“Non ho mai spaccato una racchetta in vita mia, e spero di non farlo mai più”. Parole di Martina Navratilova, a 38 anni, di fronte ai tanti giornalisti presenti nella sua ultima conferenza stampa al Roland Garros da giocatrice di singolare. L’addio della leggenda nata nell’ex repubblica Cecoslovacca al torneo vinto 10 volte in carriera (due in singolare, sei in doppio, due in doppio misto) è quanto di più amaro non si possa chiedere.
Era stata appena sconfitta al primo turno, fatto mai capitatole prima a Bois de Boulogne, battuta con un netto 6-4 6-4 dall’olandese Miriam Oremans, numero 50 del mondo. La racchetta, distrutta ad un cambio campo, è stata lanciata verso un bidone della spazzatura, raccolta forse da qualche fan come souvenir della gita al Roland Garros ad ammirare i propri campioni. L’addio, sul campo numero 1, non è stato quello che desiderava con un finale che l’ha vista uscire dal terreno di gioco senza rivolgere il minimo sguardo al pubblico che cercava comunque di tributarle un saluto degno della sua enorme carriera.
Era la prima sconfitta al primo turno in un torneo dello Slam dallo US Open del 1976, quando la sua avversaria di quel giorno a Parigi, Oremans, aveva appena 3 anni.
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