Chiariamo subito che Zverev è un giovane promettente, il più promettente della sua generazione, il raggio di luce che mancava a questo tennis monotono degli ultimi 10, forse 20, anzi 30 anni. A parte le incensate indubbiamente è una grossissima risorsa per il circuito, per chi si affaccia a questo sport e per ogni organizzatore di tornei.
La più grande impresa del tedesco quest’anno è stata quella di riuscire a subentrare nel duopolio Federer e Nadal. Lo svizzero aveva dominato il cemento, mille compresi, Nadal stava dominando la terra, ma a Roma, Zverev, ha interrotto la serie. Federer (Melbourne), Federer (Indian Wells), Federer (Miami), Nadal (Montecarlo), Nadal (Madrid) che tra Slam e mille ci aveva accompagnato dall’Australia. In più proprio mentre gli Internazionali pubblicizzavano alla grande l’evento NextGen di fine anno, Sascha grazie alla vittoria si qualificava, se non matematicamente quasi, già per il Master di Londra, quello dei grandi.
Da lì si sono susseguite voci di corridoio, rumors di spogliatoio, intercettazioni telefoniche e anche imbucate alle feste di famiglia in cui sempre più insistentemente si dava per certo che Zverev avrebbe preferito giocare a Londra invece che giocare a Milano circa una settimana prima. Pochi giorni fa la conferma ufficiale: Alexander Zverev andrà a Milano per l’inaugurazione senza però giocare il torneo.
La decisione è corretta e anche funzionale. Rendiamoci conto che l’evento italiano è ai limiti dell’esibizione, non ci sono neanche punti ATP in palio e si testeranno un sacco di novità in campo. Ma il torneo, prima di tutto, nasce come trampolino di lancio per le nuove generazioni, per i tennisti del futuro, per quelli che hanno potenziale ma che con i big non hanno avuto ancora modo di esprimersi al meglio e quindi per adesso vanno agevolati sfidandosi tra coetanei.
Va da sé che Sascha da marzo in poi non fa più parte di quella categoria, è ormai un tennista affermato – va bene giovane, prematuro, promesso – ma non ha bisogno di ottenere una approvazione agli occhi del mondo o dei coetanei. Per chiarire questo punto basta semplicemente guardare la classifica che qualifica all’evento di Milano. La ‘Race to Milan’ vede Zverev primo ovviamente, il divario con il secondo è precisamente di 3271 punti; mentre i restanti sei – dal secondo e il settimo, l’ultimo che accede direttamente – si trovano tutti in appena 447 punti.
Non ci perderemo molto in calcoli ma l’assenza di Alexander Zverev, che sicuramente molti davano per favorito e vedevano già col trofeo in mano, porta a chiedersi chi vincerà queste Finals dei giovani. Perché probabilmente cullandoci troppo sullo strapotere del tedesco tutti gli altri son passati in secondo piano e forse era quello che si voleva ottenere dall’evento quando è stato ideato: un torneo di novità, sia tra i protagonisti sia nel modo di giocare.
Attualmente invece, a neanche un mese dall’inizio, abbiamo un torneo in cui otto giovani, più sconosciuti che no, si affronteranno e non possiamo nemmeno azzardare con sicurezza chi la spunterà. Paradossalmente l’assenza di Zverev restituisce il significato di fondo di questo esperimento, quello appunto di fungere da vetrina per ragazzi che hanno ancora bisogno di un palcoscenico tutto per loro.
I sette qualificati – più un ottavo che sarà italiano, e uscirà da un pre-torneo di qualificazione – in questo momento sono (con miglior risultato in stagione tra parentesi): Andrey Rublev (vittoria ad Umago e quarti allo Us Open), Karen Khachanov (ottavi Roland Garros, sconfitto da Murray; semifinale Halle, sconfitto da Federer), Denis Shapovalov (semifinale a Montreal battendo Nadal in quarti, ottavi allo Us Open), Borna Coric (vittoria a Marrakech, quarti a Madrid), Jared Donaldson (quarti a Cincinnati, ottavi a Montreal e Miami), Hyeon Chung (terzo turno Roland Garros, semifinale a Barcellona), Daniil Medvedev (finale a Chennai, semifinale a Eastbourne). E chissà che alla fine non ci scappi la sorpresa. A meno di forfait dell’ultimo minuto comunque i protagonisti saranno loro, visto che da regolamento questa era l’ultima settimana per fare punti in vista dell’evento. I due che potevano ancora sperare erano Tsitsipas che non è riuscito ad entrare in nessuno dei 500 in corso e Tiafoe che è uscito subito a Basilea per mano di Federer.
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