Tempi molto difficili per due protagoniste del circuito WTA negli ultimi anni: tra il 2014 ed il 2015 prima Eugenie Bouchard e poi Belinda Bencic si erano messe in luce con risultati di spessore nei tornei più importanti, scalando il ranking fino ad entrare in top-10. Per la canadese le due semifinali Slam ad inizio 2014 e la finale a Wimbledon, per la svizzera il titolo ad Eastbourne e, soprattutto, quello a Toronto dove sconfisse anche Serena Williams, con altre due finali disputate nel 2015. Poi due crisi molto profonde di risultati, vittorie che non arrivano, sconfitte sempre più dolorose e relativi crolli nel ranking.
La giocatrice classe 1994 era arrivata al numero 5 a fine del 2014, oggi si trova appena fuori la top-50 grazie soprattutto alla semifinale nel WTA Premier di Sydney ed il terzo turno all’Australian Open (185+130 punti) a tenere la situazione sotto controllo ed evitare un crollo ancor più netto. La svizzera da quando è diventata top-10, dopo la finale a San Pietroburgo 2016, ha perso 17 volte all’esordio su 23 eventi disputati sprofondando addirittura oltre il centotrentesimo posto, vittima soprattutto di continui problemi fisici (schiena e, di recente, polso). La scorsa settimana, dopo aver perso al primo turno a Miami, si è recata a Croissy Beauborg, località francese dove si disputava un ITF da 60.000 dollari, accettando una wild-card. Era la prima volta da Toyota, a fine novembre 2013. Da testa di serie numero 6 ha passato i primi due turni ritirandosi poi nei quarti di finale contro Richel Hogenkamp per un problema al polso.
Adesso tocca alla nordamericana scendere di categoria, avendo accettato una wild-card per il torneo ITF da 80.000 dollari di Indian Harbour Beach, località della Florida (dunque torneo USTA), vicino a dove si allena (Miami). Sarà testa di serie numero 1, alla ricerca del successo che manca dal secondo turno dell’Australian Open. Sarà la prima volta da Nottingham nel 2013, un torneo ITF che si disputava a metà giugno.
PER L’AVVOCATO: “LA USTA HA DISTRUTTO LE REGISTRAZIONI”.
Intanto ci sono ulteriori sviluppi nel suo caso proprio contro la federazione tennis statunitense in merito all’incidente della caduta nello spogliatoio durante lo US Open 2015. Dopo le ultime notizie di un mancato accordo tra il suo legale ed i rappresentanti della USTA, ieri l’avvocato ha presentato la propria tesi accusatoria piuttosto grave: le registrazioni delle telecamere relative all’incidente sono andate distrutte.
“Caro giudice Donnelly” scrive l’avvocato Morelli, “con questa lettera voglio portare a conoscenza che nonostante il tentativo di dialogo non è stato possibile raggiungere un accordo con i membri della difesa (la USTA). […] In particolare chiediamo che la corte riconosca la volontarietà e la piena coscienza da parte del difendente (la USTA) nel distruggere le registrazioni delle videocamere di sicurezza relative all’incidente della signorina Bouchard. […] Il 14 ottobre 2015 l’accusante ha depositato reclamo contro il difendente. […] il 21 dicembre 2015 il difendente ha inviato un CD intitolato “09/04/2015 Security Video – National Tennis Center (vicinity of Women locker room). Il CD contiene circa 3 ore di registrazione da una sola telecamera posizionata appena fuori lo spogliatoio femminile nella sera dell’incidente della signorina Bouchard. Il difendente ha deciso di mostrare solo questa registrazione”.
La USTA ha poi dichiarato: “Non esiste motivo per credere che le registrazioni siano state distrutte. La USTA conserva tutte le registrazioni delle telecamere all’interno dell’impianto chiesti dall’avvocato della signorina Bouchard fin dal momento in cui ci è arrivata la richiesta. Inoltre, le politiche standard della USTA rendono impossibile accogliere una richiesta arrivata 14 mesi dopo l’iniziale avviso. […] anche se non ci sono telecamere nello spogliatoio femminile, la USTA si riserva il diritto di conservare tutti i filmati che ritiene possano essere rilevanti ai fini della richiesta”.
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