WTA

Miami donne: Venus Williams ai quarti, sfiderà Kerber. Si salva Halep

[1] A. Kerber b. [Q] R. Ozaki 

6-2 6-2 (Aldo Cutaia)

Torna in campo la numero 1 del mondo Angelique Kerber, oggi contro la qualificata Risa Ozaki, che a Miami ha vinto finora cinque partite consecutive.
Parte contratta la tedesca, che sembra insolitamente frettolosa, cercando di chiudere immediatamente lo scambio. Le basta però trovare di più il campo per rendersi conto che la sua avversaria non ha troppe armi per metterla in difficoltà ed impiega un attimo per portarsi sul 4-1 in vantaggio di due break. Ne spreca uno, lo riconquista nel game successivo, per poi chiudere il set 6-2.

Il secondo parziale è un monologo della testa di serie numero 1, che continua ad alzare il proprio livello di gioco, mentre Ozaki non riesce assolutamente ad opporsi divenendo preda del gioco fisico della tedesca. Kerber impiega un attimo per issarsi sul 5-0, ma al momento di chiudere, perde il servizio, più per disattenzione che per una reazione dell’avversaria. La giapponese tiene ancora un turno di battuta, ma nulla può nel game successivo, lasciando quindi via libera alla tedesca, che al prossimo turno dovrà vedersela con la vincente tra Svetlana Kuznetsova e Venus Williams, in un match tutt’altro che scontato.

[11] V. Williams b. [7] S. Kuznetsova 6-3 7-6(4) (Diego Barbiani)

L’ultima volta che Venus Williams aveva battuto una top-10 fu a Wuhan, WTA Premier 5, edizione 2015 quando superò in finale Garbine Muguruza. Diciotto mesi dopo la statunitense trova nuovamente questo scalpo eccellente, stavolta nelle vesti di Svetlana Kuznetsova, lo scorso anno finalista dalle parti di Key Biscayne ed arrivata all’ultimo atto una settimana fa ad Indian Wells.

6-3 7-6(4) il punteggio che porta la statunitense nei quarti di finale del WTA Premier Mandatory di Miami, torneo in cui ha trionfato per tre volte, l’ultima delle quali però nel 2001. È il terzo quarto di finale nelle ultime sei edizioni, ottenuto dopo un’ora e mezza fatta prima di dominio e poi di resistenza.

Kuznetsova, assente ingiustificata nella prima metà del primo set, era cresciuta poi sul finire della frazione ma il break rimediato nel primo game dell’incontro è rimasto a fare la differenza e tanto è bastato per il 6-3 conclusivo in favore della sua avversaria. Molto più equilibrio nella seconda frazione, con la russa che cominciava a macinare sempre più bel gioco e non lasciava più l’iniziativa costante alla statunitense, apparsa molto più in palla non solo dei giorni scorsi ma anche del torneo giocato in California 2 settimane fa.

Nelle fasi decisive Kuznetsova, uscita dal campo con un certo nervosismo dopo la stretta di mano, ha avuto le chance per allungare il match. Servire per prima la agevolava, in questo senso, e nel dodicesimo game Venus stava perdendo l’efficacia del servizio. Dal 30-15 sono arrivati 2 brutti errori e la prima palla set, cancellata con un errore avversario. Una risposta sulla riga portava alla seconda, neutralizzata con un servizio al corpo e dritto vincente. Al tie-break, infine, una partenza scatto della testa di serie numero 7 la portava avanti 4-1, ma da lì Venus ha trovato il modo di vincere i 6 punti conclusivi tra cui gli ultimi 2 al termine di scambi molto lunghi e laboriosi. Sul 6-4 Kuznetsova ha cercato di uscire dallo scambio con una palla corta anomala, eppure Venus è riuscita non solo ad arrivarci ma a giocarne una a sua volta divenuta vincente.

Al prossimo turno la sfida alla numero 1 del mondo Angelique Kerber che la sconfisse nell’ultimo precedente: la semifinale di Wimbledon dello scorso anno. Questa stagione, però, al momento sta mostrando tutt’altro equilibrio.

