[1] R. Federer b. [23] H. Chung 7-5 6-1
dal nostro inviato a Indian Wells
Freddo, letale e chirurgico. Sono i tre aggettivi che potrebbero venire usati per spiegare il Roger Federer visto questa sera, che per la seconda volta in stagione ha avuto la meglio contro Hyeon Chung dopo la semifinale (quasi da non considerare) dell’Australian Open. Se non altro, stavolta c’è stata la partita che in tanti attendevano.
I paragoni con Novak Djokovic, per il coreano, hanno cominciato a spendersi fin dalla sera del suo trionfo contro il serbo e qui i vari giornalisti hanno provato a chiedere a Federer che cosa pensasse di questo confronto. Per lo svizzero è vero che qualche somiglianza c’è, ma si rifà più che altro ai movimenti in campo perché se poi si passa all’analisi dei colpi la differenza è molto più ampia. Un dettaglio che si è fatto subito sentire: al servizio sono due tennisti di livello ancora molto diverso. Primo game di servizio e Chung, avanti 40-0, ha pasticciato fino a trovarsi con una palla break da fronteggiare. Federer, fiutando l’immediata chance, ha subito preso il largo.
Non è stata però tutto rose e fiori. Sotto gli occhi comunque compiaciuti di Rod Laver, che da anni vive in California, e di Pete Sampras, la versione deluxe dello svizzero negli ultimi giorni ha ben presto dovuto far spazio a una più, se così possiamo dire, oculata. Il vantaggio è durato pochissimo perché Chung è stato molto bravo, soprattutto mentalmente, a ripartire subito e a crearsi la chance di contro break, trasformata, sull’1-3. Da lì in avanti il match è proseguito in equilibrio, però l’impressione che Federer non stesse dando sfogo a tutti i suoi cavalli era piuttosto marcata: la serata era particolarmente fastidiosa, con folate di vento e una temperatura a malapena sopra i 10 gradi. Non c’era il disagio di ieri durante la sfida tra Simona Halep e Petra Martic, ma bastavano quei soffi di vento per far venire i brividi agli spettatori bardati di giacca e felpa, chissà invece i due protagonisti in campo, sapendo poi dei problemi alla schiena dello svizzero che ogni tanto si ripresentano.
Sul 5-5, però, il FedExpress è ufficialmente partito. Tenuto un game di servizio con un ace, ha poi costruito la doppia chance di chiudere il parziale, sfruttando la prima con un dritto da metà campo. A inizio secondo set gli ultimi veri brividi: con 4 palle break annullate tutte da protagonista, prendendosi alcuni rischi ma scegliendo sempre l’angolo giusto. Il break pochi minuti più tardi, maturato anche grazie a una magia in controbalzo di rovescio, ha rappresentato l’investimento finale: 3-0, 4-1. Chung non ha mai veramente mollato la presa, ma davanti a lui c’era uno che ha mostrato ancora quanta distanza (e sembra ancora tanta) li separi. Forse non poteva andare diversamente, con uno che è numero 1 del mondo da più di oltre 300 settimane e 20 volte vincitore di Slam, mentre l’altro è un buonissimo giocatore, ma per arrivare al top dovrà ancora crescere tanto.
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