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Federer contro Nadal, guida all’atto numero 38

Si racconta che un giorno un giovane inviato chiese all’attempato scriba cosa mai potesse scrivere su Federer. L’esperto frequentatore di Wimbledon non ci pensò un attimo e rispose: “scrivi che tutto è già stato scritto”. Aneddoto che tornerà buono per chissà quante altri Federer-Nadal, sia almeno consentito di sperare che – 36 anni uno, 31 abbondanti l’altro – ne rimangano ancora pochi. In ogni caso ci si può ancora rifugiare nelle curiosità. Per la prima volta ad esempio, dopo 12 anni di sfide ai quattro angoli del mondo, questi due giocano uno contro l’altro, un torneo “normale” in Cina. Si erano affrontati altre due volte, proprio su questo stesso campo, nei lontanissimi 2006 e 2007 quando la Qizhong Forest Sports City Arena di Shanghai ospitò le Finals, prima che si trasferissero a Londra. Ai tempo Federer era inavvicinabile sul cemento e Rafa ancora balbettava tant’è che furono due partite senza troppi patemi per lo svizzero, soprattutto la seconda volta, quando Roger concesse appena 5 game al rivale. Da allora i due si sono rivisti spesso ai quattro angoli del mondo ma non più in Asia, visto che il finale di stagione per Rafa è sempre stato un po’ complicato e che col passare del tempo lo è diventato anche per Federer.

Un’altra curiosità può essere che in genere Federer è arrivato meglio di Nadal a questo punto della stagione. I suoi finali di stagione sono sempre stati del solito altissimo livello tenuto per larghi tratti dell’anno mentre Nadal ha sempre preferito focalizzarsi sulla prima parte dell’anno, quella che arriva fino a Parigi. E negli ultimi anni, 2013 escluso, addirittura solo fino al Bois du Bologne. Quest’anno però è diverso. Rafa viene da una striscia di 16 vittorie di fila e due tornei vinti tra New York e Pechino. Può vincere per la prima volta a Shanghai ed è apparso in grandissima forma anche se ha rischiato qualcosa sia contro Dimitrov che contro Cilic. Due avversari però di grandissimo livello e che hanno giocato anche bene, a differenza di quello che gli è capitato nei due tornei precedenti in cui lo spagnolo ha potuto sfruttare dei tabelloni favorevoli e delle brutte giornate dei rivali più quotati. A differenza di Nadal, Federer è incappato in un mediocre US Open e ha preferito riposarsi fino a Shanghai dove non ha corso particolari rischi ma ha dato l’impressione di essere in rodaggio. L’incontro con del Potro è stato abbastanza strano perché pur perdendo un set Federer non è mai sembrato seriamente in difficoltà, nonostante una condotta tattica scellerata. Ma del Potro era pur sempre uno che è stato in dubbio fino all’ultimo e il fatto che Fed sia entrato in ansia non è un buon segno per lo svizzero.
Infine, se da quello che è successo fin qui si vogliono trarre indicazioni per la partita che si giocherà tra un paio d’ore, ricordiamo che Federer sul cemento è leggermente avanti (10-9, le altre 4 partite Federer le ha vinte due sulla terra e due sull’erba) e che ha vinto gli ultimi 4 incontri disputati, tre quest’anno, come tutti ricorderanno. Due volte Nadal ha completato una striscia di 5 successi di fila contro Federer: la prima tra il 2005 e il 2006, interrotta dalla vittoria di Wimbledon 2006; la seconda tra il 2013 e il 2014, anche se Federer dovrà attendere fino ad ottobre 2015 per interromperla a Basilea. Da lì non ha perso più.

Insomma da una parte i numeri, che sembrano dalla parte di Federer, dall’altra lo stato di forma, che sembra sorridere a Nadal.

Cos’altro? Federer gioca la sua terza finale a Shanghai, perse nel 2010 contro Murray e vinse nel 2014 contro Simon; Nadal potrebbe tornare in vetta nelle vittorie dei Masters 1000, record che detiene con Djokovic (30 vittorie ciascuno); Federer gioca la sua finale numero 143: potrebbe perdere la cinquantesima ma se vincesse raggiungerebbe Lend al secondo posto dietro Connors nella classifica dei tornei ATP vinti in carriera e la trecentocinquantesima partita in un Masters 1000.

Tatticamente, come tante volte, dipenderà più dal rovescio di Federer che dal dritto di Rafa. In questa settimana è pericolosamente tornata l’attitudine a rispondere in back, soprattutto nei momenti caldi del match, segno forse di una fiducia ancora parziale. Soprattutto Federer è stato un po’ pigro a rendersi conto che il piano di gioco preparato non stava funzionando, soprattutto contro del Potro. Aiutato anche da un avversario non al meglio ma sopratutto da un servizio che ha funzionato Federer non ha pagato queste incertezze. Nadal naturalmente risponderà molto meglio di Palito e di chiunque altro abbia avuto di fronte Federer questa settimana e quindi lo svizzero farà bene a non contare troppo sui punti gratis che in genere gli arrivano dal servizio. Ma come ha ricordato più volte lo stesso Federer vincere agevolmente i propri turni di battuta è fondamentale per non avere troppa pressione addosso.
Nadal inizierà probabilmente col vecchio schema classico ma sicuramente avrà studiato a fondo le ultime sconfitte e siamo abbastanza certi che non si incaponirà sulla diagonale sinistra se si dovesse accorgere che i frutti non siano quelli sperati. Il problema è che gli accorgimenti di Rafa finiscono sempre nell’incontrare parti del gioco di Federer in cui lo svizzero è fenomenale, dal dritto ai cambi di ritmo. Sarà fondamentale per Rafa non rispondere come le ultime due volte quando tra Indian Wells e Miami non riuscì mai a brekkare Roger. Ma, di nuovo, questo non dipende solo da lui. L’ultimo break di Rafa risale al primo game del quinto set della finale di Melbourne, da allora sono cambiate un po’ di cose, ma non troppe.

Buona partita dunque, e ricordatevi che solo due volte Federer ha vinto contro Nadal dopo aver perso il primo set…

 

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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