[20] C. Vandeweghe b. [1] Ka. Pliskova 7-6(4) 6-3 (Diego Barbiani)
Cade Karolina Pliskova, all’ultima recita da numero 1 del mondo. Il suo regno è finito dopo meno di due mesi dal suo inizio, stoppata dall’esuberanza e dall’intraprendenza di CoCo Vandeweghe, che continua il suo 2017 da favola a livello Slam. Si tratta infatti della seconda semifinale in un Major in carriera, la seconda i 9 mesi dopo quella dell’Australian Open. In mezzo, i quarti di finale a Wimbledon e quel match dai mille rimpianti contro Magdalena Rybarikova.
Vandeweghe “sterminatrice di regine”, riprendendo un concetto tanto caro ai fan della serie tv “Game of Thrones” dove Jamie Lannister, fratello della regina di Approdo del Re, Cersei Lannister, fu riconosciuto nella storia per aver ucciso il Re folle, da cui l’appellativo di “sterminatore di re”. Pliskova è la seconda numero 1 che viene spodestata a causa di Vandeweghe, che già in Australia batté Kerber, allora leader, mettendo fine al primo regno della tedesca.
Serviva una partita ai limiti della perfezione da parte della ceca, al di là di quello che dicevano le rispettive teste di serie. CoCo, pur essendo numero 20 del tabellone, può diventare una delle più pericolose mine vaganti. Parlavamo prima di “esuberanza”: nel momento in cui si sente in fiducia, diventa una delle più ostiche al servizio e di fatto, le occasioni avversarie, si contano sulle dita di una mano. Bastava vedere la faccia della ceca sul 5-4 in suo favore, quando ha commesso un errore non gravissimo sul 30-30 ma aveva colto di sorpresa l’avversaria ed aveva tutto il lungolinea a disposizione per andare a set point. Palla lunga di pochi millimetri, sguardo di chi voleva imprecare il più a lungo possibile. Il set point è anche arrivato, ma Vandeweghe ha avuto il coraggio di prendersi un rischio e di colpire la riga esterna con un rovescio in avanzamento.
Il primo set si è deciso veramente su una manciata di scambi. Quello nel decimo game e il primo del tie-break, che tanto scambio non è stato visto che ad un servizio (ottimo) della ceca, la statunitense ha risposto con una risposta in allungo di dritto, lungolinea, atterrata nei pressi della riga di fondo. Basterà quel minibreak a decidere un gioco decisivo segnato dai tanti errori della ceca, tra cui uno molto grave sul 5-4 Vandeweghe, quando aveva il campo libero sulla sinistra ma non ha angolato il dritto dopo un’ottima risposta. La rabbia è tutta nel lancio di racchetta al termine del set.
Nel secondo non riusciva ad essere altrettanto precisa. Un primo break subito sull’1-2, anche a causa di un doppio fallo sullo 0-15 ed un dritto colpito male sul 15-30. Un secondo sul 2-3 quando sono risultati gravissimi due errori su altrettante palle a rete: Pliskova ha sempre deciso di andare lungolinea, sbagliando il primo rovescio e trovando Vandeweghe prontissima sul 30-40 a giocarle un passante sulle stringhe. L’ultimo game è risultato essere tesissimo. Pliskova ha avuto due chance per rientrare, ma non è mai riuscita a fare l’ultimo passo. Vandeweghe, sul secondo match point, ha raccolto i frutti di una nuova giornata per lei enorme sotto tanti punti di vista.
Un risultato, questo, che cambierà la leadership della classifica WTA ma che da quasi la certezza agli Stati Uniti di poter vedere quattro connazionali in semifinale, fattore che non capitava dal 1981 con Chris Evert, Martina Navratilova, Tracy Austin e Barbara Potter. Nel primo match serale, infatti, Madison Keys avrà tutti i favori del pronostico contro la qualificata Kaia Kanepi. Curioso che, nonostante le sorelle Williams e Lindsay Davenport al massimo della condizione questo risultato non sia mai avvenuto nel primo decennio del 2000 ma rischia di avvenire ora, 36 anni dopo l’ultima volta.
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