[2] K. Pliskova b. [15] B. Strycova 6-1 6-4 (Daniele Vallotto)

C’è qualcosa di affascinante, ai livelli del misticismo, nel veder giocare Karolina Pliskova. Quando la si vede tirare vincenti col dritto con una disinvoltura che nel circuito non ha nessun’altra (volete mettere con quelli di Sharapova, Muguruza, Azarenka o Serena Williams?), ci si chiede com’è possibile che questa tennista, che quest’anno farà 25 anni, non abbia ancora vinto uno Slam. Pare che l’attesa agli sgoccioli, visti gli ultimi dodici mesi, eppure la ceca è riuscita a non vincere uno Slam, gli Australian Open, dove sembrava che nessuno potesse fermarla. Stesso discorso a Indian Wells e chissà come andrà a Miami: intanto la ceca è di nuovo ai quarti di finale di un torneo (nel 2017, per ora, ha fallito l’accesso tra le ultime 8 solo a Dubai) e la facilità con cui ha superato una tennista coriacea ed esperta come Barbora Strycova dovrebbe indicare che la favorita è ancora lei. Nel primo set la differenza tra le due connazionali è stata quasi imbarazzante: Pliskova ha tenuto quattro turni di servizio cedendo un punto soltanto e servendo meno di una prima su due, mentre Strycova, pur mettendo quattro prime su cinque, è riuscita a tenere appena una volta il servizio. Dopo un 6-1 durato 22 minuti, le cose si sono movimentate nel secondo set, con Strycova che ha quasi ripreso due break di svantaggio ma alla fine si è dovuta arrendere alla potenza dei colpi della connazionale. Ai quarti Pliskova potrebbe prendersi la rivincita contro Mirjana Lucic-Baroni, quella che le ha fatto rimandare di un altro Slam l’appuntamento con il titolo più ambito.

[12] C. Wozniacki b. [6] G. Muguruza 7-6(1) rit. (Francesca Padoin)

Entrano alle 19 italiane in campo, sul centrale, la numero 6 del seeding Muguruza e la numero 12 Caroline Wozniacki. Le due non si affrontano da Wimbledon 2015 dove prevalse la spagnola, che comanda negli scontri per 3 a 1.

Parte la danese al servizio e subito non riesce ad essere incisiva con la prima. Muguruza ne approfitta portandosi ai vantaggi, dove un doppio fallo dell’avversaria e un dritto a rete dopo un intenso scambio da fondo consegnano il break alla spagnola. La ex numero 1 del mondo reagisce e si riprende subito il break con uno scambio comandato fin dall’inizio e concluso con una bella palla smorzata. La tennista di Odense tiene agevolmente il servizio; la spagnola invece nel game successivo si disunisce passando da 0-40 a perdere il gioco anche a causa di due doppi falli. Sotto 1-4, Garbine chiede l’intervento del coach con Sumyk che cerca di aiutarla più sul lato mentale che tecnico/tattico dicendole di concentrarsi sulla palla più che sull’avversaria.

Avanti 4-2 Wozniacki compie uno stupendo recupero incrociato in corsa, ma l’avversaria annulla una chance di 5-2 e continuando a colpire sul lato sinistro si dà la possibilità, poi concretizzata, di contro-break. La partita entra nel vivo: Muguruza è finalmente entrata nel match, Wozniacki risponde con recuperi e controattacchi che mettono in seria difficoltà l’avversaria. Da questo braccio di ferro ne esce avvantaggiata la vincitrice del Roland Garros, che brekka nuovamente la rivale ed ha la chance di chiudere il set sul 5-4. Wozniacki trova comunque il modo di alzare ulteriormente la solidità del suo tennis riuscendo a mettere immediatamente una pezza e ricucire il ritardo.

Arrivate al tie-break senza più sussulti, l’equilibrio si spezza in maniera definitiva anche a causa di uno stato di malessere avvertito dalla numero 6 del mondo. Muguruza, perso 7-1 il tie-break, decide per l’improvviso ritiro con Wozniacki che non può far altro che sincerarsi delle sue condizioni ed augurarle una pronta guarigione. Nel frattempo, però, è lei ad avanzare ai quarti di finale del WTA Premier Mandatory di Miami dove affronterà Lucie Safarova.

L. Safarova b. [4] D. Cibulkova 7-6(5) 6-1 (Diego Barbiani)

Ci sono alcune giocatrici nel tour WTA contro cui Dominika Cibulkova ha disputato spesso partite molto tirate ed è quasi sempre riuscita ad uscirne vincitrice. Ci sono 3 esempi abbastanza lampanti: Ekaterina Makarova, Anastasia Pavlyuchenkova, Lucie Safarova.

