Febbraio, mese di tornei minori e di partite più interessanti del solito, perché si è più rilassati visto che la stagione è appena iniziata e poi perché i più forti non ci sono e si può giocare a braccio sciolto. Ad Acapulco, che assegna pur sempre 500 punti, hanno cambiato la superficie da un paio d’anni, hanno puntato sui colori della O2 Arena e si potrebbe quasi pensare che abbiano assunto il direttore della fotografia delle ATP World Tour Finals, visto che i chiaroscuri sembrano proprio quelli del torneo londinese di fine anno. Nella prima semifinale dell’Abierto Mexicano de Tenis si affrontano Bernard Tomic e Aleksandr Dolgopolov.

Quelli con la memoria buona si ricorderanno del loro primo incontro in uno Slam: erano gli Australian Open 2012, Tomic non aveva ancora vent’anni ma era già arrivato ai quarti di finale di uno Slam; Dolgopolov aveva appena raggiunto il suo best ranking, al numero 13, ed era chiamato a difendere i quarti dello scorso anno, quando batté prima Tsonga e poi Söderling prima di perdere contro Murray. Insomma, sono entrambi in un buon momento ma bisogna considerare che Dolgopolov ha 4 anni di esperienza in più se si vuole inquadrare il 3-0 negli head-to-head. A Melbourne, però, Tomic si trova a suo agio, perché la sua genuina arroganza non lo fa di certo arrossire davanti al suo pubblico. E così finisce in cinque bellissimi set fatti di rovesci tagliati, discese a rete, decisioni incomprensibili e dritti che ti lasciano immobile: Tomic arriva agli ottavi degli Australian Open per la prima volta in carriera, Dolgopolov perderà cinque posizioni in classifica e non arriverà mai più così in alto.

Quattro anni dopo Tomic e Dolgopolov si affrontano sul cemento messicano e le cose, in quattro anni, non sono cambiate moltissimo. Tomic ci ha messo tre anni per arrivare tra i primi 20, Dolgopolov ha fatto su e giù: insomma, entrambi sono diventati dei tennisti di seconda fascia senza mai essere stati tennisti di prima fascia. Ma Tomic e Dolgopolov sono due nomi che, nel dubbio, è sempre meglio evitare. Ad Acapulco l’ucraino è arrivato in semifinale senza perdere un set contro Steve Johnson, David Ferrer e Robin Haase; l’australiano ha fatto altrettanto, ma con avversari meno forti. Nel primo set non c’è storia: Dolgopolov, che è ancora avanti negli head-to-head (6-3), vince con una sorprendente agilità il primo set, 6-1, e pare avviato alla prima finale dopo due anni. Ma nel secondo Tomic alza il livello, si procura due palle break sul 4-4, se le vede annullare entrambe, ma ai vantaggi vince il punto così.

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