J. Chardy b. [16] F. Fognini 4–6 7-6(2) 6-4 (eddi)
Dopo sei vittorie su sei incontri, Fognini è incappato nella prima sconfitta della sua carriera contro Jeremy Chardy, lontano dai tempi più o meno gloriosi di una volta. La quinta vittoria di fila, dopo la vittoria al torneo di San Paolo, sembrava cosa fatta, perché Fognini si è trovato avanti di un set e 4-1 pesante nel secondo; è stato 4-2 e 0-40 sul servizio dell’avversario; infine è andato a servire per il match sul 5-4, trovandosi a due punti dal match per ben tre volte. Niente di tutto questo è bastato perché la partita si è inaspettatamente complicata alla fine del secondo set, e Fognini ha finito per perderla.
Il primo set è iniziato con Fognini che ha brekkato subito Chardy, grazie soprattutto al fatto che il francese davvero faceva fatica a tenere la palla in campo e ogni volta che Fabio aumentava un po’ la potenza del colpo la palla non tornava mai indietro. Forse sorpreso dall’eccessiva facilità del tutto Fognini restituiva il break nel game successivo e attendeva sornione il momento giusto per portare a casa il primo set. Cosa che succedeva tra il nono e il decimo game, quando a Fognini bastava semplicemente alzare un po’ il ritmo dello scambio per portare a casa break e set.
Secondo set che sembrava ancora più semplice per il ligure, che dopo aver patito un po’ nei primi due game, salvando anche un paio di palle break, prendeva il largo senza particolari problemi. Ma siccome non si è Fognini per niente, Fabio ha ceduto uno dei due break di vantaggio giocando un game “allegro”, con palle corte e S&V che non sono proprio nelle sue corde. Nel game successivo, il settimo, l’italiano andava ancora 0-40, ma improvvisamente Chardy cominciava a centrare di più il campo. Così si portava sotto sul 3-4, grazie a tre ace, e quando Fognini andava a servire per il match giocava un game incredibile, soprattutto per uno che aveva giocato così male fino a qual momento. Fognini faceva quel che poteva, salvava quattro palle break ma capitolava alla quinta, dopo uno scambio bellissimo concluso con un altro dritto violentissimo di Chardy. La conclusione al tiebreak trovava ancora uno scatenato Chardy, e Fognini quasi rassegnato a trascinare la partita al terzo. Più meriti del francese che continuava a tirare a braccio libero, che demeriti dell’italiano, che non si aspettava un cambiamento così improvviso.
Terzo set che cominciava dieci minuti dopo perché saggiamente Fognini si prendeva una lunga pausa, anche per rompere il ritmo di Chardy. Al rientro in campo i primi quattro game filavano via lisci ma di nuovo Chardy, nel quinto, trovava il campo con dei terribili dritti che mettevano in difficoltà Fognini. Aveva persino l’occasione di andare a servire per il match sul 5-2 il francese, ma stavolta il suo dritto finiva in corridoio. Chardy però si portava sul 5-3 giocando un game sconcertante, fatto di incredibili miracoli, sempre di dritto, seguiti quasi sempre da errori grossolani. Alla fine era un dritto al volo a dargli la possibilità di servire per il match. Cosa che faceva quindi dopo l’interlocutorio nono game e che cominciava male, subendo una risposta di rovescio di Fognini. Ma erano ancora un paio di drittoni e il servizio a mettere le cose a posto e il doppio fallo tipico da braccino sul match point non gli impediva di cogliere la vittoria nel punto successivo.
Peccato, anche perché il turno successivo sarebbe stato ampiamente alla portata dell’italiano. Ma Federer resta un miraggio. In tutti i sensi.
D. Medvedev b. [LL] M. Berrettini 6-7(6) 7-5 6-4 (Simone Milioti)
Matteo Berrettini lotta come un leone, sprecando però nei momenti importanti quelle poche opportunità limpide che avrebbe di vincere l’incontro. Il tennista romano era stato ripescato dopo aver perso in qualificazioni e per metà set, mezz’ora del match, è sembrato onnipotente e capace di battere in scioltezza il russo. Daniil Medvedev però so è salvato e in un finale convulso l’ha spuntata in rimonta. Il primo set non aveva visto break e il tie-break si era messo subito male per l’azzurro che cedeva il minibreak immediatamente e si ritrovava sotto per 1-6, a quel punto però infilata 7 punti consecutivi che gli permettevano di conquistare il parziale. Nel secondo l’ottimo momento proseguiva e otteneva un break portandosi 3-1, sul servizio di Medvedev al quinto gioco aveva tra possibilità consecutive di doppio break che sfumavano più per inesperienza sua. Il russo recuperava il break di svantaggio e al dodicesimo game otteneva quello decisivo che portava il match al terzo. Come accaduto in precedenza a Berrettini stavolta era Medvedev a lasciarsi trascinare dall’inerzia del set precedente, così il russo si portava avanti per 2-0, Berrettini non mollava e nonostante un gioco complicato al proprio servizio restava attaccato e annullava il vantaggio riprendendosi il break. Nel finale di match l’azzurro ha avuto anche l’occasioni, due palle break la seconda più netta, per salire 5-4 e servire per l’incontro. Il russo si salvava e, come era nell’aria, le occasioni non sfruttate da Berrettini sono state il colpo di grazia, Matteo ha ceduto nuovamente il servizio quando doveva aggrapparsi ad esso per restare in partita.
