[WC] V. Azarenka b. R. Ozaki 6-3 4-6 7-6(7)
Mai sottovalutare il cuore di una campionessa, mai, neppure se il suo cammino è stato interrotto 13 mesi fa prima da un infortunio e poi dalla notizia di una gravidanza. Victoria Azarenka ha vinto il match del rientro faticando ben oltre il consentito, è arrivata ad avere più volte un piede e tre quarti fuori dal torneo, ma alla fine ha girato la partita in un modo che forse a parole è difficile da spiegare, se non con la semplice frase di aver creduto fino alla fine di poter ancora vincere. Follia, soprattutto quando si è dietro 6-5 e 40-0 sul servizio dell’avversaria, ma i campioni vivono anche di questo.
“She’s back”, scrive il collega portoghese nel suo messaggio lasciato su Twitter. Ed è proprio il pensiero che è passato nella mente di tanti. Non è ancora in forma strepitosa, quel livello incredibile mostrato nei primi 7 game di ieri rimane il picco più alto del suo match, ma questo genere di partite le si vincono solo se si ha quel qualcosa in più rispetto ad una Risa Ozaki a cui vanno tutti i complimenti possibili. Non era facile girare il match ieri, non lo era affatto ricominciare oggi e dare tutto (soprattutto mentalmente) per provare a prendersi quel successo che avrebbe voluto dire tantissimo per lei. Le ha provate tutte, anche una volta perso il break sul 5-4 ha approfittato degli errori della bielorussa per riprovarci, salendo sul 6-5 e servizio ed issandosi sul 40-0.
Non è stata lei a venir meno, ad essere impaurita dal momento, ma Azarenka che ha ripreso a spingere al meglio delle sue possibilità, vincendo 5 punti di fila. E poi ancora nel tie-break, sempre avanti nel punteggio fino al 5-3, poi annullando due match point portando la sua avversaria all’errore. Non c’è stato nulla da fare sul terzo, quando Azarenka ha preso campo col dritto ed ha avuto la palla più semplice del match sul rovescio, col lungolinea aperto. Gioco, partita, incontro, per la bielorussa, attualmente senza ranking, ma che da lunedì prossimo ripartirà con la sua scalata anche se lei, però, si ostinava a ripetere: “don’t call it a comeback” (“non chiamatelo un rientro”). Invece sì, o forse siamo solo felici che piano piano si stiano ritrovando tante delle più forti giocatrici degli ultimi anni.
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