[1] C. Wozniacki b. [8] A. Kerber 7-6(4) 1-6 6-3
Caroline Wozniacki e Angelique Kerber, costrette per anni a sentirsi dire di essere solo giocatrici difensive (“Wallzniacki” la prima, mentre sarebbe fin troppo facile il collegamento con il muro di Berlino), hanno tirato un mega schiaffo a chi ancora le crede capaci solo di dare il meglio in fase di copertura. Il più forte, il più netto. Ci voleva una partita tra loro due, in questo particolare momento storico, per lasciare tutti a bocca aperta: 83 vincenti in due, 47 per la danese e 36 per la tedesca; appena 59 i gratuiti con una differenza che mostra un +18 per la numero 1 del mondo e +6 per la numero 9, grandissime protagoniste della prima parte di stagione.
Partita a tratti bellissima, conclusasi 7-6(4) 1-6 6-3 per Wozniacki che ha anche recuperato un break di ritardo nel terzo set e vola alla terza semifinale su tre tornei nel 2018. Sconfitta ma non completamente battuta, la tedesca ha mostrato grande delusione in conferenza stampa, non riuscendo ancora a spiegarsi cosa sia girato storto negli ultimi game. Da quello che si è visto, è bastata un’unghia per permettere a Wozniacki di rientrare, di aggredire e riprendere la parità e poi allungare, spinta ancora da quel tennis che per tutti sarà nuovo, ma che è solo la realizzazione finale del progetto nato nell’estate 2016. E anche qui: non è la prima volta che vediamo una Wozniacki così propositiva, ma adesso c’è grande costanza nel mantenere questo livello mentre prima tutto ciò faceva parte dei picchi di rendimento massimi.
Kerber ha sempre dato enorme merito della sua metamorfosi agli allenamenti con Steffi Graf, avvenuti a fine febbraio del 2015. Già a fine 2014 però qualcosa si stava intravedendo. Nella finale di Fed Cup, contro Petra Kvitova, fece di tutto per contrastare una ceca nettamente favorita, su un campo velocissimo, e per farlo doveva sforzarsi il più possibile nell’aggredire. Venne fuori un match memorabile, una delle sfide in finale più belle della storia della competizione: 7-6(5) 4-6 6-4 per la ceca, che ha portato il 3-0 in cascina e per la prima volta era lei a chiudere la serie. Da lì, tempo di sistemare la situazione relativa al coach e nel momento di grande difficoltà (un giorno rivelò di essersi sentita a 27 anni in mezzo a una strada, senza una vera via, e lì fu fortunata a ritrovare Torben Beltz). Wozniacki invece fece un altro percorso, perché la sua metamorfosi nacque in un anno tormentato dagli infortuni, il primo vero della sua carriera. Eppure c’erano le fondamenta per un cambiamento radicale: poco prima di girarsi la caviglia, a metà aprile, fu chiamato David Kotyza per cercare di tracciare una riga col passato. La relazione non durò più di un pomeriggio, lui si fece da parte chiedendo di poter rimanere con la sua famiglia, ma Caroline non abbandonò quell’idea e costruì da sola un tennis che oggi, come quello della tedesca, è pressoché completo. Ci saranno alcuni punti più deboli di altri, ma entrambe sanno fare tantissime cose rispetto al semplice pressing da bordo campo. Probabilmente, l’essere nate come giocatrici più difensive ha aiutato ad aggiungere una parte che viene più naturale rispetto a chi, da offensiva, deve imparare a temporeggiare e coprire il campo in maniera più adeguata.
Già a Tokyo, nell’ottobre 2015, si era visto un match di grandissimo livello tra le due, ma era mancato completamente il primo set, giocato male dalla tedesca che poi, a metà del terzo, ha ceduto. Eppure, almeno 6 scambi furono straordinari. Eccoli:
Il video era in risposta a chi stava riproponendo quello del loro scambio a Indian Wells del 2013, dove entrambe per oltre un minuto aveva paura a prendere il comando o fare delle variazioni anche soltanto di traiettoria. Oggi è tutto diverso. Wozniacki sta giocando da grandissima giocatrice ed è stata in grado nel primo set di crederci fino alla fine nonostante un break maturato in favore della tedesca con uno dei suoi colpi chiave: il passante, chirurgico, di dritto. Sul 5-4 Wozniacki andava a segno e risaliva annullando 3 palle break consecutive. Kerber rispondeva da campionessa a sua volta, annullando un set point e chiudendo un game molto delicato e ben giocato. Al tie-break gli scambi a giocare con angoli sempre più stretti sono stati diversi ed è quasi un peccato, per lo spettacolo, che a decidere un set così siano stati due brutti errori della tedesca.
Nel secondo il piccolo calo di Wozniacki ha dato il via allo show dell’avversaria, capace di rimettere subito la situazione in equilibrio e di proporsi avanti anche all’inizio della frazione decisiva. Era piuttosto prevedibile, però, che anche con tutta la differenza che si era creata in termini di game vinti dall’inizio della seconda frazione questa partita fosse molto lontana dalla fine. Il rientro della numero 1 è stata la dimostrazione più efficace, ma l’accelerata che ha dato è stata veramente importante e Kerber non le è stata dietro, uscendo dal torneo. Come in Australia: la sensazione è quella che questa Angie sia anche più forte del 2016 e sarà terribile per chiunque affrontarla, ma lo stesso vale per Caro. Buon divertimento, e non azzardatevi a dire più che sono pallettare o potete occuparvi di altro.
[16] P. Kvitova b. [9] J. Goerges 6-4 2-1 rit.
Finisce dopo 13 game la grande sfida serale del torneo di Doha. Julia Goerges è costretta al ritiro a causa di un fastidio all’anca cominciato lo scorso sabato e che l’aveva portata fin qui a giocare sotto effetto di antidolorifici, ma come aveva definito la stessa giocatrice in conferenza stampa dopo la partita odierna: “Era impossibile continuare, già stamattina sentivo che il dolore era molto più forte dei giorni scorsi”. Non ci sono ancora notizie, infine, di eventuali modifiche alla sua programmazione.
Sorride, invece, Petra Kvitova. La ceca non perde dal primo turno dell’Australian Open, quel 10-8 al terzo in favore di Andrea Petkovic. Da lì 5 successi a San Pietroburgo, 2 in Fed Cup, 4 a Doha. Oggi, probabilmente, ringrazierà per aver giocato appena un set: domani, contro Wozniacki, ci vorranno tutte le energie rimaste. Adesso però è ufficiale: vincesse il titolo, tornerebbe in top-10 a poco più di un anno dall’agguato in casa e dal rischio di vedere conclusa la sua carriera. Non servirebbero neppure presentazioni per l’unica sfida in programma nello stato del medio-oriente visto il forfait di Simona Halep. Però, insomma, che sfida.
Per quanto si è visto, Kvitova è stata leggermente meglio della sua avversaria. Zero palle break concesse, solidissima alla battuta come però lo è stata anche la tedesca, che ha avuto l’unico, piccolissimo problema nel game di apertura. Una palla break concessa, una palla break concretizzata dalla ceca. Da lì in avanti, Petra poteva fare gara di testa e non è stata più ripresa. La stretta di mano, a inizio secondo set, è stato come vedere uno show interrompersi per un blackout. Speriamo solo che per la tedesca possa esserci il rientro in campo quanto prima.
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