[5] D. Thiem b. S. Tsitsipas 6-2 3-6 6-3 (eddi)
Avevamo lasciato Dominic Thiem ad Acapulco, sconfitto da un del Potro che non aveva fatto niente di che ma soprattutto dalla propria dissennatezza tattica e lo abbiamo ritrovato pronto a volare sul 4-0 con uno che, credeteci, diventerà molto forte. Però Tsitsipas ha forse pagato lo scotto di giocare contro un top5 in un palcoscenico così importante ed è partito molto male, subendo un parziale di 16-5. Si è ripreso però il greco e anche molto bene perché ha tenuto con unghia e denti il break strappato ad un distratto Thiem in apertura di secondo set e ha trascinato l’austriaco al terzo. Purtroppo però Thiem è stato solidissimo al servizio, non consentendo mai a Stefanos di arrivare a 30 e riuscendo sempre a creare seri grattacapi al giovane avversario. Così quando nell’interminabile quarto game del terzo set Thiem riusciva a portarsi avanti alla quinta palla break – dopo dei veri e propri scempi in almeno due delle quattro precedenti – la partita sembrava conclusa. E invece Thiem trovava modo ancora di distrarsi e di rimettere in partita Tsitsipas, sotto gli occhi di un incredulo Baghdatis. Però era solo l’ultima emozione perché Tsitsipas visibilmente provato – nonostante la partita non sia stata lunghissima – cedeva ancora il servizio con un dritto in mezzo alla rete, dopo una pessima volée bassa, e non recuperava più. Thiem chiudeva così al nono game con un violento dritto che Tsitsipas non teneva in campo.
Bella partita da vedere, perchè i due si muovono con molta eleganza anche se l’efficacia dei colpi andrà rivista contro avversari magari meno classici ma più potenti. Ha vinto Thiem, ed è la seconda volta, non è detto che andrà così anche alla terza occasione.
Altre partite
La sopresa della giornata è stata la vittoria di Fernando Verdasco su Grigor Dimitrov. Il bulgaro, dopo lo splendido match contro Kyrgios a Melbourne, non si è più ripetuto arrivando abbastanza casualmente in finale a Rotterdam e combinando poco a Doha. Se sperava di trovare qualche sensazione positiva a Indian Wells deve rimandare tutto perché Verdasco sulla singola giornata è in grado ancora di regalare prestazioni impensate. Dimitrov ha lottato, ha recuperato il set di svantaggio e ha avuto l’occasione per andare 4 pari nel terzo, ma uno splendido lob di Verdasco lo ha frustrato al punto da subire sei punti di fila e perdere il match.
Il vecchio volpone ha avuto la meglio sul giovane virgulto, che soprattutto nel primo set ha regalato il match. Si sta parlando di Pablo Cuevas e Denis Shapovalov col canadese che è riuscito solo a salvare un matc point sul 2-5 allungando un po’ la partita. Ha perso anche Andrey Rublev, ma con un altro ragazzino, Taylor Fritz, che sembrava essersi un po’ smarrito. Tra i givoani ha stravinto Borna Coric, che ha inflitto una dura lezione ad Alberto Ramos e Hyeon Chung, che ha perso il primo set contro Lajovic ma poi ha rimontato senza problemi.
Vittoria agevole quella di Tomas Berdych contro Martin Marterer e in fondo anche quella di Kevin Anderson contro Donskoy, anche se il sudafricano ha atteso gli ultimi game dei set per piazzare il break.
Secondo turno
[1] R. Federer vs F. Delbonis
[5] D. Thiem b. S. Tsitsipas 6-2 3-6 6-3
F. Verdasco b. [3] G. Dimitrov 7-6(4) 4-6 6-3
[12] T. Berdych b. M. Marterer 6-1 6-4
[30] P. Cuevas b. D. Shapovalov 7-6(4) 6-3
T. Fritz b. [27] A. Rublev 6-4 7-6(4)
J. Chardy b. [16] F. Fognini 4-6 7-6(2) 6-4
[13] R. Bautista Agut b. J. Donaldson 6-4 6-2
[23] H. Chung b. D. Lajovic 6-7(9) 6-3 6-3
[7] K. Anderson b. E. Donskoy 7-5 6-4
[11] P. Carreno Busta vs H. Zeballos 3-6 6-3 7-6(3)
D. Medvedev b. [LL] M. Berrettini 6-7(6) 7-5 6-4
B. Coric b. [19] A. Ramos-Vinolas 6-0 6-3
N. Kicker b. [26] D. Dzumhur 4-6 6-2 6-1
[25] F. Krajinovic b. [Q] M. Krueger 6-2 6-2
[20] A. Mannarino vs [Q] P. Polansky 6-1 6-4
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