Fino all’inizio del 2017 non aveva mai perso contro Makarova, poi il match all’Australian Open dove aveva mancato una grossa chance per portare a termine una rimonta che avrebbe avuto dell’incredibile da 2-6 0-4 e palla dello 0-5, poi ancora a Dubai dove aveva nuovamente rimontato un set di svantaggio e dal 2-0 nel terzo ha subito 6 game di fila. Contro Pavlyuchenkova era avanti 5-2 prima di Indian Wells, con 6 di queste partite decise da una manciata di punti, poi la sconfitta in California al termine di una partita giocata abbastanza male. Infine contro Safarova, contro cui anche qui era avanti 5-2 nonostante l’ottimo gioco della ceca, forse superiore per puiizia dei colpi e qualità, ma in molti dei precedenti giocati con la slovacca, almeno fino ad oggi, è mancato qualcosa. Un esempio? la risposta. Nonostante il servizio non di primissimo livello della numero 4 del seeding, in diversi dei match persi si sono contante tanti errori in risposta, come ad Eastbourne 2015 dove regalò una quindicina di punti ad una Cibulkova al rientro dopo 5 mesi di stop e che coglieva quel giorno il primo successo su una top-10 della sua stagione.

Oggi la top-10 è lei, mentre Safarova è in cerca di vittorie e punti per sollevare una classifica che ad inizio anno la vedeva oltre il numero 60 del mondo. Il 7-6 6-1 finale è un risultato che vale tanto, perché le garantisce il rientro tra le prime 30. Soprattutto, oggi la sua risposta è stata a tratti devastante: molti vincenti arrivavano già da questo colpo, come quello che le ha permesso di rimontare nel tie-break uno svantaggio di un minibreak

L’errore di dritto di Cibulkova, sul 6-5 per la ceca, è significato anche il primo tie-break che la slovacca ha ceduto in questa stagione dopo i 7 vinti consecutivamente. Un set, il primo, che si è deciso tutto in quegli attimi dopo un parziale segnato da uno scambio di break tra terzo e quarto game e tra undicesimo e dodicesimo.

Poi, all’inizio del secondo, il vero momento decisivo. Il primo game di Safarova è stato molto complicato, con 3 doppi falli ed altrettante palle break concesse. Perfetta sulle prime 2, sulla terza è stata graziata da uno dei tanti dritti che Cibulkova ha sbagliato. Un passo indietro, per Dominika, rispetto alla prova contro Kristen Flipkens dello scorso sabato. Safarova, molto brava a tirarsi su ed evitare partenze ad handicap, è poi tornata a colpire con 8 risposte vincenti tra secondo e quarto game, più tante profonde, pericolose e che impedivano all’avversaria di comandare lo scambio.

Il primo break per Safarova è arrivato quasi senza sudare, sul 3-0 invece è stata necessaria la quinta palla break dopo che Cibulkova ha mancato a sua volta 4 chance per accorciare le distanze. Neppure un immediato controbreak ha riacceso una slovacca sempre più scoraggiata. Al terzo match point Safarova ha potuto festeggiare l’accesso al primo quarto di finale in carriera a Miami, dove affronterà Caroline Wozniacki.

[3] S. Halep b. [14] S. Stosur 4-6 7-5 6-2 (Diego Barbiani)

Patita rocambolesca quella tra Simona Halep e Samantha Stosur, con la rumena che ha vissuto sulle montagne russe per gran parte del tempo, arrivando ad un soffio dalla sconfitta ma riuscendo a tirare fuori il suo miglior tennis proprio nel momento del massimo bisogno. Come accaduto ieri contro Anett Kontaveit, ancora una volta si può parlare di una grande prestazione della rumena, per la prima volta veramente convincente in questo 2017. Molti dei meriti, però, vanno soprattutto a quel mago che si trova nel suo angolo e che prende il nome di Darren Cahill: professione dichiarata allenatore, in realtà autentico leader e guida di una rumena che in certi momenti, senza lui al suo fianco, rischierebbe di crollare.

Halep è una perfezionista. Tutto deve filare al meglio, dal primo all’ultimo colpo di ogni singolo scambio, altrimenti scattano i gesti di nervosismo. Facciamo un esempio: si trova avanti 4-0 30-0? Non importa, se arriva un rovescio spento in mezzo alla rete si tira delle manate sulle cosce come per auto-punirsi. E quando le cose vanno male, nel momento in cui chiama il coach al cambio campo, c’è caso che non lo guardi mai in faccia e non risponda alle sue domande. Serve dunque un’ottima persona, capace di capire ogni momento che Halep sta vivendo e si comporti nella maniera più rilassata ed allo stesso tempo autoritaria possibile.

