Roger Federer continua a stupire realizzando il suo sogno più nascosto: tornare in vetta al ranking ATP e occupare quel trono che, per quello che è riuscito a fare negli ultimi 14 mesi con soltanto 14 tornei giocati si è ampiamente meritato. Ha deciso di partecipare al torneo di Rotterdam dove sarebbe bastato approdare in semifinale per conquistare i punti necessari (155) a sorpassare Rafael Nadal ma, non sazio, ha sollevato anche il titolo numero 97 della carriera battendo in finale Grigor Dimitrov, sulla carta il più temibile tra gli antagonista presenti. Questo risultato consente al campione svizzero un vantaggio in classifica di 345 punti sul rivale di sempre, che gli assicura la leadership mondiale fino alla fine del torneo di Indian Wells dove però si presenta da campione uscente ed ha pertanto una pesante cambiale in scadenza (1000 punti).
Con la riconquista della leadership mondiale, in un solo colpo il campione svizzero ha collezionato tre record che appaiono insuperabili e che si aggiungono agli innumerevoli che già detiene:
1) riconquista del numero 1 del mondo a 36 anni e 195 giorni, sbriciolando il record precedente di Andre Agassi risalente al 2003;
2) riconquista del numero 1 a distanza di ben 14 anni e 17 giorni dalla prima volta che risaliva al 2 febbraio 2004 al termine degli Australian Open, disintegrando il record di Nadal conquistato lo scorso anno;
3) e per finire la riconquista del primato a distanza di 5 anni e 106 giorni dall’ultima volta che risaliva al 2012;
Per rendere meglio la straordinarietà di questo ulteriore traguardo che Federer ha saputo conquistare è utile il confronto con i top-100 presenti nella classifica del 2 febbraio 2004 capitanata dallo svizzero alla sua prima settimana da numero 1. A distanza di 14 anni, mentre Federer, a 36 anni e mezzo guida nuovamente il ranking, solo 8 degli altri 99 sono tuttora nei top-100 e questo nonostante ci fossero ben 27 di essi della stessa età (22 anni) o più giovani dello svizzero. I più giovani di tutti erano Nadal e Richard Gasquet, entrambi ancora minorenni, che occupavano la quarantesima e la novantanovesima.
Parlando di record, Federer vincendo per la terza volta il torneo di Rotterdam (i precedenti risalgono al 2005 e al 2012) è diventato anche il più vincente nella storia del torneo.
Negli altri due tornei della settimana in campo maschile abbiamo assistito al ritorno al successo dell’austriaco Dominc Thiem, a digiuno di vittorie dal torneo di Rio de Janeiro dello scorso anno. Il tennista austriaco ha rotto un tabu’ che lo aveva visto sempre sconfitto negli ultimi 7 tornei in cui era partito come primo favorito:
Nell’altro torneo, svoltosi a New York, Kevin Anderson torna ad alzare un trofeo dopo quasi 3 anni (Winston Salem 2015). Il tennista sudafricano ha superato in finale Sam Querrey che ha perso l’occasione di entrare nei top-10. Con il risultato di ieri Anderson sale al nono posto, best ranking ottenuto a 31 anni suonati e rientrando così nella stretta cerchia dei giocatori in attività che hanno ottenuto il best ranking oltre i 30 anni:
Andreas Seppi, lucky loser a Rotterdam, ha sfoderato una serie di ottime prestazioni e dopo i bei successi contro Alexander Zverev e Daniil Medvedev è stato sconfitto solo da Federer in semifinale. Con questo risultato il tennista altoatesino recupera altre 22 posizioni in classifica riavvicinando le top 50 (numero 59).
In campo femminile:
Petra Kvitova sembra incredibilmente recuperata dopo il terribile incidente che aveva fatto temere per la sua vita lo scorso anno. La tennista ceca, imponendosi nel Premier 5 di Doha partendo come ultima delle 16 teste di serie, è l’unica tennista ad aver vinto 2 tornei dall’inizio dell’anno (San Pietroburgo e Doha) con una striscia vincente di 13 match (compreso 2 vittorie in Fed Cup). Rientra dopo 20 mesi tra le top-10, al decimo posto completando un recupero dalla ventinovesima posizione che occupava all’inizio dell’anno. Il successo di questa settimana è particolarmente significativo. Ben 4 le top-10 battute: Svitolina (3),Goerges (10), Wozniacki (1) e Muguruza (4). Trattasi, per lei, del trofeo numero 22 vinto in carriera in 29 finali disputate con un indice di performance che tra le tenniste in attività è seconda solo a quella di Serena Williams:
Altri numeri e curiosità della settimana:
5 – i top-5 sconfitti in carriera da Seppi. Zverev si aggiunge a Hewitt (Sydney 2006, con l’australiano numero 4), Nadal nel 2008 a Rotterdam (lo spagnolo numero 2 del mondo), Federer nel 2015 all’Australian Open (lo svizzero numero 2 al mondo) e Nishikori ad Halle nel 2016 (il giapponese si ritirò sul finire del primo set, quando era numero 5 ATP).
6 – le tenniste provenienti dalle qualificazioni (su 8 in tutto) che hanno passato il primo turno al torneo di Doha. Tre di loro hanno raggiunto gli ottavi e la giovane americana CiCi Bellis si è spinta fino ai quarti.
7 – gli head to head tra Federer e Dimitrov, tutti vinti dallo svizzero.
9 – i tennisti della Next Gen presenti ai nastri di partenza complessivamente nei tre tornei in programma. I più brillante è stato Andrey Rublev che nell’ATP 500 di Rotterdam ha raggiunto i quarti, sconfitto da Dimitrov. Stesso piazzamento conseguito nel torneo 250 di New York dall’americano Frances Tiafoe che ha dato filo da torcere ad Anderson, futuro vincitore del torneo.
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