Il 26 dicembre 2004 un maremoto di magnitudo superiore a 9 sconvolge il cuore dell’Oceano Indiano, a nord ovest dell’Indonesia. Nelle ore successive, le onde anomale generate dalla scossa, alte anche più di 15 metri, devastano le coste dei paesi prospicienti, nell’arco anche di oltre 1000 Km. Uno dei disastri naturali più grandi della storia, con oltre 200.000 vittime accertate.
Tra le regioni colpite, anche lo stato federato dell’India orientale di Tamil Nadu, dove si trova la città di Chennai e dove solo una settimana dopo è in programma uno dei tre tornei ATP che aprono la stagione 2005. Si gioca non si gioca? I giocatori impauriti non verranno?
Il torneo (che si svolge in una parte più interna della città, non colpita dallo tsunami) si giocherà, i tennisti iscritti non hanno alcuna intenzione di non giocare, sono tutti d’accordo: Chennai ha bisogno del torneo. E tutta la ricca macchina del tennis, che con la beneficenza ha sempre avuto un buon rapporto, si mette in moto in favore delle popolazioni colpite dal disastro.
La finale del torneo è in pratica una replica di quella 2004, così come il punteggio. Vince Carlos Moya al tie-break del terzo contro Paradorn Srichaphan. Il campione devolve il suo premio in favore delle vittime. Lo stesso fanno il finalista e buona parte degli altri partecipanti, andando ad aggiungere le loro donazioni a quelle fatte dall’ATP e dagli sponsor.
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