Si può dire sia giusto il ritorno, si può dire sia sbagliato. Si può dire che le wild-card siano eccessive, si può dire che siano un bene. Si possono avere ventimila opinioni diverse, ma il rientro di Maria Sharapova è stato, nel bene o nel male (a seconda dei gusti di ciascuno di noi), un evento importante.
Si può dire che con altri giocatori (e giocatrici, visto che qui a Stoccarda c’è l’esempio di Barbora Strycova, rientrata proprio in Germania qualche anno fa dopo una squalifica per doping, per il tabellone di qualificazioni) non si hanno esempi simili, soprattutto a livello di clamore. Sharapova è conosciuta anche nelle isole più sperdute nelle zone più remote dell’oceano pacifico. È rientrata alle competizioni e non ha ranking, il che vorrebbe dire (in una situazione normale) dover girare per un mese circa tra Hammamet ed Antalya, luoghi dove si svolgono una serie di ITF da 15.000 dollari, se non a Santa Margherita di Pula, arrivare nel fine settimana ed attendere per sapere se c’è la possibilità di giocare le qualificazioni perché qualcuna si ritira. Tutto corretto a livello di regole, ma si parla di chi non è una persona “qualunque” (senza offendere nessuno), anche solo per i troppi soldi che muove con una decisione imprenditoriale. Dunque servirebbe aumentare il livello di sicurezza, personale autorizzato, strutture, impianti e sistemazioni che questi luoghi non possono permettersi. Un campo da circolo verrebbe invaso da appassionati, curiosi, fan di Sharapova e chiunque altro voglia presentarsi. Il circolo stesso preso d’assalto dalla stampa di tutto il mondo. Bello, verrebbe da dire, ma quasi impossibile da realizzare.
Dunque Sharapova, potendo accettare un numero illimitato di inviti, beneficia di questa situazione controversa per poter risalire la china più in fretta del previsto. Può essere giusto o meno, non è una semplice questione di sport: i tornei minori, ad esempio, vivono anche e soprattutto delle presenze dei grandi giocatori ed un giornalista olandese qui ha dichiarato che a S’Hertogenbosch, sede del primo International su erba, sarebbero pronti a trattarla come una superstar pur di averla e che la wild-card è solo pronta per essere accettata. Non è neppure una questione di tour, la WTA, in possibile calo: è proprio il “fattore Sharapova” ad aver catalizzato l’attenzione di tutti. Nel bene, come nel male.
Per questo, ieri mattina, nel momento in cui Maria ha messo i piedi sulla terra rossa del campo centrale della Porsche Arena di Stoccarda si è già avuta la netta sensazione di assistere a qualcosa di particolare. La sala stampa, normalmente quasi silenziosa fino ad oltre le 10, ha preso vita già alle 8:00. Il direttore dell’impianto ci ha accolto con un “scusate, mi sono sbagliato, si allenava alle 7:15, non alle 9:15”. Qualcuno ci stava credendo, lui è scoppiato in una grande risata.
Alle 9:15, puntuale, l’ingresso in campo. Tutti i fotografi posizionati con le camere puntate contro un’entrata, Sharapova è entrata da quella opposta. Nel silenzio più totale, lei ha cominciato a palleggiare. Ai lati del campo quasi tutti i rappresentanti della WTA e Sam Sumyk, coach di Garbine Muguruza. Al termine ha fatto rientro nel luogo dove alloggia. “Non all’hotel delle giocatrici, non è mai stata lì” rivela Jimmie (all’anagrafe Robert Prange), il fotografo che in questi giorni ha concesso che utilizzassimo alcune sue foto per i nostri articoli. Pur curiosando un po’, non ha potuto rivelare nulla sulla posizione: “So solo che si trova in una zona periferica della città, vicino al circolo dove si è allenata in segreto finché i report britannici non hanno rivelato il nome. Strano, comunque, perché la Porsche aveva giurato di fare l’impossibile per evitare una fuoriuscita di notizie come quella”.
Nel pomeriggio, il secondo allenamento, stavolta aperto al pubblico. Hanno cercato il più possibile di tenere fuori dai riflettori la notizia, perché nonostante i tedeschi non siano esattamente le persone più scalmanate che si possano avere intorno, il timore di avere una ressa immane attorno al campetto costruito tra bar, ristoranti, stand e creperie (da favola). È questo a cui si faceva riferimento quando si diceva che portare una persona come Sharapova in un ITF 15.000 sarebbe un problema di ordine pubblico non da poco. Al momento dell’arrivo, il pubblico le ha riservato la prima piccola standing ovation
Durante l’allenamento, tante persone attorno al campo le dicevano: “Mi sei mancata Maria! – Bentornata!”. La stessa intensità (elevata) del mattino, qualche errore di troppo col dritto, soprattutto in risposta, ed un movimento al servizio forse un po’ diverso rispetto a prima, ma bisognerà verificare bene. Al termine, un fotografo le ha detto: “È bello riaverti di nuovo tra noi”. Lei lo ha guardato e gli ha detto: “Grazie”. Poi nuova standing ovation da parte del pubblico e lei che ha risposto con un cenno della mano
Infine, l’uscita vera dal campo, in mezzo alla marea di persone che volevano avere una foto o un autografo. Maria non era solita fermarsi con i fan, a Roma è sempre stata sul campo 5 (che per chi è stato al Foro Italico sa che si tratta del campo più lontano dagli appassionati). Oggi invece ha cominciato la lunga fila di foto ed autografi
Dopo il match contro Roberta Vinci, vinto per 7-5 6-3, Maria ha incontrato alcuni fan
E li ha invitati a partecipare alla sua prima conferenza stampa dopo aver scambiato qualche chiacchiera con loro ed aver fatto tanta invidia a chi non era a Stoccarda a vederla
In conferenza stampa, però, le cose si sono fatte più serie. Alla terza domanda è arrivata la richiesta di commentare la decisione di farla rientrare grazie all’aiuto delle wildcard. Una, due, tre volte. Lei ha sempre declinato tutto, rispondendo con “è merito del direttore del torneo, è grazie a lui che posso giocare”. Oppure quando le è stato chiesto qualcosa sui nuovi medicinali da assumere visto che il meldonium, preso inizialmente per un curare un problema di elettrocardiogramma e possibile diabete, non è più legale: “Questa è una questione che rimarrà tra me, la WTA ed il mio medico”. Infine una persona ha chiesto se poteva raccontare come ha modificato le sue abitudini pre-gara a causa del farmaco, Sharapova ha risposto: “No”. Se lo aspettava, viene da pensare, perché non ha mai perso la pazienza né si è fatta trovare impreparata. Ne avrà bisogno, di pazienza, da adesso che comincerà ad essere sempre disponibile per i media.
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