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Djokovic e la "mini-crisi": il tennis non è più una priorità?

TENNIS – QUIET PLEASE!- Novak Djokovic da quella sconfitta a Wimbledon contro Sam Querrey non si è mai davvero più ripreso: vittoria (sofferta) a Toronto a parte, molte delusioni e poca voglia, poca convinzione nelle partite giocate dal serbo fin qui. Roger Federer, interrogato a riguardo, ha espresso un’opinione che parla di possibile “mini-crisi” per Novak. E’ davvero così? Intanto lui continua ad andare in vacanza.

Quel dritto lungo e largo, colpito dal centro del campo tutto scoordinato e quasi voglioso di andarsene via, lasciare l’avversario dall’altra parte della rete esultare. Quel dritto allora, forse, avrebbe dovuto dirci tante cose.

Avrebbe dovuto dircelo anche il riscaldamento che ha preceduto la prosecuzione di quella partita contro Sam Querrey, quando sotto gli occhi di Boris Becker e degli indiscreti appassionati che popolavano i ground di Wimbledon colpiva appositamente le risposte per metterle in mezzo alla rete, stanco e stufo di tutto quello che c’era intorno.

O forse dovremmo tornare al giorno prima, quando in sala stampa giravano voci riguardanti infiltrazioni alla spalla dolorante, poi divenuto braccio dolorante.

In realtà dovremmo partire da qualche settimana prima: finale del Roland Garros, altra grande chance per Djokovic, Murray vince il primo set, poi sparisce dal campo. Finalmente Parigi è sua, completa il Career Grand Slam e non si contano sulle dita di due mani tutti quelli che ce l’hanno fatta: lui è uno di loro adesso. Quanti anni ci ha provato, quanti nemici sul campo, quante delusioni, lacrime amare, stagioni che ripartono con quell’obiettivo ancora in cima alla lista dei desideri, quasi un’ossessione. Adesso non c’è più, adesso è tutto tuo.

Ed è appagante che nemmeno immaginiamo quanto, ti fa sentire un Dio in terra, l’imperatore dell’Universo, il padrone del mondo. Al tempo stesso, però, ti svuota.

E questo lo ha capito uno che c’è stato prima di lui al suo posto, Roger Federer, che in una recentissima intervista ha provato ad analizzare il momento incerto e stanco del serbo: “Novak non è in crisi, diciamo che è in una mini-crisi: quando arrivi ad un traguardo così agognato come vincere il Career Grand Slam è naturale che ti serva un po’ di tempo per comprendere quali sono gli obiettivi da lì in avanti. Possono volerci giorni, settimane, mesi: è soggettivo”.

Federer ha avuto la “fortuna”, a suo tempo, che l’obiettivo dopo il Roland Garros fosse quello immediato di superare gli Slam di Sampras e allora non ha dovuto nemmeno pensarci troppo.

Djokovic questo dilemma probabilmente non l’ha ancora risolto; dopo la sconfitta contro Bautista Agut a Shanghai in semifinale è stato chiaro in conferenza stampa: “Quest’anno lo sento quasi come già finito, non mi resta molta energia da dare. Le priorità comunque cambiano con il tempo, adesso sono diverse”.

Proprio adesso che ci sarebbe da tirare fuori un po’ di grinta per chiudere un altro anno da numero 1 e respingere, almeno temporaneamente, gli attacchi di un sempre più solido Andy Murray, mai così vicino alla prima posizione.

Ma a Nole, questo, pare non importare più: passa sempre più tempo con la famiglia (forse voglioso di recuperare complicità dopo qualche “incomprensione” con la moglie? Le chiacchiere non mancano), in vacanza, a rilassarsi. Proprio adesso è a Marbella, dove si è ritagliato un po’ di tempo per fare yoga e distrarsi, a ridosso di Bercy e ATP Finals. Novak ci sarà? Probabilmente sì, anche se forse non in condizioni eccelse. Lotterà per il numero 1? Continuerà a essere il dominatore delle precedent stagioni?

E’ possibile che inizieremo il nuovo anno senza aver risolto questi interrogativi.

 

Rossana Capobianco

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