All’indomani dello scossone che ha visto Nadal uscire dal torneo gli occhi di tutti gli appassionati sono puntati su Federer, anche perché è lui l’altro candidato alla conquista della prima posizione del ranking mondiale nelle prossime settimane.
Federer anche oggi ha vinto, stavolta senza cedere set, ma continuando a non illuminare il campo con il suo gioco divino. Un break di differenza nel primo set, un break soltanto a fare la differenza nel secondo, il minimo e l’incontro è andato via in un’ora e dieci minuti.
Lo svizzero anche oggi si è presentato con la barba non curata, quando solitamente siamo abituati a vederlo ben rasato, e anche dalle statistiche, senza aver visto per forza il match, si può intuire che non abbia giocato proprio al massimo delle proprie forze. 50% di prime in campo per lui sono poche, ma contro Bautista Agut è bastato.
Altro particolare che era evidente è stata la propensione a scendere spesso a rete, accorciare gli scambi e dilettarsi un po’ nel gioco di volo. Alla fine del primo set Federer aveva 11/12 punti vinti a rete, nel secondo ha continuato sempre con costanza a seguire i colpi in avanti appena fosse possibile. Quasi cercasse di non correre troppo e conservare energie per i tornei futuri e il finale di stagione.
[2] R. Federer b. [12] R. Bautista Agut 6-4 6-4
Il primo set inizia con i due che non si danno troppo fastidio a vicenda, il match segue i servizi senza giochi particolarmente lunghi, sino al settimo game quando Bautista si ritrova a servire e Federer lo tiene impegnato qualche minuto in più ai vantaggi. Nessuna palla break concessa, che invece arriva insieme al break, nel turno di battuta successivo dello spagnolo, nel nono game. Federer ottenuto il break chiude agevolmente con il proprio servizio.
All’inizio del secondo continua la striscia negativa di Bautista Agut, la testa di serie numero 12 perderà il secondo servizio di fila, per una striscia totale di quattro giochi per Federer tra la fine del primo ed inizio di secondo set. L’elvetico però non è centratissimo e sul punteggio di 1-0 non conferma il break concedendo palla break e poi sbagliando un facile dritto in rete. Sul punteggio di uno pari però Federer rialza l’asticella del proprio gioco per un momento, si porta 0-40 con tre palle del nuovo break che trasforma con il povero Bautista che non riesce a imporre il proprio gioco e che perde per tre turni di battuto consecutivi il servizio. Il match è ormai indirizzato e si gioca solo sui turni di battuta di Federer, Roger tranne che nel sesto gioco, dove concede un pericoloso 15-40 – salvato prima da un ace e poi da un errore di dritto di Bautista – non soffre mai la risposta dell’avversario che deve cedere anche il secondo parziale con il risultato di 6-4.
R. Haase b. D. Schwartzman 3-6 6-3 6-3 (eddi)
Più che legittima la soddisfazione di Robin Haase, eterno incompiuto del tennis mondiale. L’olandese ha conquistato la sua prima semifinale in un Masters 1000 e poco importa che a contendergliela c’era Diego Schwartzman, non proprio l’avversario più difficile che gli potesse capitare. Ma in fondo l’argentino gli aveva tolto dai piedi Dominic Thiem, e lo stesso Robin si era guadagnato la sua opportunità battendo Grigor Dimitrov. Insomma inutile lamentarsi, anche perché guardare Robin quando ha voglia può essere anche più divertente dell’ennesima prova svogliata del Federer di turno.
Haase è riuscito nell’impresa di perdere il perdere il primo set grazie ad un disastroso sesto game, con doppio fallo annesso, perso a zero. Diego ha però concesso subito il controbreak e ha dovuto attendere il decimo game, quando ha di nuovo brekkato Haase con un ottimo dritto dopo qualche confidenza di troppo dell’olandese, per rafforzare le sue speranze di interrompere la serie di quattro sconfitte di fila.
Nel secondo set però l’olandese, che si è pure messo a saltare la corda in attesa del ritorno dal toilette-break di Schwartzman, ha preso il largo abbastanza rapidamente, aiutato dall’argentino andato un po’ fuori giri. Haase è salito fino al 4-1 “pesante” prima di concedere un parziale ritorno all’argentino e chiudere con il terzo break del set.
Terzo set giocato in controllo dall’olandese, che prendeva il break di vantaggio al secondo game, si distraeva nel quinto per poi produrre l’allungo decisivo nel game seguente. Haase non rischiava più nulla e arrivava così al cospetto di Federer, contro il quale ha giocato una sola volta, inutile dire con che risultato. Ma in fondo il suo torneo, come si diceva una volta, Haase l’ha già vinto.
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