La reazione è arrivata subito, e stavolta nonostante un primo aggancio sul 3-3 ha subito rimesso la testa avanti fino a quel game che alla lunga potrebbe risultare come quello della svolta. Ci sono voluti 13 minuti, alla russa, per salire sul 5-3 ma in quel frangente ha difeso con le unghie il proprio vantaggio salvando 5 palle break. Su almeno 2 di queste Venus ha enormi rimpianti perché ha messo sotto al nastro 2 risposte ad altrettante seconde di servizio senza troppa velleità. Da quel game sono cominciati piano piano a lievitare gli errori della ex numero 1 del mondo, che si vedeva costretta a un terzo set e nonostante l’inizio a lei favorevole vedeva subito Kasatkina rifarsi sotto fino all’aggancio sul 2-2.
Da lì chi ha rischiato maggiormente è stata la statunitense, costretta a salvare 2 palle break sul 2-2 e una sul 3-3. Sul 4-5 il nuovo momento chiave: Venus saliva 0-30 ma a 2 punti dal match non trovava più il campo, permettendo all’avversaria la nuova parità. Sul 5-5 Kasatkina ha affondato il colpo, in un turno di risposta dove ha cominciato a costruire il break con una delle tante, deliziose smorzate di rovescio con una traiettoria strettissima e conclusosi con 2 doppi falli consecutivi dell’avversaria. Al servizio per il match non ha tremato, salendo subito 40-0 e chiudendo al secondo match point. Domenica, alle 11:00 del mattino, scenderà in campo per la finale più importante della carriera in un 2018 che sta diventando per lei sempre più interessante.
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