Interviste

Djokovic: “Ho ancora molto da dare, la fine non è vicina”

Deve essere stato bello giocare perdendo così pochi giochi. Solo cinque oggi e tre nell’altro match. Otto in totale, non ti è mai capitato prima. E per quanto riguarda i minuti? Due ore e trentaquattro minuti in due match.
Quanti respiri ho fatto? (sorride) È perfetto. Esattamente quello che volevo. Non voglio giocare partite da cinque set. Ho già giocato abbastanza ad Eastbourne. Oggi mi sono sentito molto bene, ho giocato bene dall’inizio alla fine, continua ad andare tutto nel verso giusto.

Pavlasek ha detto sei stato il suo idolo crescendo. In primo luogo, è strano essere in un luogo dove ci sono persone di cui eri l’idolo? In secondo luogo, cosa gli hai detto dopo il match? Sembrava incoraggiato dopo la vostra conversazione.
Beh, prima di tutto, mi fa sentire vecchio. (sorride) Ma, sì, è sicuramente molto bello sentire di averlo ispirato con il mio tennis e con quello che ho fatto. Naturalmente mi lusinga molto. Gli sono grato per questo. Allo stesso tempo, quando siamo sullo stesso campo provo
a non pensarci troppo e cercare di fare ciò devo. Ma posso capire le emozioni che ha provato a trovarsi per la prima volta sui campi di Wimbledon e su un campo così grande. Ovviamente era una grande occasione per lui. Mi congratulo con lui per essere arrivato a giocarsi una grande partita in questo stadio. Ovviamente penso che possa giocare meglio di come ha fatto oggi, i nervi lo hanno un po’ fregato, ma sai, è una partita del Grande Slam, è completamente diverso. Sono sicuro che potrà usare questa esperienza come una carica di fiducia per il resto della sua carriera.

Com’è stato tornare sul campo 1 dodici mesi dopo quello che è successo contro Querrey? Hai avuto qualche flashback? Ci stavi pensando?
No, affatto. Ad essere onesti era una cornice un po’ diversa, direi, a causa della costruzione del tetto. Quindi sembra un po’ più aperto ora, sai, a causa dei lavori in corso. Ci si sentiva diversamente. Ma in modo positivo, mi è piaciuto.

Questo è stato il palcoscenico da cui hai iniziato a faticare lo scorso anno, giusto? È stato importante entrare qui e fare bene in modo da dare un calcio al passato?
Beh, sono già in quella fase da un po’. Voglio dire, in particolare negli ultimi due mesi. Anche se forse i risultati non sono stati conformi agli standard degli ultimi sette/otto anni, ma per raggiungere un nuovo picco, credo dovresti rallentare un po’ in qualche modo. E sto cercando di avere quel tipo di mentalità e approccio, capendo che devo andare oltre e che non posso riuscire a giocare sempre al mio miglior livello. Alla fine, come è successo, queste cose accadranno ancora, di perdere in un grande torneo, nei primi turni, e di scendere nel ranking. Una volta entrato in una fase del genere, credo, in cui tutto sta funzionando perfettamente, sei il n.1 del mondo per molti anni, stai vincendo Grand Slams, ed è lo standard che ti sei prefissato, ti senti come se fossi in una sorta di macchina che continua ad andare avanti e non hai davvero la possibilità di sederti e riflettere su quello che sta succedendo. Naturalmente ero e sono ancora molto orgoglioso di quello che sono riuscito a realizzare ed ottenere. Quando stai vincendo, naturalmente, il tuo ego e la tua fiducia sono alti. Tutto funziona bene. Perché dovrebbe cambiare qualcosa? Ci sono state delle volte nel corso degli ultimi due anni dove sentivo di andare contro i segnali del mio corpo, dove avrei probabilmente avuto bisogno di prendermi un po’ di pausa o di riposare e forse saltare qualche torneo; ma non lo stavo facendo. Ha dato i suoi risultati, ecco, ma in ritardo e con gli interessi. Ed è stata due o tre volte più dura di come forse sarebbe stata se fosse accaduto prima. Non mi pento di nulla. Sono solo uno che crede che tutto nella vita avvenga per una ragione. Così mi trovo in questa situazione dove imparo, mi evolvo e cerco di arrivare ad un altro livello come giocatore e come persona. È tutto. Voglio dire, la vita va avanti, ho avuto una carriera incredibile finora, non ho niente da rimpiangere. E ho ancora molto davanti, ad essere onesti, e sono carico; non mi sento come se la fine fosse vicina. Ebbene, finché quella fiamma di passione di amore per questo gioco sarà presente, continuerò ad andare avanti.

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