TENNIS – Come una liberazione, come se non vedesse l’ora di dire la sua pubblicamente come se non aspettasse altro che il “via” (leggasi una riduzione della squalifica), Maria Sharapova si è scagliata con tutta la forza (legale e mediatica) che ha contro l’ITF. La sera stessa infatti della decisione del TAS di ridurre la sua squalifica per doping da 24 a 15 mesi, la russa è stata ospite di Charile Rose sulla PSB e da quelle frequenze ha parlato della vicenda.
«Quando ho ricevuto la lettera dell’ITF a marzo ero shockata – ha confessato Maria – dopo 10 anni cui ho preso una sostanza totalmente legale ho pensato “com’è stato possibile che non l’abbia saputo? (che era diventata illegale, ndr)”». Palese l’allusione a quella che la siberiana sia una cattiva gestione della comunicazione da parte della Federazione internazionale.
Non solo: «Nel corso dell’udienza a Londra ho parlato davanti ad una corte composta da tutte persone dell’ITF, l’ente che mi stava accusando, insomma non c’era nessuno di neutrale». «Non ho mai voluto crederlo, ma sto iniziando a pensare che mi abbiamo “usato” come esempio» rincara la dose la Sharapova.
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