Stasera solo Cahill, probabilmente, credeva ancora di poter girare una partita che era cominciata con un’ottima versione di Simona, che però poi dal 4-2 nel primo set ha smarrito tutto quel buono che aveva creato, perdendo campo dunque aggressività, ed i fendenti che prima erano quasi sempre vincenti, ora risultavano meno efficaci e su cui Stosur prendeva sempre più confidenza. 4 game di fila dell’australiana e primo set che, in maniera imprevedibile per quanto visto nella prima metà, finiva nelle mani della testa di serie numero 12, cresciuta comunque parecchio nel corso del parziale.

All’inizio del secondo set continuavano i problemi della rumena al servizio. I break consecutivi subiti salivano a 4 ed al cambio campo sul 2-3, dopo aver ottenuto un insperato contro-break, diceva a Cahill di non riuscire a colpire bene per una noia nella zona della spalla. “Non ti preoccupare di quello, mi stai piacendo come impostazione di gioco. Devi però essere più avanti nel campo, non indietreggiare o lei può gestire lo scambio come vuole” le sue parole. Halep non ci credeva, il cenno d’intesa finale era molto scarico, ma Cahill continuava a seguirla punto dopo punto con lo stesso sguardo convinto di chi avrebbe assistito ad una rimonta. Halep, sul 2-5 ha tenuto il primo turno di battuta dal 4-2 del primo set e Stosur, sentendo un po’ la pressione, ha commesso qualche errore di troppo nel momento in cui doveva servire per il match perdendo il game. Rimaneva comunque un nuovo turno di battuta da completare per la numero 3 del seeding. L’australiana si aggiudicava il primo punto facendo fare il tergicristallo alla sua avversaria e Cahill, capendo immediatamente la situazione, era in piedi ad applaudire la sua giocatrice incitandola a non mollare mentre lei era piegata in 2 dalla fatica degli ultimi punti. Stosur, continuando a spingere, è arrivata al match point. Qui, il primo frutto del continuo lavoro mentale di Cahill sulla rumena, con il primo dritto tirato a tutta da un set a quella parte, dritto all’incrocio delle righe.

Il game sul 5-5, poi, è stato un concentrato di grandissima qualità, tantissimi vincenti e soprattutto il rovescio sul 30-30 giocato da Halep dopo uno scambio sulla diagonale di sinistra ed una Stosur che cercava di rovinarle i piani con palle in slice sempre più radenti. Lei ne è uscita così

Il nuovo break non aveva ancora spezzato interamente l’inerzia del parziale, perché Stosur ha trovato due ottime risposte per lo 0-30 nel game successivo. Altri 4 importantissimi punti che sono valsi la conquista del parziale ed il definitivo spaccamento tra le 2 parti in gioco. Stosur, per quanto analizzasse in maniera lucida al cambio campo con il proprio coach quanto era accaduto (“ha smesso di darmi punti facili, mentre io forse sono stata troppo passiva in certe circostanze”), non aveva più l’inerzia dell’incontro. Una Halep ormai rientrata a pieno regime ha finito per dominare il terzo set con un break al primo ed al quinto game. Ai quarti, la sfida interessantissima contro Johanna Konta che dopo un primo set abbastanza combattuto ha poi preso il largo nei confronti di Lara Arruabarrena (7-5 6-1)

Risultati ottavi:

[1] A. Kerber b. [Q] R. Ozaki 6-2 6-2
[11] V. Williams b. [7] S. Kuznetsova 6-3 7-6(4)
[3] S. Halep b. [14] S. Stosur 4-6 7-5 6-2
[10] J. Konta b. L. Arrabarruena-Vecino 7-5 6-1
[12] C. Wozniacki b. [6] G. Muguruza 7-6(1)
L. Safarova b. [4] D. Cibulkova 7-6(5) 6-1
[26] M. Lucic-Baroni b. [WC] B. Mattek Sands 7-5 6-4
[2] K. Pliskova b. [15] B. Strycova 6-1 6-4

Redazione

La redazione di Ok Tennis è formata da rappresentanti di tutte le minoranze tennistiche esistenti al mondo. Inoltre, è conforme alla Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen emanata il 26 agosto 1789.

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